L’impatto ambientale delle demolizioni: ecco perché è meglio riqualificare
Ormai da anni è noto: il settore dell’edilizia è ritenuto tra i più dannosi per il nostro pianeta. Un rapporto realizzato dalla Global Alliance for Building and Construction e presentato alla Cop25 di Madrid, per esempio, ha quantificato l’impatto ambientale del settore edilizio, affermando che costruzioni, materiali ed edifici sono responsabili di circa il 39% delle emissioni di anidride carbonica disperse nell’ambiente. Non può quindi stupire l’attenzione sempre più forte degli ultimi anni verso l’architettura sostenibile, rinvigorita a suon di bonus di vario genere. L’obiettivo è quello di avere edifici più green, con consumi ridotti di energia. Ma non si deve pensare unicamente all’utilizzo delle costruzioni: è necessario pensare infatti anche all’inquinamento relativo al processo di costruzione o di riqualificazione degli edifici stessi. É molto importante, da questo punto di vista, soffermarsi sull’impatto ambientale delle demolizioni.
Demolire i vecchi edifici per lasciare spazio a costruzioni sostenibili
Le principali direttive seguite negli ultimi anni sono due: da una parte fermare la cementificazione del suolo, dall’altra realizzare edifici più sostenibili. Ecco allora che, seguendo questi due obiettivi, la demolizione di vecchie costruzioni energivore e inquinanti potrebbe sembrare una mossa assolutamente legittima. Dati alla mano, però, le emissioni create per produrre i materiali per dei nuovi edifici – e quindi metallo, cemento, mattoni, vetro, plastica e quant’altro – sarebbero tali da rendere molto alto l’impatto ambientale delle demolizioni, pur tenendo in considerazione la maggiore sostenibilità dell’edificio risultante dal processo di demolizione e di ricostruzione.
L’edificio più green
“The Greenest Building is the one already standing”. L’edificio più green è quello che è già in piedi. Con questo slogan era già stato realizzato nel 2012 un importante rapporto a cura del Preservation Green Lab della National Trust for Historic Preservation, il quale dimostrava quanto fosse minore l’impatto ambientale della riqualificazione degli edifici esistenti rispetto alla loro demolizione. Stando ai dati del report l’impatto complessivo della riqualificazione sarebbe in media del 46% minore rispetto a quello della demolizione. A patto, ovviamente, di usare dei materiali a basso inquinamento per la ristrutturazione.
La discussione sull’impatto ambientale delle demolizioni, nel Regno Unito
E proprio l’impatto ambientale delle demolizioni è tra i temi più discussi in queste settimane nel Regno Unito, anche in seguito a delle decisioni del governo volte ad allentare leggermente le regole di pianificazione in campo edilizio. Come sottolineato dal Commons Environmental Audit Committee, ovvero dal comitato della Camera dei Comuni dedicato all’analisi delle politiche e dei programmi del governo sul fronte della sostenibilità, questo cambiamento potrebbe portare a un aumento della quota di demolizioni. «Dalle case agli uffici, dai negozi alle strutture ricettive» ha spiegato il presidente del Comitato Philip Dunne «le nostre costruzioni bloccano al proprio interno una significativa quantità di carbonio, il quale viene sprecato tutte le volte in cui questi edifici vengono abbattuti per essere ricostruiti».
Di certo non è facile convincere i costruttori a preferire sempre la strada della riqualificazione in luogo di quella costituita da demolizione e ricostruzione. Tanto più che, molto spesso, vi è la convinzione che molti edifici non possano affatto essere convertiti, e che in ogni caso sul lungo termine le nuove costruzioni low carbon possano ammortizzare l’alto livello di emissioni causato da demolizione ed edificazione. Al centro della discussione, come riportato dall BBC, è finito per esempio il grande edificio che ospita da 90 anni il punto di vendita di Marks And Spencer, in Oxford Street, nel centro Londra. La proprietà, pur ammettendo la gravità del cambiamento climatico in corso, ha optato per la demolizione, affermando che il nuovo edificio sarà tra il 10% degli edifici più performanti di Londra in termini energetici. Grazie a queste buone performance, 17 anni di ridotto utilizzo energetico saranno sufficienti per “coprire” le emissioni create dal demolizione e ricostruzione, le quali si stimano di circa 40.000 tonnellate di anidride carbonica. Il Comitato della Camera dei Comuni, da parte sua, vuole imporre l’obbligo per tutti i costruttori di calcolare le emissioni complessive per l’intero ciclo di vita degli edifici, avviando così una vera e propria battaglia contro la demolizione nel Regno Unito. La strada alternativa sarebbe invece quella di permettere lo smantellamento degli edifici, assicurando però il più alto tasso di riciclo e di riutilizzo dei materiali precedenti, così da riuscire a ridurre l’impatto ambientale delle demolizioni.
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