Temperature record: l’inverno che sembra primavera
Non ci sono dubbi, il sole d’inverno mette allegria. A tutti piace poter uscire di casa e godere dell’abbraccio dei caldi raggi del sole, soprattutto quando questi arrivano dopo giorni di freddo. Allo stesso modo, però, tutti quanti si sono accorti che quello che è successo durante gli ultimi giorni dell’anno in Italia non è stato affatto normale, con 10 gradi in città e 20 gradi nelle località montane.
Qualcuno parla di temperature record, altri di clima impazzito, o più semplicemente di un “caldo insolito”. Non ci sono però dubbi nell’affermare che queste stravaganze sono tra le conseguenze più lampanti del cambiamento climatico. E va detto che quello che è successo in Italia tra Natale e Capodanno è solamente l’eco di quello che è successo altrove, dove le temperature si sono discostate ancora di più dalle medie stagionali.
Le temperature record in Alaska
Un caldo del tutto inedito ha investito per esempio l’Alaska: in dicembre sull’isola di Kodiak sono stati registrati 19,4 gradi centigradi, la temperatura più alta mai registrata nel paese in dicembre. Gli studiosi dell’Alaska Center for Climate Assessment and Policy dichiarano di non avere mai visto niente di simile, con temperature record che sono state registrate in tutto lo Stato, dai 16,6 gradi di Cold Bay ai 13,3 gradi Unalaska, portando al Natale più caldo mai vissuto in Alaska.
E, va detto, questa ondata di temperature alte ha portato anche a dei gravi problemi sull’immediato. Le classiche nevicate invernali hanno infatti lasciato posto a piogge torrenziali, le quali, entrando in contatto con un terreno ghiacciato, hanno creato durissimi lastroni di ghiaccio. Da qui, dunque, problemi negli spostamenti, chiusura di strade, interruzioni dell’approvvigionamento energetico e via dicendo. I giornali del posto parlano a questo proposito di “Icemageddon”.
Le ondate di calore che stanno investendo la Groenlandia
L’Alaska non è certo l’unico Paese dell’estremo settentrione che sta vivendo delle temperature record. Lo stesso sta accadendo anche altrove, come per esempio in Groenlandia: è noto che nell’estate del 2021, per la prima volta nella storia, sono state registrate delle piogge presso la base scientifica Summit station, che si trova a 3.216 metri di altitudine. Le anomalie estive hanno trovato una conferma nelle ondate di calore invernali, con temperature superiori alla media di ben 20 gradi centigradi.
Come riportato dall’Istituto meteorologico danese, per fare un esempio, nel villaggio di Kangerlussuaq normalmente le temperature in dicembre non superano i 10 gradi sotto lo 0. Ebbene, in questo piccolo centro lungo un fiordo, nella costa occidentale della Groenlandia, il 20 dicembre si sono misurati 11,5 gradi.
Temperature record sono state registrate anche nella capitale Nuuk, sempre in dicembre, dove si sono toccati i 13 gradi: la media stagionale, tra il 1991 e il 2020, è di 5,3 gradi al di sotto dello zero. Certo, come responsabile di queste ondate di calore è possibile individuare il Föhn, che è un vento caldo e secco che da sempre “riscalda” la Groenlandia. Ma di certo non è sufficiente per giustificare un rialzo così marcato, diffuso e lungo delle temperature medie.
Non solo caldo record
In Europa, in Alaska e in Groenlandia, quindi, si è parlato di caldo record. Ma i cambiamenti climatici si esprimono anche in modi diversi. Basti pensare al super tifone Rai, che a metà dicembre ha colpito le Filippine, portando ad almeno 388 vittime.
Dati alla mano, molti studiosi affermano che eventi meteorologici di questo tipo saranno sempre più comuni, anche alle medie latitudini, minacciando città come Tokyo, New York, Pechino e Boston. E se da noi l’anomalia è data dal caldo insolito, in California, per esempio, sono state registrate precipitazioni nevose da record, con una media di 5,13 metri nel mese di dicembre, la più alta da quando questi dati vengono registrati. E, va detto, queste inedite nevicate sono arrivate dopo mesi di siccità, la quale aveva comportato incendi e scarsità d’acqua.
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