La sostenibilità di molti settori si basa sui cavi
Poco più di un anno fa, l’Unesco ha lanciato un sondaggio a livello mondiale dedicato all’individuazione delle sfide globali più urgenti per il prossimo decennio. Il risultato è stato chiarissimo: il 67% degli intervistati ha indicato principalmente la lotta al cambiamento climatico e la difesa della biodiversità.
Si tratta di problematiche a cui, secondo un rapporto elaborato dall’Unesco, è possibile rispondere solamente investendo in modo massiccio sulle energie rinnovabili e favorendo un nuovo sistema economico circolare e sostenibile, in accordo con i Sustainable Development Goals (SDG) stabiliti dalle Nazioni Unite.
È proprio all’interno di questo percorso evolutivo e sostenibile che aziende e organizzazioni sono chiamate a svolgere un ruolo centrale, valutando sempre più il ciclo di vita del proprio prodotto – dalle fasi di produzione, alla supply chain fino alle procedure interne di gestione – per valutare l’impatto che il proprio business ha sull’ambiente. Non a caso, infatti, nel nuovo “Piano d’azione per l’economia circolare” adottato dalla Commissione Europea l’11 marzo 2020, la decarbonizzazione delle industrie ad alta intensità energetica – come per esempio quelle legate al cemento, all’acciaio e ai prodotti chimici – è stata indicata come la strada maestra per opporsi al cambiamento climatico e garantire la sostenibilità del sistema produttivo europeo.
Le aziende, oltre a ottimizzare i loro processi produttivi, dovrebbero incentrare l’attenzione sui settori che utilizzano più risorse e che hanno un elevato potenziale di circolarità. Anche la Commissione Europea avvierà azioni concrete in questa direzione, analizzando diversi ambiti quali:
- elettronica e TIC: attraverso l’“Iniziativa per un’elettronica circolare” per prolungare il ciclo di vita dei prodotti e migliorare la raccolta e il trattamento dei rifiuti;
- batterie e veicoli;
- imballaggi: con particolare attenzione agli imballi in plastica;
- costruzioni e edilizia: elaborando una strategia per promuovere i principi della circolarità per gli edifici;
- alimenti: con una nuova iniziativa legislativa legata sia alla filiera agro-alimentare che all’utilizzo di materiale riciclato/riciclabile nel mondo della ristorazione;
È proprio sotto questo aspetto che emerge in maniera sempre più evidente l’interdipendenza tra aziende di diversi comparti nel garantire una maggiore circolarità all’interno del sistema industriale. Si tratta di un processo complesso basato su quattro leve fondamentali: la transizione dai combustibili fossili a quelli rinnovabili, l’elettrificazione dei consumi, il ricorso a sistemi di cattura e stoccaggio della Co2 e l’attenzione all’uso di materiali a basso impatto di carbonio e ad alta riciclabilità.
Le industrie manifatturiere, fornendo componenti essenziali per moltissimi settori, devono far emergere la loro capacità di offrire prodotti ecosostenibili lungo tutta la propria catena del valore, dalle materie prime allo smaltimento, in quanto hanno un impatto diretto anche sugli obiettivi di sostenibilità che le proprie aziende clienti devono perseguire.
Il settore dei cavi non fa eccezione ma rappresenta, anzi, uno dei pilastri di questa strategia. Il mondo attuale sta subendo una veloce evoluzione che implica l’aumento dell’utilizzo dei dispositivi elettronici, la diffusione della connettività mobile e dell’IoT, il sempre maggior ricorso al remote/smart working nonché l’adozione frequente di sistemi su IP di monitoraggio e automazione per le attività. Tutto ciò è reso possibile da cavi, fibre ottiche e componenti ad essi correlati sempre più efficienti.
La richiesta del mercato verso i produttori di sistemi in cavo è dunque di contribuire agli sforzi per garantire il raggiungimento di una maggiore circolarità offrendo prodotti efficienti, riciclabili e di dimensioni sempre più ridotte.
Prysmian Group è da sempre impegnata a rispondere alle esigenze dei propri clienti in questa direzione. Per allinearsi alle direttive di sostenibilità imposti a livello Europeo ha lanciato sul mercato ECO CABLE, la prima etichetta verde nell’industria dei cavi.
ECO CABLE garantisce l’ecosostenibilità dei cavi prodotti, utilizzando 6 criteri di valutazione misurabili e riconoscibili: la carbon footprint, presenza di sostanze altamente pericolose (SVHC), riciclabilità/circolarità e contenuto di materiale riciclato, vantaggi per l’ambiente e efficienza energetica.
Prysmian Group si è impegnato ad applicare il sistema di valutazione ECO CABLE al 20% del totale dei propri prodotti entro il 2022, in accordo con gli obiettivi dichiarati nella Group Sustainability Scorecard.
ECO CABLE è solo uno dei passi intrapresi da Prysmian Group nel percorso verso l’azzeramento delle emissioni nette di CO2 grazie alle proprie capacità di innovazione e rientra in un progetto più ampio per l’adozione di un metodo di “Design to Sustainability” completamente automatizzato che permetterà al Gruppo di effettuare la valutazione della Carbon Footprint per l’85% di tutte le famiglie di prodotti in cavo entro il 2022.
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