Abete Bianco: Proprietà e Usi
Presente nella natura italiana circostante, forse non tutti sanno però che l’albero di abete, e più in particolare la specie chiamata Abete Bianco, oltre ad essere una pianta straordinaria ha anche importanti proprietà curative da sempre rinomate e utilizzate per contrastare disturbi e malattie. In questo articolo andremo ad approfondire com’è fatto l’Abete Bianco, quali sono le sue proprietà benefiche e, infine, gli usi che se ne possono fare.
Com’è fatto
L’albero di Abete Bianco lo si riconosce per la sua tipica conformazione da abete di Natale: è una pianta piuttosto possente e molto longeva. Non a caso, alcuni degli alberi più vecchi trovati in natura si presume possano raggiungere e superare anche i settecento anni. I suoi rami si presentano folti di foglie ad aghi, arricchiti dai suoi frutti chiamati amenti: da questi ultimi, riconoscibili per la loro forma conica, si possono estrarre i semi. La corteccia si presenta invece chiara negli esemplari giovani, e più scura in quelli più anziani.
Le proprietà benefiche dell’Abete Bianco
Le proprietà benefiche derivate dall’utilizzo dell’Abete Bianco possono essere molteplici, ma facilmente riassumibili in tre principali macrocategorie:
– Proprietà balsamica;
– Proprietà rimineralizzante;
– Proprietà antireumatica.
Il suo potere balsamico potrà giovare soprattutto a tutti coloro che soffrono di problematiche a carico delle vie respiratorie, favorendo una normale respirazione ed espulsione di elementi ostruenti, come ad esempio il catarro. Le proprietà rimineralizzanti, invece, riguardano essenzialmente il fissare il calcio direttamente nelle ossa, rendendole meno fragili e contrastandone l’invecchiamento dovuto a patologie, movimento oppure vecchiaia. Infine, la proprietà antireumatica è ideale per coloro che soffrono di patologie, acute o croniche, che riguardano le articolazioni o la muscolatura, facendo ritrovare benessere e favorendo altresì la circolazione sanguigna.
Gli usi principali dell’Abete Bianco
Le componenti principali che si possono utilizzare dell’Abete Bianco sono i suoi olii essenziali, i tannini e le resine di cui è composto. Per questa motivazione, di questo albero si utilizzano soprattutto i rami più giovani oppure le gemme. Da questi ultimi, in erboristeria si potranno estrarre dei gemmoderivati o dei macerati glicerici. La posologia e i dosaggi di questi idrogliceralcolici si differenzieranno a seconda dei disturbi da trattare. In linea generale, per i disturbi come l’osteoporosi o altre problematiche inerenti la debolezza ossea, è consigliato assumerne il gemmoderivato per un’azione immediata e interna. Diversamente, per trattare i sintomi dovuti al raffreddore o influenza, o semplicemente per alleviare i dolori muscolari dovuti a sforzi o eccessivo movimento, è consigliato applicare l’olio essenziale direttamente sulla parte da trattare o in prossimità delle vie respiratorie.
O ancora, si possono preparare anche tisane e decotti da bere o da applicare sulle zone da curare. Per esempio, l’Abete Bianco potrà essere piuttosto utile da utilizzare per risolvere i geloni: vi basterà preparare un decotto, che dovrà esser bollito per una decina di minuti in mezzo litro d’acqua insieme alle gemme dell’abete, dopodiché immergere la parte interessata dal disturbo per un massimo di due volte al giorno.
L’utilizzo dell’olio essenziale di Abete Bianco può essere anche un toccasana rilassante: provatelo mettendone qualche goccia nell’acqua della vostra vasca da bagno.
Le controindicazioni dell’utilizzo dell’Abete Bianco
A differenza di altre piante utilizzate in erboristeria, l’utilizzo dell’Abete Bianco non è previsto in ambito culinario. Per questa ragione, è consigliabile utilizzarlo esclusivamente nelle modalità indicate (gemmoderivato, olii essenziali, ecc.). Nel caso in cui durante l’utilizzo dovessero verificarsi allergie o fastidi, è consigliabile interromperne l’assunzione. Generalmente, l’Abete Bianco se utilizzato correttamente, e nelle posologie e dosaggi adeguati, non dovrebbe fornire controindicazioni. In caso di dubbi, è sempre consigliabile consultare l’erborista oppure il proprio medico curante.
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