13 anni di siccità in Cile: al via il razionamento d’acqua
La Società Meteorologica Italiana ha affermato che il quadrimestre compreso tra dicembre 2021 e marzo 2022 è stato, a Torino, il secondo più povero di piogge a partire dal 1802. A fare peggio, nel capoluogo piemontese, era riuscito solamente l’inverno tra il 1989 e il 1990. Negli ultimi 4 mesi a Torino sarebbero infatti caduti appena 28,4 millimetri di pioggia. Del resto, che in Italia – e in particolare al Nord – si abbia avuto un inverno siccitoso, non è certo una novità. Basta guardare lo stato in cui versano i corsi d’acqua del paese per rendersene conto. Ma va detto che ci sono altri luoghi nel mondo che, con un’eccezionale siccità, hanno a che fare non da mesi, quanto invece da anni. È questo per esempio i caso del Cile, e in particolare della sua capitale, Santiago del Cile. Qui la siccità, e quindi l’estrema penuria di precipitazioni, va avanti da ben 13 anni. Il fattore scatenante di un periodo così lungo di siccità, ormai è certo, è il cambiamento climatico. Sono eventi climatici eccezionali come questi che dimostrano sempre più spesso come il climate change colpisca di volta in volta in modo diverso a livello locale, con periodi di estrema siccità, rialzi delle temperature, bombe d’acqua e via dicendo.
L’annuncio del razionamento dell’acqua a Santiago del Cile
Santiago del Cile si trova a 570 metri di altitudine, nell’entroterra cileno, lì dove è stata fondata nel 1541 da Pedro de Valdivia, in onore di San Giacomo. Questa città conta oggi quasi 6 milioni di abitanti, che proprio in questi giorni stanno facendo i conti con un importante sistema di razionamento d’acqua. L’annuncio è arrivato il 10 aprile, da parte del governatore della regione Claudio Orrego. Certo, dopo tutti questi anni di siccità in Cile, non si è trattato di una sorpresa. Anzi, questa misura estrema era stata più volte anticipata, proprio come extrema ratio da mettere in campo nello scenario peggiore. E purtroppo quella situazione così temuta si è infine trasformata in realtà. «Una città non può vivere senza acqua» ha spiegato Orrego nella conferenza stampa per il razionamento dell’acqua « ci troviamo ora in una situazione senza precedenti nei 491 anni di storia della nostra città, dove ci dobbiamo preparare a non avere abbastanza acqua per tutti gli abitanti». È con queste parole che il governatore ha annunciato il razionamento, il quale non potrà essere passeggero. La carenza idrica cilena, infatti, «rappresenterà la sfida ambientale principale dei prossimi 30 anni».
Il piano per razionare l’acqua durante la siccità in Cile
E mentre il livello dell’acqua dei fiumi Maipo e Mapocho (che riforniscono Santiago del Cile) è spaventosamente basso, viene quindi annunciato il sistema con cui verranno razionate le risorse idriche. Nello specifico sono stati istituiti 4 livelli di allerta, dal livello verde a quello rosso, in base all’effettiva disponibilità di acqua apportata dai fiumi. Nel momento i due corsi d’acqua non permetteranno di avere un’autonomia 2 mesi e di 10 giorni, scatterà automaticamente il terzo livello di allerta; si arriva invece al razionamento vero e proprio quando la situazione peggiora ulteriormente. Si parla in questo caso di un taglio delle risorse idriche immesse nella rete ogni 4, 6 o 12 giorni, in base alla gravità dello scenario. Ma anche in allerta verde sono attive delle misure per la mitigazione dei consumi, per arrivare alla riduzione della pressione degli acquedotti già al secondo livello di allerta.
Non un fenomeno passeggero
Stando agli studi condotti finora, negli ultimi 3 decenni la disponibilità d’acqua in Cile si è ridotta tra il 10 e il 37%. Nelle regioni centrali e settentrionali, si stima che potrebbe esserci un’ulteriore riduzione del 50% entro il 2060. Come ha sottolineato Orrego, «è importante che i cittadini capiscano che il cambiamento climatico è qui per restare. Non è solo globale, è locale».
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