Smart Packaging: la sfida dell’industria 4.0
Si sente sempre più parlare di smart packaging, ovvero degli imballaggi intelligenti che seguono la logica green per supportare una nuova logistica, che sia attenta all’ambiente e soprattutto efficiente. La richiesta è arrivata dai consumatori stessi, sempre più attenti alle questioni ambientali e consapevoli dell’impatto delle proprie scelte d’acquisto.
Le aziende si trovano oggi ad affrontare una nuova sfida, ovvero quella di includere nuovi sistemi di packaging che siano a basso impatto ambientale e ad alto valore innovativo.
Che cos’è lo smart packaging
Con il termine “smart packaging” ci si riferisce a tutti quegli elementi dell’imballaggio che possono essere messi in connessione tra loro, permettendo lo sviluppo di svariate funzionalità. Qualche esempio? Tracciare i prodotti e le loro caratteristiche lungo tutta la supply chain, tenere traccia del ciclo di vita del prodotto, raccogliere dati sulle interazioni di utilizzo e addirittura comunicare con il consumatore tramite dati acquisiti e offrendogli servizi.
Questo “contenitore intelligente” conterrebbe quindi un’interfaccia utile per modificare il rapporto tra il consumatore e il prodotto, generando valore utile grazie alla sua interconnessione.
Sono tre gli elementi che contraddistinguono lo smart packaging: la sostenibilità, la protezione e la tracciabilità. Il primo punto, ovvero la sostenibilità, è fondamentale in quanto conferma l’importanza della direzione ecologica che già molte aziende stanno intraprendendo. Una vera rivoluzione smart non può essere attuata se a questa non viene associata l’attenzione per la tutela ambientale.
Con protezione, invece, si intende la creazione dell’imballaggio su misura per il prodotto che andrò a contenere, così da non generare danni alla merce.
Infine, la tracciabilità è il punto che contraddistingue maggiormente gli smart packaging e indica la capacità dell’imballaggio di trasmettere le informazioni sul suo contenuto.
Lo smart packaging nasce dal concetto molto più ampio di Functional Packaging, ovvero imballaggio funzionale, che viene regolamentato a livello europeo dal Regolamento CE 450/2009 e che raggruppa tutti i materiali attivi e intelligenti destinati al contenimento dei prodotti alimentare.
All’interno del regolamento vengono definite tre diverse tipologie di imballaggi:
- gli imballaggi intelligenti, ovvero imballaggi creati con materiali in grado di fornire le indicazioni circa lo stato di qualità della merce che contengono;
- gli imballaggi attivi, creati con materiali che possono interagire non solo con la merce che trasportano, ma anche con l’ambiente in cui si trovano, tramite il rilascio o l’assorbimento di sostanze presenti nell’ambiente, la cui presenza o assenza allungherebbe il periodo di vita del prodotto;
- gli smart packaging, che uniscono le funzionalità dell’imballaggio attivo con quelle dell’imballaggio intelligente, garantendo vantaggi ai consumatori e alle aziende produttrici.
Smart Packaging ed ecosostenibilità
Per meglio comprendere perché si è giunti all’ideazione di packaging in grado di coniugare l’innovazione tecnologia con l’ecosostenibilità è bene conoscere il contesto in cui le aziende e i consumatori si muovono oggi giorno. Secondo l’indagine European Consumer Packaging Perceptions, condotta da Coleman Parkes, il 73% degli italiani risulta molto preoccupato per l’ambiente e per questo motivo adotta nel suo piccolo dei comportamenti virtuosi volti a non generare ulteriori danni ambientali. L’Italia può vantare infatti di essere in cima alla classifica per la capacità di riciclo dei rifiuti (74%), seconda solo all’Inghilterra (78%).
Quindi, secondo i ricercatori il tema della salvaguardia ambientale e dell’ecosostenibilità influenza notevolmente il comportamento d’acquisto del 75% degli italiani, i quali ritengono che sia il cartone il materiale da imballaggio più ecologico. Questo dato si allinea con il comportamento europeo, basti pensare che dovendo scegliere tra un imballaggio in cartone e uno in plastica l’81% degli europei sceglie il cartone.
Ecco quindi che in questo contesto le aziende sono chiamate a rispondere con soluzioni innovative e green, in grado di allinearsi con i valori del nuovo mercato. Sono ormai diverse le imprese che hanno preso consapevolezza del grande impatto ambientale degli imballaggi durante tutto il loro ciclo di vita, dalla produzione fino allo smaltimento. Un esempio tra queste è Procter & Gamble, i cui marchi di largo consumo sono tra i più presenti all’interno delle case italiane. P&G si impegna nell’ambito dell’eco packaging ponendosi il grande obiettivo di raggiungere entro il 2030 il del 100% degli imballaggi riciclabili o riutilizzabili e dimezzare l’utilizzo di plastica vergine derivata dal petrolio.
Si tratta di azione di grande rilevanza in quanto danno l’esempio e tracciano il sentiero anche per le future aziende che vorranno adottare modelli più sostenibili.
Nell’era 4.0 la sfida per tutte le imprese è quella di creare nuove tipologie di imballaggio e nuovi processi produttivi, che siano poco impattanti e forniscano valore grazie all’alto livello di innovazione.
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