Qual è il costo dei disastri naturali?
Qual è il costo dei disastri naturali? La risposta – negli Stati Uniti – è 81 miliardi di dollari. Si tratta di una cifra reale e non soltanto supposta che la Camera dei Rappresentanti ha approvato a dicembre per fornire assistenza alle aree colpite da disastri naturali nel 2017. Si tratta per la maggior parte di danni derivanti da incendi e uragani. Circa il 3% di quel finanziamento più o meno 2,5 miliardi di dollari, sono stanziati per le spese relative a “raccolti, alberi, cespugli, viti e perdite di bestiame” derivanti dagli uragani Harvey, Irma, Maria e altri uragani e incendi che si sono verificati nel 2017.
Ma è abbastanza quella cifra per ripagare il costo dei disastri naturali?
Nel giro di appena dieci mesi, nel 2017, l’America ha vissuto ben 16 distinti disastri legati al clima con conseguenze… miliardarie. Questi eventi meteorologici hanno scavato sentieri di distruzione attraverso alcune delle regioni più fertili e produttive del paese, devastando i ranch di bovini da carne in Texas, inondando le piantagioni di cotone e riso in Louisiana, gli aranceti in Florida e bruciando vigneti in California. Per non parlare dell’ultimo grande incendio in California meridionale, iniziato il 4 dicembre che ha distrutto le principali produzioni di avocado del Paese ed è stato in termini di estensione il più grande incendio nella storia dello stato.
E dopo?
Il costo dei disastri naturali nel 2017 negli States è in realtà ad oggi solo una stima. In molti casi infatti soltanto tra diverso tempo sapremo quanto è stato impattante il disastro sull’economia. Bisognerà aspettare almeno fino ai prossimi raccolti nella prossima primavera per rendersi conto delle reali condizioni di una pianta o di un albero per esempio. E potrebbero volerci anni prima che tutti gli alberi che sono sopravvissuti a un incendio vengano studiati con cura. Stesso discorso per i territori attraversati dagli uragani e via dicendo. E ancora lo stesso vale per Puerto Rico. Mesi dopo l’uragano Maria, metà dell’isola vive ancora senza energia. Università di sovvenzioni territoriali, che hanno contribuito a calcolare i danni legati alle calamità sulla terraferma, stanno scappando verso l’isola. In queste condizioni, potrebbero passare mesi prima che agricoltori e allevatori possano riportare integralmente le loro perdite.Vediamo ora nel dettaglio qualche numero indicativo del costo dei disastri naturali negli States.
Uragano Harvey 23-30 agosto 2017
L’uragano ha coinvolto 1.200.000 mucche da carne del Texas (circa il 27% della produzione statale e il 4% di quella nazionale) facendo perdere a causa della perdita di peso dell’animale o della morte oltre 23 milioni di dollari. Inoltre il costo minimo del fieno per nutrire una sola vacca di manzo durante l’inverno è di 126 dollari e durante l’uragano sono andati persi oltre 200 tonnellate di fieno. L’approvvigionamento del cibo per le mucche è costato agli allevatori 55 milioni di dollari extra.
Incendi boschivi in California
Oltre 100 acri di alberi di Cherimoya distrutti e 5 milioni di dollari di frutti raccolti daneggiati.
Oltre 8 milioni di libre di avocado persi per una stima di oltre 10 milioni di dollari andati in fumo. Per non parlare dell’aspetto vinicolo della California che vede compromessi il 22% dei terreni adibiti a tale pratica.
In totale negli USA
Totale dollari in perdite agricole in California dagli incendi boschivi: 188.640.000
Totale dollari in perdite agricole del Texas da Hurricane Harvey: 200.000.000
Totale dollari in perdite agricole della Florida dall’uragano Irma: 2,558,598,303
Totale dollari nelle perdite agricole di Puerto Rico da Hurricane Maria: 2.800.000.000
Totale: 5,718,598,303 dollari!
E il costo dei disastri naturali nel resto del mondo?
Non abbiamo trovato studi così completi come quello statunitense ma crediamo sia importante e prezioso citare un articolo de Il Fatto quotidiano dello scorso febbraio (quindi sui dati relativi al 2016) per avere comunque un’idea:
Tra le dieci maggiori catastrofi in termini di impatto economico (del 2016 ndr) c’è anche il terremoto del centro Italia, con quasi 300 vittime e perdite valutate complessivamente in 5 miliardi di dollari, di cui solo 100 milioni assicurati, il 2%. Nonostante si siano verificati tre gravi terremoti in Equador, Giappone e Italia, le inondazioni sono state il disastro più costoso con 62 miliardi di danni, il 30%del totale; e sono il disastro più costoso per il quarto anno consecutivo. Gli eventi alluvionali più significativi hanno colpito il bacino del fiume Yangtze in Cina, il Fiume Azzurro, che ha fatto tra 28 e 33 miliardi di dollari di danni in estate, ai quali si sono aggiunti i 4,7 miliardi di dollari di danni prodotti dalle esondazioni nel nord est dello stesso paese; eventi che hanno colpito anche la Corea del Nord e la Russia. E nel solo stato americano della Louisiana, le perdite da alluvione sono state stimate tra 10 e 15 miliardi di dollari.
Solo il 2% dei danni cinesi sulle rive del Fiume Azzurro era coperta da assicurazione. Le economie emergenti dell’Asia-Pacifico sono quelle più vulnerabili a seguito di una grande catastrofe. Ciò è dovuto alla crescita della popolazione, alla rapida urbanizzazione, e alla concentrazione di rischi ad alto valore aggiunto, spesso localizzati senza tenere conto della pericolosità naturale.
E in questo passaggio del pezzo di Renzo Rosso che sta in parte il senso della situazione attuale: forte crescita della popolazione, cambiamenti delle condizioni climatiche e rapida urbanizzazione sono indici che più di tutti gli altri vanno monitorati per provare a contenere nuove calamità naturali.
Ti è piaciuto l'articolo?
Condividilo