biogas dagli scarti di cibo
Bioenergie

Biogas dagli scarti di cibo: una preziosa opportunità

Quella dello spreco alimentare è una piaga che sembra difficilissima da debellare. E di certo i tentativi non mancano. Si pensi per esempio al percorso messo in atto dalla Commissione UE per cambiare le diciture relative alle scadenze dei prodotti alimentari, con la volontà di introdurre – al fianco alla scritta “da consumarsi preferibilmente entro il” – anche la dicitura “spesso buono oltre il”, nella convinzione che molti consumatori non comprendano appieno il significato delle varie etichette (senza quindi afferrare la differenza tra “da consumarsi entro” e “da consumarsi preferibilmente entro”). Un dato resta comunque certo: lo spreco alimentare a oggi è altissimo. Ogni anno, considerando tutta la filiera, dalla produzione primaria fino alla vendita e alle case, vengono sprecati 931 milioni di tonnellate di alimenti. Un’enorme montagna di scarti di cibo, spesso costituiti peraltro da alimenti perfettamente commestibili, buoni e nutrienti, che potrebbero essere assolutamente consumati. Invece quegli scarti di cibo finiscono in discarica, dove la decomposizione fa registrare elevate emissioni di metano. Un gas serra che, va sempre sottolineato, ha sul breve termine una capacità di trattenere il calore molto più alto rispetto a quello dell’anidride carbonica. Ecco allora che risulta interessante la possibilità di creare biogas dagli scarti di cibo: vediamo cosa si sta facendo in questo campo.

Dai rifiuti un nuovo valore

L’idea di creare biogas dagli scarti di cibo non è nuova. Ma è stata messa al centro della discussione da un recente articolo pubblicato dalla rivista scientifica MIT Technology Review. Qui ci si concentra non solo sullo spreco alimentare, ma anche sulle compagnie che stanno lavorando per “sfruttare” queste risorse, le quali, se abbandonate a sé stesse, sono per l’appunto uno spreco, nonché un danno per l’ambiente (per via delle emissioni nominate sopra). E sì, in effetti ci sono delle aziende che hanno tutto l’interesse a raccogliere gli alimenti buttati nella spazzatura sa supermercati, magazzini o ristoranti per creare a partire da questi rifiuti un nuovo valore. Tra le imprese che hanno attirato maggiore attenzion c’è la Divert, un marchio statunitense che lavora per l’appunto per creare biogas dagli scarti di cibo

Come creare biogas dagli scarti di cibo

L’attività della Divert è ancora agli inizi, ma la compagnia si dice pronta a portare a un altro step la creazione di biogas dagli scarti di cibo: a rendere possibile la cosa ci sarebbe peraltro un finanziamento appena ricevuto pari a un miliardo di dollari, da usare per l’appunto per la creazione di infrastrutture dedicate alla digestione anaerobica. Perché è questo il processo per generare biogas dagli scarti di cibo. Le digestione anaerobica è un iter che viene normalmente usato per trattare le acque di scarico, e che può dare grande beneficio anche nel recupero e nell’utilizzo a fini energetici degli scarti di cibo. I rifiuti in questione, dopo essere raccolti, vengono macinati e trasformati in liquame, per poi essere messi in reattori chiusi, chiamati digestori: lì non c’è ossigeno, ma ci sono invece dei microrganismi, dei batteri, che si cibano degli scarti di cibo. Gli stessi batteri emettono biogas, nonché un altro prodotto, questa volta solido, il digestato, che può essere usato come fertilizzante in agricoltura.

Recuperare – in parte – lo spreco

Non ci sono dubbi: la priorità è sempre quella di ridurre lo spreco alimentare, a tutti i livelli. Ma di certo può essere importante mettere a punto dei processi sostenibili per valorizzare comunque gli scarti. Il biogas prodotto dai rifiuti alimentari può essere usato come alternativa sostenibile al gas naturale, per andare ad alimentare gli stessi reattori, altri impianti industriali o perché no, anche delle utenze di tipo domestico.