Gas e nucleare sono fonti verdi? Secondo la Commissione Europea, sì
Quali sono le fonti energetiche verdi? Indubbiamente si parla di energia eolica, generata dal vento; di energia solare, generata dalla radiazione solare; di energia aerotermica, generata dal calore presente nell’aria; di energia geotermica, generata dal calore presente in fonti geologiche; di energia idraulica, generata dal movimento dell’acqua; e della biomassa, ovvero dell’energia generata da combustibili di origine biologica.. Secondo la direttiva 2009/28/Ce e il D.Lgs. N. 28/2011, le fonti energetiche rinnovabili sono queste, più il gas di discarica. Le cose, però, potrebbero cambiare: la Commissione Europea ha infatti incluso anche gas e nucleare nell’elenco delle fonti energetiche ritenute sostenibili per la nuova strategia finanziaria europea.
La Commissione Europea promuove gas e nucleare come fonti sostenibili
La Commissione Europea sta lavorando allo sviluppo di una precisa “tassonomia verde” delle fonti energetiche, inserendo unicamente quelle che sono considerate sostenibili. Per ognuna di esse vengono indicati degli specifici criteri, all’infuori dei quali tale fonte non potrà più essere commercializzata all’interno dell’Unione Europea. Nel caso del gas naturale e del nucleare, la Commissione ha parlato di «mezzi per facilitare la transizione verso un futuro prevalentemente basato sulle energie rinnovabili». A partire da queste parole, quindi, si potrebbe desumere che queste due precise fonti energetiche siano da considerarsi “verdi” solo nell’ottica di raggiungere un futuro effettivamente green, e quindi con un livello ridotto di emissioni nocive. Il testo è stato licenziato in data 31 dicembre, dettaglio che non ha mancato di suscitare delle perplessità a livello internazionale. Ma quali sono nel dettaglio i criteri in base ai quali l’energia nucleare e quella prodotta a partire dallo sfruttamento del gas naturale possono essere definite sostenibili?
I criteri per il gas naturale
Come dovrebbero essere le nuove centrali a gas secondo le regole ipotizzate dalla Commissione Europea? Si parla di centrali che, per poter sostituire i tradizionali impianti, dovranno produrre un livello di emissioni inferiore ai 270 grammi di anidride carbonica per ogni kilowattora. Si tratta di una soglia effettivamente più bassa rispetto a quella attualmente rispettata da molte centrali elettriche, ma decisamente più alta rispetto a quella proposta dagli studiosi contattati dalla stessa Commissione, i quali avevano proposto un limite di 100 grammi. È stato inoltre deciso che tutte le autorizzazioni per la costruzione delle nuovi centrali dovranno essere richieste e ottenute entro il 31 dicembre del 2030. In ogni caso, la capacità produttiva delle nuove centrali non potrà essere in nessun caso maggiore al 15% rispetto a quella delle centrali dimesse; i nuovi impianti dovranno essere compatibili con la produzione con gas a basse emissioni. A partire dal 2026 tali centrali dovranno utilizzare almeno il 30% di gas rinnovabili, come per esempio l’idrogeno verde o il biogas, percentuale che poi passerà al 55% a partire dal 2030, per arrivare a una transizione completa entro la fine del 2035.
I criteri per nucleare
Per quanto riguarda le centrali nucleari, invece, non risulta alcuna scaletta temporale; possono essere definite sostenibili, secondo il piano della Commissione, solamente le centrali che presentino un chiaro piano che definisca l’utilizzo dei fondi e dei siti per lo stoccaggio delle scorie prodotte. In ogni caso, tutti i permessi dovranno essere pronti prima del 2045. Anche le centrali esistenti, se rispetteranno i nuovi criteri, potranno essere considerate sostenibili, attraverso miglioramenti relativi alla sicurezza.
La decisione spetta al Parlamento e al Consiglio dell’Unione Europea
Per ora il documento della Commissione è solamente una bozza, che verrà consegnata – con eventuali modifiche – al Parlamento e al Consiglio dell’Unione Europea, i quali avranno 4 mesi per approvare le nuove regole. La decisione non sarà facile: ci sono infatti stati che sostengono con forza l’introduzione del nucleare e del gas naturale nella nuova tassonomia verde, come Francia, Finlandia e Repubblica Ceca, laddove ci sono invece altri Paesi che hanno sviluppato una strategia energetica di tutt’altro stampo.
Ti è piaciuto l'articolo?
Condividilo