L’elefante africano: come vive il più grande mammifero terrestre
La maestosità dell’elefante africano
Il mammifero più grande del mondo è l’elefante africano, un esemplare presente per lo più in Tanzania le cui dimensioni non hanno rivali sul pianeta, almeno sulla terraferma. Le sue misure di tutto rispetto sono pari a 6,5 metri di lunghezza e 3,5 metri di altezza al garrese per i maschi più grandi; le femmine sono un poco più piccole e non superano generalmente i 2,8 metri di altezza. L’elefante africano sfoggia due orecchie molto grandi che hanno il compito di disperdere il calore; paradossalmente, la funzione principale di tali organi risente delle loro generose dimensioni e possiamo dire che questi pachidermi siano sordi rispetto alla maggior parte dei mammiferi.
Veniamo ora al peso, un altro dettaglio da non trascurare dovendo parlare dell’elefante africano; mediamente i maschi pesano fra i 3800 e i 5100 Kg, ma non mancano esemplari capaci di raggiungere addirittura le 8 tonnellate; le femmine non superano generalmente le 3,5 tonnellate.
Come vive l’elefante africano
L’habitat migliore per gli elefanti africani si identifica con quella parte dell’Africa denominata subsahariana, immediatamente al di sotto dell’immenso deserto del Sahara; il motivo risiede nella cospicua presenza di acqua, almeno rispetto alle zone limitrofe. La zona è riconosciuta anche come savana alberata ed è meta di turisti amanti dei Safari organizzati; un esempio ne è il Parco Nazionale del Kilimangiaro, ma non mancano ulteriori alternative non meno interessanti per chi vuole vedere da vicino tutta la bellezza degli elefanti africani.
La gestazione di questi mammiferi ha una durata da record pari a ben 22 mesi; è la più lunga in assoluto e frutta quasi sempre un solo cucciolo, mentre i parti gemellari sono molto rari. Gli elefanti africani neonati stupiscono ancora una volta per dimensioni e peso; infatti hanno una lunghezza che può raggiungere i 120 cm e un peso di ben 120 Kg. Una curiosità consiste nella capacità dei cuccioli di camminare da soli dopo 20 minuti dal momento della loro nascita.
Curiosità sull’elefante africano
Il mammifero più grande del mondo ha da sempre stimolato la curiosità dell’uomo, attratto parzialmente anche dalla sua docilità. Tuttavia è necessario segnalare i numerosi episodi di bracconaggio che stanno portando questi animali verso una possibile estinzione. In tal senso, ha fatto storia l’uccisione di un esemplare in Angola, vittima di una battuta di caccia; l’animale in questione aveva un peso di 12 tonnellate e un’altezza superiore a i 4 metri. La morte di questo eccezionale esemplare, le cui dimensioni sono le più grandi in assoluto che siano mai state registrate, è un chiaro simbolo di come siano necessari alcuni importanti cambiamenti nel modo in cui l’umanità interagisce con la fauna, la flora e l’ambiente.
Per quanto riguarda gli elefanti africani, l’obiettivo principale della caccia è certamente l’avorio delle loro zanne, un problema che perdura oramai da molti anni e che non è stato mai del tutto risolto nonostante le numerose battaglie intraprese dal WWF e dagli animalisti.
I più curiosi potrebbero essere interessati alle differenze che intercorrono fra l’elefante africano e altri esemplari simili, di cui il migliore esempio consiste nell’elefante indiano. Oltre alla stazza, decisamente maggiore nella variante africana, i due animali presentano alcune differenze estetiche abbastanza evidenti; il padiglione auricolare è più piccolo nell’elefante indiano, mentre sono apprezzabili alcune caratteristiche particolari, come la quasi assenza delle zanne in alcuni esemplari femmina della medesima razza.
In definitiva possiamo affermare che l’elefante africano è l’ennesimo animale che ha bisogno di aiuto a causa delle politiche sconsiderate dell’umanità; gli interessi economici hanno come sempre prevalso sulla razionalità al punto da essere costretti a dichiarare l’elefante africano come specie a rischio di estinzione.
In tal senso è giusto osservare che elefante non è un predatore e non ha la possibilità di vivere in zone dal clima temperato, una situazione che circoscrive il suo habitat ideale in un’area molto ristretta.
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