Eventi meteorologici estremi del 2023: abbiamo oltrepassato il limite? La risposta degli scienziati
Le ondate di calore che hanno investito la nostra penisola tante altre parti del pianeta, rendendo luglio 2023 il mese più caldo mai registrato in assoluto (così come confermato da Copernicus, rilevando una temperatura media globale più alta di 0.72 gradi centigradi rispetto alla media 1991-2020). Ma non si parla unicamente delle temperature record: negli ultimi mesi si sono conosciuti enormi incendi, impetuose tempeste e devastanti alluvioni, in Europa, in Cina, in India e negli Stati Uniti. Ecco che allora, di fronte agli eventi meteorologici estremi del 2023, sorge praticamente spontanea una domanda: abbiamo forse superato il limite? Le ininterrotte emissioni di gas a effetto serra hanno spinto la crisi climatica oltre la soglia di non ritorno, e verso una fase di distruzione ancora maggiore? Il quesito è legittimo. Di fronte ai 46,3 gradi toccati a Licata a luglio, alle tempeste che si sono abbattute sulla Scandinavia, al tifone che ha causato il terrore in Cina, al diluvio del Vermont, è difficile non farsi qualche domanda. E lo hanno fatto anche i giornalisti del Guardian, per poi girare il quesito a 45 scienziati climatici di spicco a livello globale: ecco cosa hanno risposto.
Gli eventi meteorologici estremi del 2023 in linea con le previsioni
Di certo avere ragione fa piacere. Ma in certi casi si vorrebbe forse avere almeno in parte torto, avere esagerato un po’. Probabilmente tanti degli scienziati interrogati dal Guardian avrebbero preferito poter rispondere che gli eventi meteorologici estremi del 2023 sono stati del tutto eccezionali, e che difficilmente negli anni futuri si ripeteranno situazioni di questo tipo. Invece la risposta collettiva è stata totalmente diversa: gli eventi meteorologici estremi del 2023 a livello internazionale sono in linea con le proiezioni fatte a livello scientifico negli ultimi decenni. L‘accelerare della crisi climatica sarebbe solo apparente, e in realtà questi eventi estremi erano stati previsti: a colpire deve essere piuttosto il fatto che, avendo a disposizione da anni delle proiezioni che si sono rivelate affidabili, si è fatto decisamente troppo poco per contenere i cambiamenti climatici.
Ma perché si ha la sensazione che sia sia oltrepassato il limite, che sia il clima si sia definitivamente “rotto”? Le risposte date dagli scienziati al Guardian sono diverse. È da tenere in considerazione il ritorno di El Niño, che come è noto è un fenomeno assolutamente naturale che accelera temporaneamente il riscaldamento globale. E ancora, non va trascurato il fatto che in questi mesi gli eventi meteorologici estremi hanno colpito aree densamente popolate, ponendo di fatto per la prima volta davanti a moltissime persone l’evidenza dei cambiamenti climatici in corso. Alcuni scienziati ammettono inoltre che, se gli impatti sono quelli previsti, la loro intensità è risultata spesso stupefacente.
Solo la punta dell’iceberg dei cambiamenti climatici
Gli scienziati hanno avvertito anche che gli eventi meteorologici estremi del 2023, spesso così devastanti, rappresentano solamente la punta dell’iceberg del cambiamento climatico in corso: guardando alla prossima decade, hanno spiegato, il 2023 potrebbe sembrare un anno tutto sommato normale. Non tutto però è perduto. La comunità scientifica è concorde nell’individuare ancora oggi una “piccola finestra”, una via d’uscita dalla crisi climatica: ridurre finalmente e rapidamente a zero l’utilizzo di combustibili fossili. Se non si procederà subito in tal senso, il peggioramento è scontato, anche se non è ben chiaro quale sarà la gravità della situazione a cui andremmo incontro. Come ha spiegato Sarah Perkins-Kirkpatrick, associate professor alla UNSW, «sono specializzata nello studio delle ondate di calore, e non sono sorpresa che la maggior parte dell’emisfero settentrionale abbia avuto ondate di caldo quest’estate, ma l’intensità è maggiore di quanto mi aspettassi. Stiamo raggiungendo degli estremi negativi molto prima di quanto mi aspettassi. È spaventoso, spaventoso e preoccupante, e tutto questo suggerisce che non siamo così consapevoli di ciò che sta arrivando». Sintetizzando al massimo, quindi, no, il clima non si è improvvisamente rotto; e sì, tutto questo era stato previsto: gli impatti sono stati però spesso più intensi, il che può spingere a ipotizzare un prossimo futuro climatico ancora più compromesso e minaccioso del previsto.
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