Cina, Stati Uniti e India: oltre la metà delle emissioni di CO2 arrivano da loro
Lo abbiamo anticipato qualche giorno fa: tra i temi principali della Cop28 di Dubai ci sarà anche la discussione relativa agli aiuti da destinare ai Paesi in via di Sviluppo per la lotta ai cambiamenti climatici. Vale la pena ricordare che già nel 2010 era stato istituito il Fondo verde per il clima, con sede in Corea del Sud; e va sottolineato anche che durante una conferenza organizzata a Bonn qualche settimana fa è stato annunciato che i Paesi stanziatori si sono decisi a rimpolpare questo fondo con circa 8.900 milioni di euro. Va però anche detto che sono anni che questo discorso viene stiracchiato e rimandato: la Cop27 ha avuto il ruolo di imprimere finalmente un’accelerazione alla creazione del fondo loss and damage, ovvero di un istituto finanziario appositamente pensato per risarcire le perdite e i danni causati dalla crisi del clima. L’obiettivo è quello di aiutare i Paesi più poveri, ricompensandoli per le conseguenze del cambiamento climatico. Il concetto di base è del resto piuttosto semplice: il cambiamento climatico è causato dalle emissioni di gas a effetto serra, che sono e sono state in larghissima parte prodotte dai Paesi industrializzati e ricchi, con le conseguenze che però molto spesso sono peggiori per i Paesi in via di Sviluppo. E in effetti ancora oggi ci sono differenze enormi sulle quantità di anidride carbonica emesse dai differenti Stati: un recente rapporto dimostra infatti che Cina, Stati Uniti e India emettono da soli oltre la metà delle emissioni di CO2 a livello globale.
3 Paesi, più della metà delle emissioni di CO2 globali: lo studio di Global Carbon Atlas
Il rapporto di Global Carbon Atlas parte da dei dati relativi alla fine del 2021, o meglio, da delle misurazioni che sono state realizzate fino alla fine dei quell’anno. Si scopre così che il Paese con le più alte emissioni di CO2 è attualmente la Cina, che nel 2021 aveva generato 10.668 milioni di tonnellate metriche di anidride carbonica, pari al 30,9% delle emissioni totali. 1,4 miliardi di persone, ovvero il 19.5% della popolazione mondiale, emettono quasi un terzo delle emissioni CO2 globali. Storicamente, va detto, il ruolo di maggiore emettitore era stato a lungo degli Stati Uniti, che invece in questo rapporto risultano al secondo posto, con 4,713 milioni di MtCo2, equivalenti al 13,5% a livello mondiale. Questo a fronte di una popolazione di 331,9 milioni. Al terzo posto c’è l’India, con il 7,3% di emissioni di anidride carbonica. Ecco che allora questi tre Paesi da soli finiscono con produrre il 51,7% delle emissioni globali, per l’appunto oltre la metà delle emissioni di CO2 globali. L’Italia (il 25° Stato per popolazione) in questa classifica si trova al 18° posto, responsabile dello 0,9% delle emissioni di CO2.
Le prospettive per il futuro
Dietro a Cina, Stati Uniti e India troviamo la Russia, con il 47% di emissioni globali di CO2; il Giappone, con il 2,9%; l’Iran, con il 2%; la Germania e l’Arabia Saudita, entrambe all’1,8%; e poi Indonesia, Corea del Sud, Canada, Turchia, Brasile, Messico, Sud Africa , Australia, Regno Unito, Polonia, Italia. Oltre a questi “pochi” Paesi, il Resto del mondo, responsabile del 21,7% delle emissioni di anidride carbonica. Le sproporzioni sono gigantesche e impossibili da non vedere. A peggiorare la situazione c’è il fatto che, con lo sviluppo, i Paesi tendono ad aumentare le loro emissioni: il rischio è quindi che Paesi come India e Cina, tra qualche anno, presenteranno dei dati ancora peggiori.
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