17 novembre 2023: superati i 2 gradi di aumento della temperatura media globale
Mancano ormai pochi giorni all’inizio della Cop28, l’annuale conferenza sul clima che quest’anno si terrà a Dubai. E sappiamo molto bene qual è l’obiettivo principale delle conferenze sul clima a partire da quella di Parigi del 2015: riuscire a mettere in campo strategie e regole per limitare in modo efficace e veloce le emissioni di gas a effetto serra, così da riuscire nell’intento di contenere l’aumento della temperatura media globale entro gli 1,5 gradi, o nel peggiore dei casi entro i 2 gradi. Sappiamo infatti che, una volta passata tale soglia, i cambiamenti climatici diventeranno ancora più drammatici e pericolosi, portando l’umanità in un’epoca che non è del tutto sbagliato definire “infernale”. Temperature più alte significa infatti maggiori periodi di siccità, ondate di calore più forti, scioglimento dei ghiacci e dei ghiacciai, aumento del livello dei mari, maggiore frequenza degli eventi meteorologici estremi, perdita di biodiversità, e via dicendo. Per questo negli ultimi anni ci si è impegnati per tagliare il 43% delle emissioni di gas serra entro il 2030, con dei risultati che però, finora, sono stati tutt’altro che soddisfacenti: a quanto pare con i programmi attuali si arriva solamente a un taglio del 2%. Non stupisce quindi troppo il fatto che il 17 novembre 2023 si sia arrivati per la prima volta a superare i 2 gradi di aumento della temperatura media globale rispetto ai livelli preindustriali. Questo dimostra che già oggi siamo in grandissimo e colpevole ritardo sui programmi decisi globalmente, e anche che, forse, tali programmi risultano insufficiente.
Cosa è successo il 17 novembre 2023
Si dice che il venerdì 17 porti sfortuna, credenza che avrebbe a che fare con l’unione del 17, numero storicamente sfortunato fin dai tempi dell’Impero Romano, e del giorno della morte di Gesù, per l’appunto il venerdì. Qui però la sfortuna c’entra ben poco: il servizio europeo sul cambiamento climatico di Copernicus (C3s), in data 20 novembre, ha annunciato che il 17 novembre 2023 la temperatura media globale ha superato per la prima volta di 2,07 gradi la media stagionale del periodo tra il 1850 e il 1900. Fino ad allora non era mai successo, nemmeno per un singolo giorno, che la temperatura media del globo superasse le medie stagionali di oltre 2 gradi. Va peraltro detto che questa soglia psicologica è stata superata anche il giorno successivo, con uno scostamento di 2,06 gradi.
Cosa significa questo sforamento? Di certo non vuol dire che il limite deciso durante gli Accordi di Parigi del 2015 è stato raggiunto e superato. Si parla infatti di uno sforamento temporaneo, in quello che è ormai quasi sicuramente destinato a diventare l’anno più caldo di sempre, battendo quindi il primato negativo precedente del 2016. Per parlare di un superamento effettivo del tetto imposto a Parigi si dovrà registrare un superamento continuo delle temperature di oltre 2 gradi.
Le politiche ambientali fallimentari
Una cosa però è certa: dal 1° di gennaio al 17 novembre 2023, il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (Unep) ha registrato ben 86 giorni in cui la soglia di 1,5 gradi rispetto alla media preindustriale è stata superata. Questo dimostra in modo abbastanza certo che le politiche ambientali messe in campo in questi anni risultano insufficienti per contenere e per far rallentare i cambiamenti climatici, e che dunque si rende necessario ridurre in modo più rapido le emissioni di gas a effetto serra. Stando all’Unep, con gli impegni attualmente sottoscritti dai governi mondiali non sarà possibile vedere nessun miglioramento, con il riscaldamento che anzi raggiungerà la soglia catastrofica di +2,9 gradi entro la fine del secolo. Si capisce dunque quanto sia fondamentale cambiare ritmo già a partire dalla Cop28 di Dubai.
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