Ecco come funziona la boa di CorPower per sfruttare il moto ondoso
E se il nostro corpo potesse essere usato come spunto per sviluppare tecnologie innovative per un futuro migliore? In effetti ognuno di noi presenta una struttura molto complessa e articolata, in cui un sistema integrato di organi funzionali si coordina per consentire il ciclo vitale. Si pensi al meccanismo del cuore, che funzionando come una precisissima pompa riesce a portare il sangue ricco di ossigeno al resto del corpo, ricevendo in parallelo il sangue carico di anidride carbonica, da girare ai polmoni. Ebbene, qualcuno ha pensato di imitare il meccanismo della nostra “pompa” cardiaca per convertire in energia elettrica il moto ondoso: ad avere per primo questa idea non poteva che essere un cardiologo, il dottor Stig Lundbäck. Da questa sua intuizione, datata 2009, è nata l’idea della boa di CorPower Ocean, che oggi è diventata una delle soluzioni più interessanti nel campo delle tecnologie per sfruttare l’energia degli oceani.
L’energia da moto ondoso, oggi
Stando alle stime dell’Agenzia internazionale dell’energia, sfruttando l’energia oceanica sarebbe possibile arrivare a produrre pressappoco 80.000 terawattora di elettricità, ovvero circa tre volte il fabbisogno mondiale; l’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili, da parte sua, stima una produzione annua di 30.700 TWh l’anno. Oggi però siamo ben lontani dal raggiungere queste vette, e molti progetti messi in campo (ops, in mare) per generare energia dal moto ondoso sono risultati un flop: si pensi al fatto che, come rilevato da Ocean Energy Europe, dei 30,2 megawatt installati nei mari europei a partire dal 2010, nel 2021 solamente 11,5 MW risultavano attivi. Clamoroso era per esempio stato il caso dell’impianto di Pelamis, installato al largo del Portogallo nel 2008 per sfruttare l’energia delle onde: costato 9 milioni di euro, l’impianti fu chiuso e smantellato dopo poche settimane per dei malfunzionamenti. Tutto questo sapendo che il moto ondoso, per la sua potenza e la sua costanza, può essere una fonte di energia pulita importantissima.
Come funziona la boa di CorPower Ocean
In questo scenario di grande potenziale ma di basso sfruttamento effettivo del moto ondoso per la generazione di energia, la boa di CorPower Ocean si propone come una soluzione particolarmente intelligente e innovativa. Si parla qui di enormi boe, dal diametro di 9 metri e dall’altezza di 19 metri, ancorate al fondale marino e innestate su un albero verticale, lungo il quale – spinte dalle onde – le onde possono salire e scendere. La conversione dell’energia meccanica in elettricità viene fatta sfruttando due grandi bracci idraulici posti all’interno della boa di CorPower Ocean, che favoriscono lo scorrimento e ne catturano l’energia.
Gli obiettivi per il futuro
La boa di CorPower Ocean, rispetto ad altri sistemi proposti negli anni per sfruttare il moto ondoso, riesce a generare più energia in proporzione alle dimensioni e ai costi degll’impianto, riuscendo a sfruttare in modo efficace anche le onde più modeste: a confermarlo ci sono anche dei recenti test svolti al largo del Portogallo, nell’Oceano Atlantico. Va peraltro detto che le boe dell’azienda svedese sono pensate anche per resistere a tempeste e onde particolarmente forti, azionando un meccanismo di protezione simile a quello usato dalle turbine eoliche in situazioni simile. Ora si guarda al futuro: l’obiettivo è quello di costruire un parco acquatico contenente migliaia di boe, per produrre 20 GW di energia elettrica da vendere con costi competitivi (tra i 33 e i 44 dollari per ogni MWh). Non va dimenticato infine un particolare relativo alla produzione di energia elettrica dalle onde: i picchi si situano durante le ore serali e in inverno, proprio quando la domanda di energia elettrica aumenta, nonché quando il fotovoltaico rende poco o nulla!
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