Stambecco: come vive il simbolo delle Alpi
Lo stambecco è un particolare tipo di capra selvatica che si distingue per le grandi corna e vive principalmente in ambienti montani, tanto da essere diventato il simbolo delle Alpi. In inverno gli stambecchi vivono in boschi, foreste o ampi prati fra i 500 e i 2500 metri d’altezza, ma quando le temperature sono più miti risalgono lungo le montagne fino a oltre 3000 metri. Lo stambecco infatti soffre molto il caldo, e durante l’estate trova refrigerio in altura.
Sono particolarmente famosi per la loro grande capacità di arrampicarsi su pareti verticali e rimanere in piedi, apparentemente in bilico, su speroni di roccia molto ristretti a picco sul vuoto. Una delle caratteristiche peculiari dello stambecco è la grande differenza fra maschi e femmine: le seconde sono infatti, in media, molto più piccole e non hanno le caratteristiche grandi corna. Queste capre selvatiche vivono generalmente in gruppi, con mandrie formate da maschi, femmine e dai loro piccoli.
I giovani invece sono più solitari e si uniscono in mandrie solo con l’arrivo dell’estate e la stagione degli accoppiamenti. Per conquistare una femmina i maschi lottano tra loro prendendosi a cornate. Si tratta però più di un rituale che di una vera zuffa: raramente uno dei contendenti uscirà ferito dallo scontro, che si risolve in genere con la resa dell’animale più debole. I piccoli nascono nel mese di maggio e ogni femmina ne partorisce in media 2 o 3 alla volta.
Come vive lo stambecco
Gli stambecchi, come tutti i bovidi, di cui anche le capre fanno parte, sono erbivori. In inverno si spostano preferibilmente durante il giorno, quando le temperature sono più alte, ma d’estate sono più attivi al mattino presto e nel tardo pomeriggio e preferiscono concedersi un po’ di riposo durante le ore più calde. Lo stambecco è un animale estremamente adattabile e può sopportare climi molto diversi, anche se in genere preferisce temperature abbastanza miti e non sopporta il caldo.
Gli esemplari di un branco possono comunicare fra loro anche a grandi distanze e quando uno si trova in pericolo gli altri accorrono per prestargli soccorso. I branchi spesso si separano e può capitare che una sola femmina badi a 15 o 20 cuccioli mentre le altre mamme sono alla ricerca di cibo. Sebbene sia oggi diffuso in tutto l’arco alpino, lo stambecco ha visto notevolmente ridursi il suo habitat a causa della presenza dell’uomo, sempre più invasiva anche in montagna, e oggi la capra selvatica sopravvive quasi esclusivamente all’interno di parchi e riserve.
Raramente gli stambecchi hanno atteggiamenti ostili, ma sono animali abbastanza schivi, quando possono evitano il contatto con l’uomo e, a parte in occasioni straordinarie, si tengono alla larga dai centri abitati.
Caccia e protezione
In passato e fino a tutto il Medioevo lo stambecco era diffuso in tutta Europa. Dal XV secolo cominciò ad essere cacciato in modo massivo, soprattutto per la sua carne ma anche perchè da alcune sue parti si ricavavano diversi tipi di rimedi della medicina popolare. Nel XIX secolo era quasi estinto in tutta Europa e solo la famiglia reale dei Savoia decise, nel 1856, di vietarne la caccia in quello che poi diventerà il Parco Nazionale del Gran Paradiso.
Il Piemonte e la Valle d’Aosta rimasero quindi, di fatto, l’unico luogo dove lo stambecco non era completamente estinto. Nel corso del XX secolo la situazione è notevolmente migliorata e diversi branchi di stambecchi sono stati reinseriti in natura in tutto l’arco alpino, con vari progetti avviati nei parchi in Italia, Svizzera, Francia, Austria e Germania.
Visto il successo di queste operazioni di reinserimento, insieme ad altre in Slovenia e Bulgaria, lo stambecco oggi non è considerato un animale in via di estinzione. La caccia dello stambecco è comunque completamente vietata in quasi tutti i Paesi dell’arco alpino, fra cui l’Italia, la Francia e la Germania, mentre è sottoposta a regole molto severe in Svizzera e in Austria.
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