Auto aziendali elettriche: in Italia sono in diminuzione
In ambito motori, il nostro Paese si è mostrato più e più volte conservatore. Chi lavora nel campo dell’automotive potrebbe infatti fare tanti esempi che dimostrano quanto l’italiano medio abbia fatto fatica nel corso degli anni a sposare le novità del settore, e quindi ad abbracciare le diverse evoluzioni tecnologiche. Ma c’è una particolare innovazione che i guidatori italiani sembrano guardare con sguardo poco convinto: purtroppo parliamo delle auto elettriche, le quali come è noto rappresentano uno degli elementi principali della transizione necessaria per rallentare i cambiamenti climatici. Attualmente la quota di e-car nel nostro Paese fatica a superare il 4% del mercato. Come a dire: l’auto elettrica sul territorio italiano è ancora una mosca bianca, e per capirlo basta lanciare un’occhiata ai parcheggi delle nostre città, o guardare le automobili che sfrecciano nelle nostre strade. Pochissime elettriche, qualche ibrida, tantissime automobili tradizionali. A peggiorare ulteriormente la situazione – e come vedremo tra poco non si dice tanto per dire – c’è il fatto che anche le auto aziendali elettriche sono rare. Anzi, nello specifico caso italiano sono sempre più rare: vediamo cosa dice a questo proposito il nuovo report di Transport & Environment, intitolato “Unveiling Europe’s corporate car problem“.
Il report di Transport & Environment
Sfogliando il rapporto di Transport & Environment si scoprono tanti dati interessanti. Per esempio il fatto che negli anni il numero di corporate cars in Europa è divenuto sempre più alto: se nel 2015 si parlava del 50% del parco circolante, nel 2023 il dato è aumentato fino al 60%. Si capisce quindi che una larghissima fetta di emissioni di gas a effetto serra è da riconnettere proprio all’uso delle auto di proprietà delle aziende. Da questa prospettiva, il dato sulle vendite di auto aziendali elettriche in Italia diventa ancora più negativo.
Auto aziendali elettriche: in Italia -3,5%
In Europa le auto elettriche hanno una quota di mercato pari al 14,6%. E certo, vista la notoria scarsa fortuna delle e-car in Italia, non stupisce il fatto di trovarsi di fronte a un numero più basso. Ma qui si parla di una percentuale molto, molto più ridotta: la quota di mercato è infatti del 4,2%, praticamente un terzo rispetto alla media europea. E il mercato delle auto aziendali elettriche non aiuta di certo, anzi: rispetto al 2022, nel 2023 l’immatricolazione di questi veicoli è persino diminuita, del 3,5%. Dati alla mano, l’Italia è l’unico Paese europeo oltre a Malta che fa registrare un dato di questo tipo, decisamente atipico. Vediamo perché questo risultato è doppiamente negativo.
Il problema delle flotte aziendali sempre più inquinanti
Ovviamente il fatto che le auto aziendali elettriche siano rare è negativo già di per sé: considerando l’alto numero di corporate cars in Italia, si capisce che il fatto che si parli per lo più di veicoli inquinanti non può far sorridere. Le aziende per ora sono orientate all’acquisto di veicoli plug-in, e peggio ancora, spesso di grandi e inquinanti SUV. Ma ci sono delle conseguenze negative anche indirette. In un Paese in cui il 44% delle immatricolazioni è in mano alle aziende, il fatto che l’intensità di CO2 del parco auto aziendale sia più elevata rispetto a quello del privato è un grosso problema. Da una parte, le imprese – che hanno nella maggior parte dei casi risorse finanziarie maggiori – continuano ad acquistare auto inquinanti; dall’altra il mercato dell’usato, che vive in larga parte proprio delle corporate cars, si trova di conseguenza ancora oggi dominato da veicoli a benzina e diesel, negando un potenziale e importante fattore di traino dell’elettrico.
Certo, è facile spiegare questi dati negativi citando l’alto prezzo delle auto elettriche e la scarsità della rete di ricarica. Ma sono scuse che valgono sempre meno: un po’ perché gli incentivi auto 2024 sono stati pensati anche per le auto aziendali elettriche; un po’ perché lo stesso report di Transport & Environment posiziona l’Italia tra i primi posti in Europa quanto a svilppo della rete di ricarica.
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