Convivere con i lupi
Animali

Si può convivere con i lupi?

È possibile convivere con i lupi senza problemi? Certo, per chi abita ben lontano dai boschi frequentati da questi predatori, è facilissimo rispondere: sì, non c’è problema, il ritorno del lupo in Europa e in Italia non comporta nessun pericolo, nessuna minaccia. La risposta positiva non è però così scontata nel momento in cui ci si muove verso talune zone rurali che si trovano nei pressi delle aree attualmente interessate dal movimento dei branchi. Ecco, lì diventa più facile trovare persone tutt’altro che felici del ritorno di questi grandi predatori. E le risposte diventano ancora più negative fra chi, tra boschi e pascoli, vive e lavora, a partire dai pastori. Chi alleva vacche, pecore e capre parla spesso di una situazione difficile, non di rado di una situazione fuori controllo. Si dice in questi casi che i lupi sono troppi, che hanno imparato a saltare le recinzioni, che sbranano tantissimi animali. Come si può quindi convivere con i lupi, nel momento in cui ci si trova a utilizzare gli stessi spazi?

I lupi in Italia

Stando a Ispra, in Italia attualmente si contano circa 3.300 esemplari di lupo. 950 circa si muoverebbero nelle regioni alpine, mentre altri 2.400 si troverebbero sparsi nel resto del paese. La crescita è stata più veloce tra le Alpi, ma le mappe ci dicono che i branchi si sono diffusi praticamente in tutte le aree idonee anche nell’Italia peninsulare. E di problemi se ne son visti di conseguenza ovunque. In zone come quelle del Trentino l’argomento lupo, insieme a quello dell’orso, è al centro del dibattito politico ormai da tempo: quel che è noto è che – stando al rapporto della Provincia autonoma di Trento – i danni causati dai grandi carnivori nel 2022 avrebbero portato a delle liquidazioni per un valore complessivo di 145.675 euro di indennizzi, una cifra in calo rispetto a quella dell’anno precedente. Numeri che per la cassa pubblica, di per sé, non sono certamente enormi. Ma i lupi non colpiscono solo in Trentino, non solo tra le Alpi: nei giorni scorsi per esempio i branchi di lupo hanno fatto strage di pecore in Salento, uccidendo una ventina di capi.

Convivere con i lupi: qualche esempio dalla Spagna

La faccenda del lupo in Italia può essere più o meno gonfiata, le opinioni sono diverse, ma di certo c’è un fatto: chi porta pecore, mucche e capre tra i pascoli è del tutto legittimato a vedere nel lupo una minaccia per la propria attività. Non a caso il lupo è il villain per eccellenza delle fiabe e delle favole. Ma davvero non ci sono delle soluzioni da mettere in campo per convivere con i lupi? Pochi giorni fa se lo sono domandati anche al Guardian, e per rispondere si sono recati in Spagna, Paese che vanta un numero di lupi comparabile a quello italiano. Ecco che allora il quotidiano inglese narra la storia di Fernando Rodríguez Tábara, pastore che alleva oltre 100 mucche in una delle aree più popolate di lupi in Europa, Sanabria. Nel 2012 i lupi uccisero 12 vitelli, una tragedia per l’intera famiglia di allevatori; da allora la mandria, quando si trova all’esterno, è protetta da 12 mastini inglesi. Da quando i mastiff sono al fianco delle mucche, nessun lupo ha osato avvicinarsi. E sul quotidiano viene narrata anche la storia di Juan Díez, che in un’estate ha visto ben 121 pecore del proprio gregge uccise dai lupi; la soluzione anche per lui è rappresentata dai cani mastiff, che proteggono ora il suo gregge di oltre 500 capre.

Un grosso problema: la lunga mancanza del lupo

Scriverlo di certo è facile, metterlo in pratica meno. Eppure sembra che, recuperando le più semplici e antiche tecniche di difesa dai predatori – i cani in primis – sia effettivamente possibile convivere con i lupi. Forse è stato proprio il fatto di aver vissuto per circa 150 anni senza più avere contatti con i grandi carnivori che rende più difficile oggi questa convivenza: per tutti questi anni i pastori hanno adattato il proprio lavoro a dei territori senza lupi, senza orsi, senza predatori. Tutto è cambiato a partire, circa, dall’alba del nuovo Millennio. Quel che è certo è che, finora, è stato fatto troppo poco per sopperire alla mancanza di un vero processo di adattamento culturale. Nelle Asturie, per esempio, opera una ONG che non si limita ad aiutare i pastori danneggiati dai lupi, ma fa di più, rilasciando delle certificazioni di sostenibilità per chi difende i greggi usando i “metodi antichi”, che non prevedono né spari né disturbi per i lupi.