Animali

Meno allevamenti intensivi in Olanda: entro il 2030 via il 30% dei capi

Chi più, chi meno, i paesi europei stanno mettendo in atto politiche e misure per contenere i cambiamenti climatici, andando a tagliare in modo progressivo le emissioni di gas serra. Tra le iniziative più importanti ci sono per esempio quelle relative al pacchetto della Commissione europea “Fit for 55”, che ha l’obiettivo di ridurre le emissioni del 55% rispetto ai livelli del 1990, entro il 2030. A partire da questo pacchetto di direttive, per dire, in Italia è stato introdotto lo stop della vendita di auto a benzina e a diesel nel 2035. Ma ci sono anche dei paesi che si stanno muovendo in autonomia, con delle misure effettivamente molto forti. È il caso dell’Olanda, che proprio in questi giorni ha annunciato di voler ridurre la quantità di capi allevati nel territorio nazionale. Più nello specifico, la volontà sarebbe quella di ridurre del 30% il numero di capi presenti negli allevamenti intensivi olandesi. L’obiettivo dichiarato, attraverso grandissimo ridimensionamento del settore dell’allevamento, è quello di dimezzare le emissioni di azoto, così da proteggere un ambiente già messo a dura prova proprio dagli allevamenti. Non si tratta, va sottolineato, di una misura improvvista: da mesi il governo guidato da Mark Rutte lavora a una svolta di questo tipo, con l’aiuto di studiosi pronti a individuare le azioni più efficaci per ripristinare la salute del suolo d’Olanda. Ma perché in questo paese europeo ci si sta concentrando in modo così specifico su una norma per avere meno allevamenti intensivi?

Meno allevamenti intensivi: perché il governo olandese si concentra su questo settore

Altrove l’attenzione dei governi si concentra sul settore dei trasporti, sugli impianti energetici e vai dicendo. In Olanda, invece l’attenzione in questi mesi è posta sugli allevamenti intensivi. Questo perché l’Olanda, un paese relativamente piccolo, dalla superficie totale equivalente pressapoco all’unione di Veneto e Lombardia, rappresenta il primo paese a livello europeo per l’esportazione di carne. In un paese con 17 milioni di abitanti si contano in tutto circa 100 milioni di capi di bestiame. Questa altissima concentrazione di animali allevati ha delle conseguenze forti, anche e soprattutto sul terreno, che viene danneggiato dall’ammoniaca prodotta da letame e da liquami. Decenni dopo decenni, importanti aree territoriali olandesi sono state prostrate dall’azoto, con una progressiva acidificazione e sovrafertilizzazione. Da qui, quindi, la decisione forte del governo olandese di ridurre gli allevamenti intensivi nei prossimi anni, per permettere al suolo di tornare in salute. Si prevedono anche dei risarcimenti e degli incentivi per gli allevatori che verranno colpiti dalla misura: l’obiettivo è portare queste imprese verso uno sfruttamento più rispettoso del suolo, a partire dall’agricoltura biologica.

Ridurre o tagliare gli allevamenti?

La misura introdotta in Olanda potrebbe essere d’esempio a livello europeo. Va però detto che c’è chi guarda anche più in là, non solo verso un futuro con meno allevamenti intensivi, quanto verso un futuro senza questo settore. Un nuovo studio firmato da Michael B. Eisen e Patrick O. Brown, pubblicato sulla rivista scientifica Plos climate, spiega infatti che eliminando totalmente gli allevamenti a livello globale, sarebbe possibile ridurre le emissioni di gas serra del 68%. Togliere di mezzo ogni allevamento permetterebbe infatti di ridurre le emissioni di anidride carbonica, di metano e di ossido di azoto, di eliminare la coltivazione di campi per produrre mangime, di recuperare la vegetazione nativa e via dicendo. Si è calcolato che il 30% della superficie terrestre è dedicata al pascolo o alla coltivazione di mangimi per animali: con l’eliminazione dell’intero settore zootecnico sarebbe possibile tagliare ogni anno 25 gigatonnellate di emissioni di CO2 di origine antropica. Questo, per dire, vorrebbe dire eliminare la metà delle emissioni necessarie per contenere il surriscaldamento globale al di sotto dei 2 gradi centigradi.