É in corso la sesta estinzione di massa: ecco cos’è
Gran parte della comunità scientifica sembra concorde nell’affermare che è in corso la sesta estinzione di massa. Le cause sono note, e il fattore scatenante è l’uomo – ed è questo l’elemento differenziante rispetto alle passate estinzioni di cui abbiamo conoscenza. Mai prima d’ora, nella lunga storia dell’uomo, c’era stata una crisi della biodiversità pari a quella che stiamo affrontando – e causando – oggi. A spingere in questa direzione sono prima di tutto i cambiamenti climatici, con gli ultimi anni che hanno fatto registrare drammatiche temperature record. Ma sono da mettere in conto anche il consumo eccessivo di carne, che porta a sua volta a un aumento dell’effetto serra, e altri fenomeni collegati più o meno direttamente con il surriscaldamento globale. Tutti insieme questi elementi stanno portano alla sesta estinzione di massa, definita anche Estinzione dell’Olocene, prendendo il nome dall’era geologica cominciata circa 11.700 anni fa, e che da qualche decennio avrebbe ceduto il passo all’Antropocene (a rimarcare il ruolo della società umana nella modifica del pianeta). Ma cos’è nel concreto la sesta estinzione di massa?
Cos’è la sesta estinzione di massa
Per capire cos’è la sesta estinzione di massa può essere utile guardare al passato. Si parla di estinzione di massa a proposito del fenomeno che ha portato alla scomparsa dei dinosauri, avvenuta 65 milioni di anni fa, e che portò con sé anche l’estinzione di innumerevoli specie di batteri, di vegetali nonché di animali acquatici primitivi. Si capisce quindi che l’estinzione di massa è un fenomeno che si dipana per molto tempo – è del tutto possibile vivere nel bel mezzo di tale evento senza accorgersene – ma che dal punto di vista geologico ha in realtà una durata estremamente contenuta. In occasione di un’estinzione di massa l’ecosistema terrestre viene turbato in modo violento e irreversibile. In tutti i casi, va sottolineato, i mutamenti sono da ricondurre a un incremento del carbonio negli oceani e nell’atmosfera, a sua volta causato da fenomeni differenti.
Gli studi che dimostrano che è in corso l’Estinzione dell’Olocene
Sono come anticipato tanti e diversi i lavori scientifici che dimostrano che un’estinzione di massa è in atto. È questo il risultato di uno studio realizzato da un gruppo di biologi del Muséum National d’Histoire Naturelle di Parigi e dell’Università delle Hawaii di Honolulu, il quale afferma che a partire dal 1500 sarebbero scomparse tra le 150.000 e le 260.000 specie, ovvero tra il 7,5% e il 13% delle 2 milioni di specie conosciute. Ma questo è, per l’appunto, solo uno dei tanti esempi che parlano dell’Estinzione dell’Olocene. Secondo il geofisico del MIT di Boston Daniel Rothman, per esempio, il processo di estinzione in corso dovrebbe raggiungere il suo apice entro la fine de secolo, per poi richiedere circa 10.000 anni per ritrovare un equilibrio sulla Terra. Stando a Science Advance stiamo perdendo 3 specie viventi ogni ora, e 3.000 ogni anno, con un tasso di estinzione che si rivela così di 100 volte maggiore rispetto alla normalità. E ancora, il WWF sintetizza l’impatto dell’uomo moderno affermando che, negli ultimi 4 decenni, avremmo portato all’estinzione del 60% delle specie viventi. E questo processo è tutt’altro che in via di remissione, partendo dal fatto che, secondo la nota Lista rossa delle specie a rischio dell’International Union for Conservation of Nature (Iucn), circa il 25% dei mammiferi e il 12% degli uccelli sono attualmente a rischio di estinzione. Non va poi trascurato che ci sono milioni di specie viventi di cui non abbiamo alcuna notizia, stanziate nel fondo degli abissi oceanici come nelle più intricate foreste tropicali: probabilmente, però, l’innalzamento dei livelli di carbonio sta impattando anche su questi mondi poco o per nulla conosciuti.
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