Vespa Mandarina: come distinguerla
A seguito di segnalazioni inerenti la comparsa della vespa mandarina, o calabrone gigante, negli USA, sono emersi quesiti circa il suo possibile arrivo anche in Italia.
La notizia, diffusa da testate di spicco, tra cui Il Messaggero, ha come protagonista questa specia, che avrebbe un impatto negativo sia sull’essere umano, sia sulle api.
In realtà, nel nostro Paese, il calabrone gigante non è presente. Quindi, non è opportuno cedere a facili allarmismi, ma piuttosto è utile approfondire la differenza che corre tra la vespa mandarina, le api e i calabroni.
Conoscere le caratteristiche di questa specie aiuterà a comprendere meglio come distinguerla dagli altri insetti.
Il motivo principale è legato alla notizia diffusa dai quotidiani, che ha generato scompiglio in diverse Regioni italiane, in cui i calabroni sarebbero stati erroneamente scambiati per vespe mandarine.
Anatomia della vespa mandarina Smith
La vespa mandarina Smith è una specie di calabrone originaria dell’Asia, nota per le sue grandi dimensioni.
Chiamato anche calabrone gigante asiatico, questo insetto è diffuso anche in Giappone e presenta operaie che raggiungono le dimensioni di 5 cm, mentre le regine sono più grandi, fino a 5,5 cm.
Per quanto riguarda l’anatomia della vespa mandarina, è possibile notare che la sommità del corpo ha una forma larga, con una tonalità giallo intenso, tendente all’ocra. Sul capo, inoltre, sono ben visibili due grandi occhi, dalla colorazione scura.
Il corpo della vespa mandarina ha una foggia allungata e che rappresenta i 2/3 dell’intera struttura, riconoscibile perché presenta striature giallo-arancione e antracite.
L’apertura alare del calabrone gigante è di ben 7,5 cm e il pungiglione vanta una lunghezza considerevole: 6 cm.
Quest’ultimo emette un veleno molto potente, con effetti mortali, se non trattata con le opportune contromisure.
La distribuzione geografica
Presente soprattutto nelle zone tropicali del sud-est asiatico, in Giappone e negli Stati Uniti, la vespa mandarina Smith stabilisce colonie anche in Corea, Taiwan, Nepal e Sri Lanka.
L’habitat naturale della vespa mandarina è rintracciabile sia nelle zone tropicali e temperate, sia nelle aree montane, in cui sono presenti foreste e bassi promontori.
Il calabrone gigante evita, invece, alte latitudini e territori pianeggianti.
In tutta Europa, invece, non sono state segnalati esemplari di vespa mandarina. Per tale ragione, non è opportuno preoccuparsi riguardo alla sua presenza, almeno per il momento.
Il ciclo vitale della vespa mandarina
Come avviene per i calabroni, la vespa mandarina, un vespide sociale, fonda colonie che avranno la durata media di un anno.
Tale processo inizia durante la stagione primaverile e, più precisamente, in aprile. Il calabrone gigante trascorre i mesi invernali in ibernazione, conservata nel legno in decomposizione o altre cavità poste nel terreno.
Per stimolare la maturazione degli ovari, la vespa mandarina, dopo il risveglio, si nutre con le secrezioni degli alberi, in particolare le querce, in cui sono presenti sostanze molto zuccherine.
Come avviene per le api, anche questa specia costruisce le celle in cui sarà posizionato un uovo, che si tramuterà successivamente in larva.
Le celle hanno la classica forma esagonale e sono ricavate da fibre di corteccia di rami, i quali sono opportunamente masticati dalla vespa mandarina e posti su un apposito peduncolo.
Le larve, che maturano in un periodo pari a un mese, secernono un liquido zuccherino, di cui la regina si nutre per affrontare nuove battute di caccia, con l’obiettivo di procacciarsi altra carne per il nutrimento delle larve.
In circa 30 giorni, le larve diventano giovani operaie, che supportano la regina nella gestione della colonia, la quale vede il suo completo sviluppo, con un numero considerevole di cellette, nel mese di agosto.
Gli esemplari maschi, invece, nascono in settembre, mentre solo in ottobre vedranno la luce esemplari più grandi e fertili, che daranno vita a nuove colonie.
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