cemento sostenibile
Materiali

Il cemento si fa sostenibile: ecco come

Negli ultimi anni l’attenzione nei confronti dell’architettura sostenibile è incrementata continuamente: l’obiettivo è quello di ridurre sia l’inquinamento legato all’edificazione degli edifici, sia quello relativo al loro successivo utilizzo. Il primo fondamentale passaggio è utilizzare materiali sostenibili per la costruzione: il materiale perfetto è quello che non viene prodotto attraverso un processo inquinante, che non comporta deforestazione, che non rilascia sostanze nocive durante l’utilizzo, che può essere riutilizzato e riciclato, e via dicendo. Come è noto, però, uno dei materiali principali nell’edilizia, da tantissimo tempo, è il cemento, il quale – per ora – non può certo essere definito come un materiale sostenibile.


Come viene prodotto il cemento

Il cemento è dappertutto, ma non sono molte le persone che conoscono il processo che porta alla sua produzione. Questo materiale viene creato a partire da calcare o gesso, e quindi da delle materie prime a base di carbonato di calcio, e da dell’argilla, ovvero da una materia che contiene dei silicati di alluminio. Tali materiali di partenza vengono prima polverizzati, e poi cotti ad altissime temperature – fino ad arrivare ai 1.500 gradi. Il risultato è un’amalgama chiamato clinker, il quale viene a sua volta macinato e mescolato a del gesso. Abbiamo così il cemento, il quale, una volta unito a dell’acqua, dà il via la reazione chimica che tutti conosciamo, perlomeno superficialmente: i granelli di cemento si legano infatti l’un l’altro, creando un reticolo estremamente resistente. Unito alla sabbia e all’acqua, il cemento crea il calcestruzzo.

Quanto inquina il cemento?

Il trattamento termico necessario per la produzione del cemento porta a considerevoli emissioni di anidride carbonica. Come ha spiegato a Wired Enrico Borgarello, co-chair del working group per la sostenibilità della Global Cement and Concrete Association (Gcca), la quale rappresenta circa la metà della capacità produttiva di cemento a livello globale, «dagli anni ‘90 le emissioni di CO2 per la produzione dei materiali sono state tagliate del 20-30%». Adesso si vuole fare ancora di più, andando verso un cemento sostenibile: l’obiettivo è quelli di arrivare alla carbon neutrality sul calcestruzzo entro il 2050.

Cosa fare per rendere il cemento sostenibile

Rendere il cemento sostenibile è un processo che può e deve essere articolato su più fronti. Per prima cosa è necessario rendere il processo di combustione meno inquinante, andando quindi a utilizzare delle energie pulite per alimentare i forni in cui viene preparato il cemento. Per ora, in Italia, solo una fetta residua della produzione di cemento – circa il 20% – è realizzata a partire da combustibili non fossili. È possibile fare di più, andando per esempio a sfruttare i rifiuti urbani non più riciclabili a basso contenuto di anidride carbonica, così da sostituire i combustibili fossili e da permettere lo smaltimento fruttuoso dei rifiuti. In questi anni, inoltre, si stanno sviluppando dei sistemi per la cattura dell’anidride carbonica prodotta dagli impianti produttivi di cemento, CO2 che potrà poi essere utilizzata per la produzione di carburante o di prodotti chimici industriali. Non è tutto qui. Va anche sottolineata la capacità del cemento di assorbire l’anidride carbonica presente nell’aria: vari studi stanno quindi cercando il modo più efficace per aumentare questa innata capacità del cemento.

Rendere il cemento sostenibile è quindi possibile: tutto sta nell’investire in tal senso. Da qui la richiesta delle imprese del settore, che domandano incentivi specifici al governo, traendo spunto da quanto sta accadendo all’estero, in particolar modo nei paesi dell’Europa settentrionale, lì dove sono presenti degli aiuti per spingere l’utilizzo di materie prime riciclate per la produzione ci calcestruzzo.