Le tasse ai più ricchi per combattere il cambiamento climatico
Uno studio pubblicato di recente sulla rivista della European economic association ha dimostrato che, in Italia, il grosso della popolazione paga tasse equivalenti a circa il 40-50% del proprio reddito; nel caso dei miliardari, invece, le imposte pesano circa il 20% del loro reddito. Non stupisce quindi troppo che si stia allargando sempre di più il consenso intorno all’idea di aumentare le tasse ai più ricchi, anche e soprattutto per combattere il cambiamento climatico. In vista delle ormai vicinissime elezioni europee 2024, peraltro, diversi partiti di centrosinistra e di sinistra hanno deciso di inserire nel proprio programma elettorale una proposta di questo tipo, nella consapevolezza che una tassa sui patrimoni dell’1% più ricco permetterebbe all’Europa di foraggiare le casse pubbliche con quasi 190 miliardi di euro all’anno. Di fronte a questi numeri, associazioni come Oxfam stanno spingendo la necessità di introdurre tasse ai più ricchi a scopo ambientale: “sui loro lussuosi jet privati, pochi privilegiati prosperano mentre le bollette si accumulano sempre più alte per i molti e il Pianeta brucia” ha spiegato Chiara Putaturo, esperta fiscale Ue di Oxfam, sottolineando che in questa situazione “i governi non possono più giustificare la loro ‘mancanza di fondi’ per non aver combattuto la crisi climatica e non aver posto fine alla povertà. Il denaro di cui hanno bisogno è nelle tasche dei super-ricchi”. Va peraltro detto che a essere a favore di una tassazione ai super ricchi non sono solamente gli ambientalisti: secondo l’Ecobarometro una misura di questo tipo convince quasi 7 europei su 10. E c’è di più, in quanto anche gli stessi super-ricchi sarebbero in buona parte favorevoli: un sondaggio dei Patriotic Millionaires – che riunisce più di 2.000 ultraricchi dei Paesi appartenenti al G20 – mostra che sarebbe d’accordo il 74% del campione.
Un diffuso favore ad aumentare le tasse ai più ricchi a fini ambientali
Va peraltro detto che la messa a punto di tasse ai più ricchi per combattere i cambiamenti climatici non è un discorso che sta prendendo corpo solamente in Unione Europea. L’argomento ha per esempio molto risalto in Brasile, Paese che ospiterà la Cop 30 nel 2025. Va peraltro detto che il favore intorno a questa speciale tassazione sta crescendo in parallelo alle evidenti difficoltà dei Paesi poveri nel raccogliere finalmente il trilione di dollari annui necessari per finanziare la transizione ecologica, così da ridurre le emissioni di anidride carbonica. E ancora, va sottolineato che ci sono diversi modi per tassare i più abbienti per proteggere l’ambiente. Come suggerito da Laurence Tubiana, CEO della European Climate Foundation, è da prendere in considerazione per esempio anche una tassa sui “frequent flyer”: le persone più ricche tendono infatti a volare molto di più rispetto agli altri, e si potrebbe quindi ipotizzare una tassa per chi sceglie posti in prima classe o in business class. Matematicamente il ragionamento non fa una piega, sapendo che l’1% più ricco del pianeta è responsabile di emissioni di gas a effetto serra tanto quanto il 66% delle persone all’altro lato della classifica. Come spiegato da Laurence Tubiana al Guardian “questa disuguaglianza è vera non solo tra i Paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo, ma anche all’interno di ciascun Paese – l’1% dei cinesi ricchi, o l’1% degli indiani molto ricchi, o il cittadino statunitense – dove i ricchi hanno uno stile di vita molto, molto simile, in termini di consumo eccessivo”.
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