Europa: aumento delle temperature doppio rispetto alla media globale
L’obiettivo posto già in occasione della Cop21 di Parigi, nel 2015, è quello di mantenere l’aumento delle temperature globali al di sotto di 1,5 gradi centigradi. Il problema è che siamo già pericolosamente vicini a questa soglia. Soprattutto in Europa. A sottolinearlo è un report dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (Wmo), nel quale si afferma che «negli ultimi 30 anni le temperature in Europa sono aumentate più del doppio rispetto alla media globale, il valore più alto di tutti i continenti del mondo». In uno scenario come questo, senza delle azioni immediate per ridurre in modo drastico le emissioni di gas serra, eventi catastrofici come alluvioni, incendi e ondate di calore saranno via via sempre più frequenti. Vediamo ora il dettaglio sull’aumento delle temperature in Europa.
I dati del rapporto sull’aumento delle temperature
I dati presentati dal rapporto sullo stato del clima in Europa, realizzato dal Wmo in collaborazione con il Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus, sono relativi al 2021. Si spiega che tra il 1991 e il 2021, e quindi nell’arco di 30 anni, l’aumento delle temperature in Europa è stato pari a circa mezzo grado ogni decennio. E di certo questo incremento non è passato inosservato, portando a fenomeni palesi. Si pensi alla progressiva perdita dei ghiacciai alpini, che si fanno sempre meno estesi: solamente tra il 1997 e il 2021, in media la perdita dei ghiacciai è stata di 30 metri di spessore. E il cambiamento è disastroso anche in Groenlandia, lì dove la calotta glaciale si sta rimpicciolendo a vista d’occhio. Si pensi che, proprio per via dell’aumento delle temperature, nell’estate del 2021 per la prima volta si è assistito a una precipitazione piovosa presso la stazione Summit, un evento senza precedenti. Lo scoglimento dei ghiacci, peraltro, porta a un aumento del livello dei mari, con ulteriori conseguenze negative. E ancora, il rapporto del Wmo prende in considerazione anche gli eventi climatici estremi del 2021: l’anno scorso in Europa sono state centinaia le vittime, con danni economici che hanno superato i 50 miliardi di dollari. Si parla soprattutto di inondazioni e di tempeste.
Sempre parlando dell’aumento delle temperature in Europa, vale la pena citare anche un altro studio, effettuato dalla ong statunitense Climate Central. Qui vengono indicate le città europee che più delle altre risultano colpite dal riscaldamento globale. Svettano in cima alla classifica Longyearbyen, nelle Isole Svalbard, Madrid e La Valletta. Al nono posto si trova Genova, seguita al decimo posto da Napoli.
Gli elementi positivi
Va detto che il rapporto dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale presenta anche dei dati positivi. Certo, è sottolineato che in Europa le temperature sono aumentate più del doppio rispetto alla media del pianeta. Ma va anche detto che proprio l’Europa – intesa in questo caso come Unione Europea – ha conosciuto una riduzione delle emissioni di gas serra del 31% a partire dal 1991. L’obiettivo, come è noto, è quello di arrivare al 55% entro la fine del decennio.
Il continente è poi in prima fila nella cooperazione transfrontaliera per le misure di adattamento al climate change, senza scordare il fatto che tante vite sono state salvate proprio grazie ai piani d’azione prontamente messi in campo con l’arrivo delle ondate di caldo.
Come ha spiegato Petteri Taalas, segretario generale dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale, «l’Europa restituisce l’immagine in diretta di un mondo che si sta surriscaldando e ci ricorda che anche le società più preparate non sono al sicuro dall’impatto che possono avere gli eventi meteorologici estremi» aggiungendo che «l’Europa può svolgere un ruolo chiave nel raggiungimento di una società a zero emissioni di carbonio entro la metà del secolo e nel rispetto dell’Accordo di Parigi».
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