Il cammino delle città italiane verso la neutralità climatica
La neutralità climatica è l’obiettivo al quale l’umanità dovrebbe tendere. Non si tratta certo di una sfida impossibile, ma nemmeno di un percorso senza ostacoli. Per poter dichiarare uno situazione di neutralità climatica è necessario ridurre al minimo le emissioni di anidride carbonica, e compensare le rimanenti attraverso delle apposite misure di protezione del clima. Ma come sono messe nel concreto le città italiane in questo percorso? A domandarselo è un’indagine condotta dal Green City Network della Fondazione per lo sviluppo sostenibile e il GSE – Gestore dei Servizi Energetici tra marzo e aprile 2022. Lo studio risultante è stato presentato il 6 giugno, in occasione del primo Festival per la Giornata Mondiale dell’Ambiente di Green&Blue. E sì, sicuramente l’indagine mette in evidenza dei passi in avanti, e persino degli elementi che possono far bene sperare. Ma è ovvio che resti ancora tanta, tantissima strada da fare.
Le città italiane e la neutralità climatica
«Se non si coinvolgono realmente e in modo rilevante le città non vi è alcuna possibilità di accelerare la transizione energetica verso la neutralità climatica e, in particolare, di triplicare gli impianti di rinnovabili da installare ogni anno, di realizzare il forte aumento delle rinnovabili, indispensabile per recuperare il nostro ritardo e raggiungere il target europeo al 2030». Con queste parole il presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile Edo Ronchi ha presentato e commentato l’indagine. La quale come detto mostra dei progressi. Si pensi per esempio che l’85% delle città ha già aderito al Patto dei sindaci per l’energia e il clima, che il 90% ha in programma l’incremento del proprio il verde urbano e che 9 città su 10 hanno progetti di mobilità sostenibile. Ma non si possono trascurare i forti ritardi delle città italiane nell’adottare su larga scala le fonti rinnovabili, nel mettere in atto strategie per il risparmio energetico e via dicendo. A dare un’idea di quanto si sia indietro nel percorso verso la neutralità climatica è per esempio il fatto che solamente il 39% delle città ha aggiornato i target per il clima al 2030, mentre il 70% non ha ancora predisposto un piano per l’adattamento ai cambiamenti climatici. Non stupisce quindi che solo il 4% delle città abbia un obiettivo fissato per il 2050, anno usato come riferimento dal Regolamento europeo 2021/1119 sulla neutralità climatica.
Efficienza energetica e rinnovabili
Per quanto riguarda il tema dell’efficienza energetica, lo studio mostra che il 73% delle città italiane ha già definito dei programmi di riqualificazione energetica degli edifici pubblici; allo stesso tempo, però, il 78% delle città non sta monitorando il target europeo del 2030 riguardante il 3% della riqualificazione urbana. Il monitoraggio manca anche nel campo dei consumi energetici, anche se il 47% delle città ha approfittato dei servizi di accompagnamento del GSE per la riqualificazione energetica degli edifici pubblici e dell’illuminazione.
Guardando alle fonti rinnovabili, circa la metà delle città ha messo in campo delle strategie per la promozione del fotovoltaico, mentre sono ancora meno i centri che hanno pensato a interventi per l’energia solare termica e quella eolica. Il 76% delle città, del resto, non conosce affatto quali sono i propri consumi coperti da rinnovabili. Dato che non stupisce, visto che il 93% delle città non conosce il numero degli impianti di produzione termica da energie rinnovabili siano presenti nel proprio territorio.
Trasporti, rifiuti e assorbimenti di carbonio
L’indagine prende in considerazione infine anche i temi della decarbonizzazione dei trasporti, della gestione dei rifiuti e degli assorbimenti di carbonio. Sul lato dei trasporti, la maggior parte delle iniziative sono realizzate nel campo delle piste ciclabili e delle colonnine di ricarica, mentre solo il 42% dei centri ha previsto interventi per potenziare il trasporto pubblico.
Per quanto riguarda la gestione dei rifiuti, l’82% delle città prese in esame presenta un tasso di raccolta differenziata superiore alla media nazionale, anche se va detto che solo il 42% delle città presenta dei centri di riuso. Arrivando agli assorbimenti di carbonio, poco più della metà delle città italiane conosce l’obiettivo europeo, e il 90% ha già programmato degli aumenti delle aree verdi urbane.
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