Cosa sta succedendo alla Cop27 in Egitto?
Cosa sta succedendo alla Cop27 in Egitto? Non è mai facile seguire l’agenda delle Conferenze delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Un po’ perché le dichiarazioni dei leader finiscono spesso per assomigliarsi l’una all’altra, un po’ perché gli incontri concreti che avvengono durante questi eventi sono tantissimi, un po’ perché le decisioni – se vengono prese – arrivano sempre alla fine. Quindi, cosa sta succedendo alla Cop27 nel concreto? Si pensi per esempio alla giornata di oggi, giovedì 10 novembre. Guardando al programma della giornata, è possibile distinguere tra meeting aperti e meeting privati. Concentriamoci per esempio sul programma giornaliero degli eventi della scaletta Globale Climate Action (una delle 8 presenti oggi): si parla di un incontro dedicato alla resilienza, un altro dedicato all’adattamento, un altro alla gestione dei rifiuti, un altro ancora al tema “persone in salute, pianeta in salute”, e infine di una discussione sulla qualità e sull’accesso ai dati relativi al cambiamento climatico. Questo per avere una pallida idea di quello che sta succedendo a Sharm el-Sheikh in queste ore. Vediamo ora qualche altro spunto per capire cosa è accaduto durante i primi giorni della Cop 27 (che è in programma fino a venerdì 18 novembre).
Cosa sta succedendo alla Cop27 in Egitto? La questione del loss and damage
Sembra confermato il fatto che il tema più importante di questa Cop 27 egiziana sia proprio quello del loss and damage, ovvero delle finanziamenti che i paesi più ricchi dovrebbero riconoscere a quelli più poveri, e soprattutto maggiormente colpiti dalla crisi climatica. Ma come intendere questi pagamenti? Dovrebbero essere messi in campo dei risarcimenti per egli eventi climatici estremi che hanno avuto luogo in passato, oppure servirebbe una specie di assicurazione che dovrebbe entrare in funzione solo per coprire i danni più recenti nel tempo? Da una parte, gli stati in via di sviluppo pretendono dei fondi promessi molto tempo addietro, e mai arrivati; dall’altra, i paesi più ricchi discutono la forma migliore da adottare.
L’intervento di Giorgia Meloni
Dall’Italia – e non solo – c’è stata una grande attenzione per l’intervento di Giorgia Meloni, per la quale la Cop 27 egiziana rappresenta il primo verticie internazionale. La nuova premier ha spiegato che «sappiamo come sono i disastri climatici, lo abbiamo visto, soprattutto per il dissesto idrogeologico». Più in generale, Meloni ha confermato di mantenere gli impegni presi, dichiarando «nell’Ue pianifichiamo di ridurre i gas serra del 55% per il 2030 e raggiungere la neutralità climatica al piu tardi nel 2050. In questa prospettiva l’Italia ha di recente rinforzato la sua capacità rinnovabile installata e accelereremo in linea con gli obiettivi del RepowerEU. Vogliamo una transizione giusta per sostenere le comunità e non lasciare indietro nessuno».
Il discorso di apertura di Guterres
Di certo uno dei punti di maggiore interesse per chi sta cercando di capire cosa sta succedendo alla Cop27 è il discorso di apertura di Guterres: l’intervento del segretario generale ONU è stato infatti duro e diretto. «L’umanità deve scegliere: cooperare o perire. Quindi o è un patto di solidarietà per il clima o un patto di suicidio collettivo. E le due maggiori economie – Stati Uniti e Cina – hanno la responsabilità particolari di unire gli sforzi per trasformare questo patto in realtà». C’è stata quindi la chiamata in causa diretta di due grandi protagoniste, sottolineando poi l’insensatezza dei danni al pianeta: «la guerra alla Natura è di per sé una massiccia violazione dei diritti umani». Nel suo discorso il segretario generale ONU ha lasciato spazio anche per un po’ di ottimismo, sottolineando che, per affrontare il climate change, «sappiamo cosa fare» e «abbiamo gli strumenti finanziari e tecnologici per farlo». L’importante è che le nazioni si uniscano e si impegnino per implementare gli obiettivi.
Cosa sta succedendo alla Cop27? Il paradosso dei jet privati e le proteste
E poi, per capire cosa sta succedendo alla Cop27 in questi primi giorni, ci sono ovviamente le tematiche “laterali”. Si pensi per esempio al fatto che, in una conferenza chiamata a eliminare le emissioni nocive, decine di leader hanno deciso di raggiungere Sharm el-Sheikh con il proprio jet privato, scatenando le proteste di diversi attivisti ambientali. Proteste che però, intorno a questa Cop27 blindata, trovano poco spazio. Il governo ha infatti vietato l’espressione del dissenso, spingendo gli stessi attivisti a sottolineare che non può esistere nessuna giustizia climatica senza una parallela “giustizia sociale”. Una cosa è certa: tra repressione dei diritti in Egitto e tensione internazionale per via dell’invasione russa ai danni dell’Ucraina, questa Cop non si sta svolgendo nel migliore degli scenari.
Ti è piaciuto l'articolo?
Condividilo