Italia 100% rinnovabile entro il 2035: teoricamente possibile
La crescita degli impianti rinnovabili per la generazione di energia elettrica, in Italia, è lenta. A lamentarlo è Legambiente, con la XVII edizione del Rapporto “Comuni Rinnovabili”: qui si spiega che nel 2022 sono stati installati 206.600 impianti (206.167 di solare fotovoltaico, 215 di eolico, 145 di idroelettrico e 73 di bioenergie) per raggiungere 3,4 Gigawatt. A essere pignoli, Legambiente parla di “appena” 3,4 Gigawatt. In effetti, continuando con la media degli ultimi 3 anni, l’Italia resterà ben lontana dagli obiettivi climatici previsti per il 2030. E se i motivi di questi ritardi sono effettivamente tanti, l’associazione ambientalista quest’anno punta il dito soprattutto su “norme obsolete e frammentate, lentezza nelle autorizzazioni e lungaggini burocratiche”. Eppure, in linea teorica, raggiungere la decarbonizzazione totale nei prossimi anni resta possibile: a dimostralo è uno studio commissionato al think tank climatico Ecco dalla stessa Legambiente, nonché da WWF e Greenpeace. L’indagine afferma che resta effettivamente ancora in campo l’ipotesi di un’Italia 100% rinnovabile entro il 2035, con un sistema elettrico alimentato quindi totalmente da fonti green.
In 12 anni, un paese decarbonizzato
Lo studio commissionato da Wwf, Legambiente e Greenpeace non arriva in un momento qualsiasi. Va infatti sottolineato che entro il 30 giugno dovrà essere portata a termine la revisione del Piano nazionale integrato energia e clima, in sigla Pniec, il documento mediante il quale gli Stati UE individuano le politiche e le misure da mettere in campo per il raggiungimento degli obiettivi climatici di fine decennio. E per l’appunto l’indagine di Ecco dimostra che è possibile inseguire l’obiettivo di un’Italia 100% rinnovabile entro i prossimi 12 anni. Una presa di posizione netta, che sembra lontana dall’attuale strategia del governo, il quale sembra piuttosto intenzionato a trasformare il Paese in un hub mediterraneo del gas.
Per un’Italia 100% rinnovabile servono oltre 90 Gigawatt in più
A conti fatti, per avere un’Italia al 100% rinnovabile dal punto di vista elettrica entro il 2035, è necessario un incremento di oltre 90 GW di energie rinnovabili rispetto a quelle presenti sul territorio nel 2021. Si capisce quindi che il ritmo della conversione energetica deve cambiare: si parla di moltiplicare l’attuale velocità di 8 volte, per arrivare a una potenza installata rinnovabile di 250 GW nel 2035, con tappa intermedia di 160 GW entro il 2030.
L’importanza dei sistemi di accumulo, niente tecnologia per catturare anidride carbonica
Ma quali sono i passi da seguire per decarbonizzare il paese? Ovviamente per avere un’Italia 100% rinnovabile è necessario abbandonare totalmente i combustibili fossili, affidandosi alle rinnovabili: Le quali però non sono programmabili, e sono incostanti. Ecco che allora saranno necessari investimenti importanti nella realizzazione di sistemi di accumulo, così da poter gestire in modo intelligente i picchi di produzione come quelli di domanda.
Lo studio inserisce tra le risorse indispensabili per transizione tecnologica italiana l’idrogeno verde – l’unico modo effettivamente possibile per la decarbonizzazione dei settori “hard to abate”. Non viene invece presa in considerazione, per ora, la messa in campo di tecnologie per risucchiare l’anidride carbonica dall’aria per raggiungere più velocemente gli obiettivi climatici: stando allo studio, tali sistemi sarebbero “eccessivamente onerosi e dipendenti da sinergie con la filiera di petrolio e gas”. Nell’indagine viene inoltre evidenziato quanto sia importante ridurre al minimo l’importazione di energia dall’estero. Il rischio sembra infatti quello di voler spostare il problema oltre confine, lasciando che siano altri a inquinare al posto nostro, creando di fatto una specie di greenwashing energetico nazionale.
Anche in questo caso viene sottolineato come, per accelerare la transizione energetica dell’Italia, sia necessaria una revisione del sistema delle autorizzazioni, per non rallentare l’aumento delle energie pulite.
Ti è piaciuto l'articolo?
Condividilo