Quante volte può essere riciclato il cartone?
Cartone e carta sono senza ombra di dubbio i materiali maggiormente riciclati in Europa. Attualmente si calcola infatti che il tasso di riciclo del packaging in carta e in cartone sia pari all’84,2% del totale; l’obiettivo è portarsi al 90% entro la fine del decennio. Ma quante volte può essere riciclato il cartone? È noto infatti che le fibre di questo materiale non possono durare in eterno. Ma quante volte può essere rielaborato e riutilizzato per produrre altro packaging? Una recente ricerca indica un numero di ricicli possibili dei materiali in fibra decisamente più alto rispetto a quanto si pensava.
Quante volte può essere riciclato il cartone? Comunemente si dice 7
Solitamente, alla domanda “Quante volte può essere ricicalto il cartone?” la risposta che ci si sente dare è 7. Oltre questa soglia, si usa dire, le fibre di cellulosa sarebbero eccessivamente deteriorate, così da non permettere il riutilizzo degli scarti da parte delle cartiere e delle cartotecniche. Va peraltro detto che solitamente questo numero di riciclaggi possibili viene utilizzato per sottolineare la ridotta impronta ambientale – in confronto ad altri materiali, a partire dalla plastica – di carta e cartone. C’è però uno studio recente in cui si afferma che la carta può essere riciclata non 7, non 10, non 20, ma ben 25 volte.
Carta, cartone e le loro 25 vite
A triplicare e oltre i possibili riciclaggi di tutte le soluzioni di packaging in fibra, e quindi in carta, cartoncino e cartone, è una ricerca firmata da Rene Eckhart, Senior Scientist presso la Graz University of Technology, in Austria. Va detto che il numero di riciclaggi ai quali la fibra sarebbe in grado di resistere senza deteriorarsi eccessivamente non è teorico: durante la ricerca condotta da Eckhart sono stati effettivamente fatti più cicli di riciclo, così da individuare nel concreto gli effetti che questo tipo di intervento può portare nel tempo alle caratteristiche meccaniche del materiale. Dopo ogni “rielaborazione” delle fibre si è quindi andati a testare aspetti come la resistenza e la durevolezza. E il risultato, stando ai risultati resi noti dall’Università, è che «durante la fase di ricerca non è stato riscontrato nessun effetto negativo sulle caratteristiche meccaniche del packaging» e che inoltre «la capacità di rigonfiamento della fibra ha dimostrato che non vi è alcuna tendenza negativa». L’obiettivo esplicito di questa indagine è stato quello di dimostrare che, se vengono effettuati i corretti passaggi a livello di produzione, di raccolta e di smistamento del cartone da packaging, è possibile andare ben oltre i classici 7 riciclaggi, i quali non di rado vengono peraltro ridotti a 5 o a 4. A cambiare in modo determinante il limite massimo di vite di carta e cartone sarebbero due fattori principali, ovvero la raccolta dei prodotti da riciclare nonché il processo di preparazione. Come ha sottolineato commentando lo studio Winfried Muehling, il direttore generale di Pro Carton, la prima associazione europea di produttori di cartone, «è importante ricordare che alcune aziende hanno requisiti specifici da seguire relativi alla loro produzione: ad esempio per gli alimenti umidi o grassi si possono avere solo confezioni di fibre vegetali, come anche le confezioni ‘lussuose’ che richiedono specificità relative a ‘bianchezza’ e rigidità che proviene solo dalle fibre vergini». Lo smistamento dei packaging utilizzati è quindi fondamentale.
Come avviene il riciclo della carta e del cartone in Italia
Attualmente il riciclaggio della carta avviene in aziende dedicate, che ricevono delle grandi balle di carta e cartone direttamente dalle imprese che eseguono la raccolta. In queste balle di carta in media si trova un 7% di rifiuto estraneo, con punte però più alte in certe aree (a Roma si parta per esempio del 15%). Dopo aver controllato l’effettivo contenuto delle balle, queste vengono “frullate” in un macchinari appositi. I pezzi di carta così ottenuti vengono sciolti in acqua e ulteriormente sminuzzati, per essere spinti poi attraverso 4 differenti filtri in successione. Si ottiene così una soluzione liquida, dapprima costituita solamente all’1% di carta; il composto viene poi scolato, pressato e asciugato, per ottenere un tasso di umidità pari al 3%. Il risultato è un gigantesco rotolo che talvolta pesa più di 20 tonnellate, è largo oltre 4 metri e lungo, una volta srotolato, oltre 40 chilometri; questo enorme rotolo viene consegnato alla cartotecniche industriali per le lavorazioni successive.
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