Ocean Battery: l’idea di una startup per accumulare energia in fondo al mare
C’è un problema che accomuna le più promettenti e diffuse fonti di energia rinnovabile. Parliamo per esempio degli impianti fotovoltaici, che sfruttano il calore dei raggi solari per generare elettricità, e parliamo degli impianti eolici, onshore e offshore, che trasformano la forza del vento in energia elettrica. Il problema è che queste fonti sono incostanti. Il sole infatti non può splendere per sempre, con i raggi solari che non raggiungono gli impianti fotovoltaici né nei giorni nuvolosi, né tantomeno di notte. E non di rado anche il vento smette si soffiare, così da immobilizzare le pale delle turbine eoliche. In quei momenti, in quelle ore o in quelle giornate, non viene prodotta energia elettrica. Come ci si può quindi affidare a degli impianti di questo tipo per soddisfare il nostro fabbisogno energetico, eliminando le centrali elettriche più inquinanti? Ebbene, è possibile creare un mix di fonti, affidandosi di volta in volta al vento, al sole, alle onde, e via dicendo. Ma è senz’altro necessario trovare dei modi efficaci e convenienti per accumulare l’energia elettrica prodotta con le fonti rinnovabili, così da poterla immettere nella rete nei momenti in cui non ne viene prodotta di nuova o durante i periodi di picco di utilizzo. Negli ultimi anni sono stati proposti i più disparati progetti per stoccare l’energia rinnovabile in modo efficiente: una di quelle promettenti è stata presentata al CES 2022 di Las Vegas, e si chiama Ocean Battery.
Ocean Battery, una batteria per accumulare l’energia elettrica degli impianti offshore
Come è noto, negli ultimi anni si stanno diffondendo ovunque nel pianeta gli impianti eolici offshore, con qualche caso qui e lì di impianti fotovoltaici offshore. L’energia rinnovabile viene così prodotta al largo, senza andare a occupare il suolo, e senza andare a guastare il panorama (da sempre un fattore che frena la diffusione dell’eolico onshore). Tra le decisioni da prendere al momento della progettazione degli impianti offshore c’è ovviamente quella relativa all’accumulo di energia: in che modo stoccare l’energia elettrica che non può essere utilizzata immediatamente dagli utenti? Cosa fare con l’elettricità prodotta quando non c’è domanda? La startup Ocean Grazer, uno spin-off dell’Università di Groningen, in Olanda, ha proposto una soluzione che in futuro potrebbe avere molta fortuna. Si tratta di Ocean Battery, una batteria sottomarina del tutto particolare il cui funzionamento è stato sviluppato a partire da un’evoluzione delle classiche centrali idroelettriche a pompaggio. Il fulcro della Ocean Battery sta nella costruzione di un enorme serbatoio sottomarino, in grado di contenere fino a 20 milioni di litri d’acqua a bassa pressione. Questo, secondo i calcoli fatti, sarebbe sufficiente per contenere un corrispettivo di 10 MWh. Ma in che modo questo serbatoio permette di accumulare dell’energia elettrica?
Il serbatoio sottomarino, stando al progetto della startup olandese, dovrebbe essere collegato attraverso un sistema di pompaggio a una camera d’aria posta a un livello superiore. L’energia elettrica generata in superficie, tendenzialmente da delle pale eoliche, verrebbe quindi utilizzata per pompare l’acqua immagazzinata nel serbatoio nella camera posta in alto: solo nel momento in cui ci sarà una domanda di energia elettrica dalla rete, quella stessa acqua verrà lasciata precipitare verso il basso (sfruttando al naturale pressione dell’acqua oceanica posta presenta sopra alla camera d’aria) e quindi verso il serbatoio, azionando delle turbine opportunamente poste lungo al discesa.
Ocean Gazer: un progetto interessante e sostenibile, con costi alti
La costruzione di Ocean Battery, garantiscono i ricercatori di Ocean Gazery, può essere fatta in modo rispettoso della flora e della fauna marina. E c’è di più: non ci sarebbero rischi di inquinamento come avviene per le normali batterie, non essendo necessari dei minerali rari o simili. L’unico problema, per ora – e probabilmente per molto tempo – è da individuare nei costi di costruzione, che sarebbero molto alti. É stata in ogni caso pianificata l’installazione di una prima Ocean Battery a largo dell’Olanda, nel 2023
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