Ammoniaca carburante del futuro?
Quando si pensa all’inquinamento causato dal settore dei trasporti la nostra mente va immediatamente allo smog conseguenza del traffico veicolare nelle grandi città e lungo le più importanti arterie stradali. Solo in seconda battuta si pensa al traffico aereo, e raramente a quello delle navi.
Stando all‘Organizzazione marittima internazionale delle Nazioni Unite, le spedizioni via mare sono però responsabili del 2,89 % delle emissioni totali prodotte sul pianeta. Si potrebbe pensare che questa sia una percentuale ridicola, tanto più che oltre l’80% del volume delle merci scambiate a livello globale passa proprio sulle navi cargo, le cui emissioni sono comunque minori rispetto a quelle prodotte (a parità di carico) dai camion.
Ma attenzione: è bene tenere in considerazione il fatto che il trasporto di merci via mare è in aumento, con i volumi quadruplicati dagli anni Ottanta. E ancora, va sottolineato il fatto che i portacontainer attualmente usano uno dei carburanti sì tra i più economici, ma anche tra i più inquinanti al mondo, ovvero quell’olio combustibile che viene creato a partire dai residui della raffinazione del petrolio.
Trovare una fonte di energia alternativa è indispensabile, e se c’è chi pensa ai soliti eolico, solare e idrogeno, c’è anche chi ipotizza, in particolar modo per il settore navale, l’uso dell’ammoniaca come carburante del futuro.
Le grandi imprese marittime pensano al futuro
Quello del carburante delle navi e in particolare delle navi portacontainer è un tema che torna spesso a galla in occasione dei summit internazionali. Non fa eccezione la Cop26: il 6 novembre, in una conferenza parallela agli eventi di Glagow, si parlerà del futuro delle spedizioni, nel corso del summit “Shaping the Future of Shipping”.
In questa occasione si discorrerà per l’appunto, tra le altre cose, anche dell’uso dell’ammoniaca come carburante. Una cosa è certa: è interessante notare che le più importanti imprese del settore del trasporto via nave si siano date appuntamento per parlare del proprio futuro in concomitanza con il più grande evento internazionale dedicato alla sostenibilità.
Ammoniaca carburante del futuro per le navi cargo
Sono due le ipotesi più interessanti e allo stesso tempo stravaganti per il futuro del trasporto marittimo. Da una parte c’è chi parla di navi cargo a vela, con il vento quindi ad aiutare lo spostamento di questi giganti. Dall’altra si parla invece dell’uso dell’ammoniaca.
Più nello specifico, si tratterebbe di ammoniaca prodotta a partire dall’elettrolisi dell’idrogeno verde, un carburante che riserverebbe importanti vantaggi a fronte di un inquinamento pari a zero, sia a livello di produzione che di utilizzo.
Uno studio della Royal Society, pubblicato due anni fa con il titolo “Ammonia: zero-carbon fertiliser, fuel and energy store” descrive l’ammoniaca come «un gas pungente già ampiamente usato per produrre fertilizzanti agricoli. La produzione di ammoniaca green è l’ambito in cui il processo di produzione dell’ammoniaca può essere al 100% rinnovabile e carbon-free.
Un modo per produrre ammoniaca green è quello di utilizzare l’idrogeno prodotto dall’elettrolisi dell’acqua e l’azoto separato dall’aria». Resta da capire quanto questa ipotesi possa effettivamente concretizzarsi nei prossimi anni.
L’ammoniaca può essere il carburante del futuro per le navi? Nell’incontro del 6 novembre si cercherà di dare risposta anche a questa domanda. Per ora, leggendo quanto riportato nell’Armonia Report redatto da Milton Bevington e da Stephen Crolius (presidente dell’Organizzazione marittima internazionale), si intuisce che il settore non sembra particolarmente pronto ad affrontare la decarbonizzazione. Nello studio si suggerisce che solamente il 20% delle aziende saprebbe come comportarsi in questa rivoluzione.
Non mancano peraltro nemmeno le domande scottanti: nel caso fosse possibile usare l’ammoniaca come carburante alternativo, sarebbe effettivamente possibile farlo prima del 2030? O si tratta di un’ipotesi ancora lontana dal poter essere trasformata in realtà?
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