Le ondate di calore dei prossimi anni
L’anticiclone africano che ha colpito l’Europa negli ultimi giorni ha generato ondate di calore da record assoluto. Si pensi all’Inghilterra, dove per la prima volta sono stati toccati i 40 gradi centigradi. Le condizioni che hanno caratterizzato gli ultimi giorni in diversi paesi europei sono state molto simili a quelle della caldissima estate del 2003, che in agosto colpì duramente il continente , portando – si stima – a decine di migliaia di vittime. Ma di certo anche questo susseguirsi di ondate di calore ha fatto e sta facendo grandi danni. Si pensi alla siccità e ai record negativi dei grandi fiumi del paese; al fatto che si raggiungono gli 0 gradi solamente al di sopra dei 4.800 metri di altitudine, condannando di fatto allo scioglimento i ghiacciai alpini (partendo dal presupposto che la vetta più alta in Europa è il Monte Bianco, con i suoi 4.809 metri). Ma si pensi anche agli incendi che hanno colpito i boschi e le foreste del Friuli, della Versilia, del Lazio, delle Marche, della Puglia, della Campania, del Trentino e della Sicilia. Di fronte a uno scenario di questo tipo, e conoscendo le temperature delle ultime estati, non ci si può che interrogare sul futuro, e dunque sulle ondate di calore che investiranno l’Europa nei prossimi anni.
Le ondate di calore che ci aspettano
Stando alle indagini di diversi gruppi di ricerca, le ondate di calore che stanno investendo l’Europa non sono eccezionali. O meglio, non lo sono se comparate a quelle che ci aspettano nei prossimi anni. Uno studio pubblicato proprio in questi giorni da Jiayu Zheng e Chunzai Wang, dell’Accademia Cinese della Scienze, sulla rivista Advances in Atmospheric Sciences, si stima che nelle prossime estati ci si potrà aspettare un aumento del 30% delle ondate di calore. Anche in questo studio si ribadisce come la causa principale di queste temperature estreme sia da individuare nei gas serra, e dunque nelle attività umane. Sono infatti le emissioni inquinanti che finiscono per alterare le correnti atmosferiche, portando a delle estati pericolosamente torride. É questo del resto quello che è successo nell’estate del 2021 nel versante del Pacifico del Nord America, con un susseguirsi di ondate di calore che ha portato a circa 1.500 decessi.
Le conseguenze del surriscaldamento, anche pratiche
Non si contano più gli studi scientifici che hanno dimostrato come, senza un’azione repentina, gli eventi meteorologici estremi diventeranno via via più frequenti, rendendo la vita sul nostro pianeta sempre più dura e e difficile. Aumento del livello dei mari, incremento delle temperature medie, scioglimento dei ghiacciai e delle calotte, moltiplicarsi di disastri naturali, estinzione di tantissime specie animali, siccità, migrazioni di massa: queste sono solamente alcune delle conseguenze che i cambiamenti climatici possono portare. Ma va detto che ci sono delle conseguenze anche più pratiche. Pensando alle sole ondate di calore, infatti, si può affermare che al di sopra di una certa temperatura tante cose smettono di funzionare. Si pensi ai binari delle ferrovie inglesi, che hanno iniziato a piegarsi per via delle alte temperature. Ma si pensi anche al fatto che i nostri normali aerei di linea non possono decollare quando il termometro si avvicina ai 48 gradi, senza peraltro sottolineare il fatto che le piste di tanti aeroporti, durante le ondate di calore, si rovinano al punto da rendere pericolosi decolli e atterraggi. Lo stesso corpo umano ha grosse difficoltà ha funzionare propriamente sopra a certe temperature.
Non deve essere per forza così
Gli studi dicono in modo molto chiaro quali potranno essere le conseguenze del cambiamento climatico, e le ondate di calore di questo 2022 sono solo un’avvisaglia del futuro. Ma va sottolineato anche che niente è stato scritto sulla pietra: ci sono ancora delle opzioni percorribili. Il tempo per agire si sta però esaurendo.
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