In arrivo la carta igienica in fibra di bambù
Quanti alberi servono – e quindi vengono abbattuti – per produrre la carta igienica che usiamo tutti i giorni? Per la sola popolazione italiana, si stima un fabbisogno di circa 2,5 milioni di alberi all’anno. E il problema ulteriore è che, nel 75% circa dei casi, si parla ancora oggi di celluosa vergine. Facendo i conti, quindi, i soli italiani utilizzano 4mila alberi al giorno sotto forma di carta igienica. Da dove arrivano questi alberi? Una piccola parte è il risultato del disboscamento, un’altra dell’abbattimento di alberi coltivati appositamente per produrre cellulosa, e una terza parte da scarti di lavorazione di altri processi. Il problema è che gran parte degli alberi usati in questa industria provengono dall’America del Sud, la quale come è noto è colpita da una deforestazione selvaggia. Una soluzione però esiste, ed è pronta a trasformarsi in realtà anche in Italia: si parla della carta igienica in fibra di bambù, che è stata lanciata da una startup di Saronno denominata Paff (overo Paper For Future).
Vantaggi della carta igienica in fibra di bambù
Per quale motivo la carta igienica in fibra di bambù sarebbe più sostenibile rispetto ai tradizionali rotoli che troviamo nei supermercati? Una premessa è d’obbligo: in Oriente l’uso del bambù in luogo della normale cellulosa è assolutamente normale da migliaia di anni. Si tratta, insomma, di un materiale già assolutamente “rodato”. Il primo grande vantaggio del bambù è il fatto che queste piante crescono molto rapidamente rispetto agli alberi normali, con alcune tipologie di piante che riescono ad acquisire fino a 1 metro al giorno. Di fatto, il ritmo del consumo potrebbe essere paragobabile a quello della crescita della pianta. Non è tutto qui: nel nel suo ciclo di vita, il bambù riesce a catturare una mole maggiore di anidride carbonica (si calcola circa fino a 20 volte in più dei comuni alberi). Non si tratta di vero e proprio legno, quanto invece di un vegetale dal busto fibroso ed elastico, che si presenta in natura in oltre 1.500 specie diverse.
Come è la carta igienica fatta con il bambù
E come sarebbe la carta igienica in fibra di bambù? Come ha spiegato sulle pagine di La Repubblica Claudio Basilico, co-fondatore della startup Paff, si tratta di «un prodotto simile alla carta premium». Ecco che allora si parla di una carta morbida, ipoallergenica e antibatterica, che assomiglia alla carta igienica tradizionale anche dal punto di vista del colore. Il risultato sarebbe quindi persino migliore rispetto a quello della carta riciclata. E per quanto riguarda il costo? «I nostri rotoli costano circa il 20% in più rispetto a un tradizionale, ma con l’inflazione galoppante la distanza si sta riducendo» ha puntualizzato Basilico, precisando che «si parla di poco meno di 50 euro per 48 rotoli».
Da dove viene e dove verrà prodotta questa carta
Attualmente la carta igienica in fibra di bambù della startup Paff è in vendita online, mentre si cercano accordi con diversi distributori, guardando sprattutto al settore alberghiero e al settore consumer di fascia alta. Ad oggi la carta viene prodotta da un partner orientale, ma la startup di Saronno prevede due fasi evolutive: si punta in primo luogo ad avviare l’importazione di semi-lavorati, così da portare l’operazione di taglio delle grandi bobine in Italia; il secondo step sarà invece quello di acquistare direttamente il bambù da fornitori comunitari certificati, o eventualmente di avviare una coltivazione diretta. A quel punto sarà così possibile far entrare nella partita le cartiere italiane, pur sapendo che ad oggi le industrie del settore non sono attrezzate per affrontare lavorazioni di questo tipo sul bambù.
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