Salinizzazione delle acque dolci, l’allarme lanciato negli USA
La salinizzazione delle acque dolci è un fenomeno che sta preoccupando un’America le cui acque di fiumi e laghi presentano concentrazioni sempre maggiori di sali.
Non un evento naturale. Tra tutti i fenomeni caratterizzati da una concausa uomo-ambiente, la salinizzazione di fiumi e laghi avviene a causa dell’azione umana.
Negli ultimi decenni si parla sempre più spesso di degrado dei suoli: erosione, perdita di elementi nutritivi, rilascio di carbonio e salinizzazione. Purtroppo è in atto anche una “contaminazione” delle acque dolci e le cause sono molteplici.
Salinizzazione delle acque dolci, gli effetti sulla biodiversità
Ma quali sono gli effetti dei sali nelle acque dolci di laghi e fiumi? Ad alti livelli possono avere ripercussioni irreparabili: l’acqua diventa inospitale per un gran numero di specie, sia vegetali che animali. La scomparsa di alcuni organismi altera l’intera catena alimentare e quindi la biodiversità dell’ecosistema; nei casi estremi di salinizzazione la mancata miscelazione delle acque porta alla creazione di ambienti anaerobici e quindi sterili.
Il problema non riguarda però solo animali e piante: cosa succede se le acque potabili vengono contaminate dai sali? Le persone con malattie ai reni e problemi cardiovascolari, bevendo acque con alte concentrazioni di sodio, vedranno peggiorare le loro patologie.
Anche le città stesse sono minacciate: un’acqua alcalina può erodere le vecchie condutture (le quali possono rilasciare sostanze tossiche per l’uomo) e può procurare danni strutturali alle fondamenta degli edifici.
“Quando si aggiunge un tipo di sale in un ambiente questo può effettivamente potenziare o aumentare la presenza di altri sali” SujayKaushal, professore di geologia alla University of Maryland.
L’inverno in USA e il sale anti ghiaccio
Ma quali sono le cause della salinizzazione delle acque dolci?
In America la colpa è del gelo. O meglio, la colpa è degli strumenti che le amministrazioni impiegano per far fronte al ghiaccio sulle strade. Parliamo proprio del sale.
Ogni anno 23 milioni di tonnellate di sostanze a base di cloruro vengono impiegate per scongelare il manto stradale. L’allarme salinizzazione negli USA è stato lanciato proprio in questo periodo, dopo un periodo di intensi fenomeni nevosi.
Per essere velocemente pronti all’uso, su tutta la costa atlantica i sacchi di sale vengono posati ai lati di strade e marciapiedi. I sacchi esposti agli eventi atmosferici riversano spesso inutilmente il loro contenuto in strada per poi finire con la prima pioggia o la prima neve nel terreno, nei tombini e nei corsi d’acqua.
Secondo uno studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences, nell’ultimo cinquantennio il ricorso al sale per trattare le strade gelate sarebbe incrementato in modo esponenziale.
Laghi e fiumi contaminati
Il livello di salinità e alcalinità di laghi e corsi d’acqua è quindi divenuto preoccupante. Lo studio si è soffermato in particolare sulla composizione chimica delle acque dolci dell’America settentrionale e del Canada meridionale: un’analisi consistente di dati provenienti da ben 232 stazioni di monitoraggio. Confrontando la situazione odierna con i dati degli ultimi 50 anni, è stato evidenziato l’aumento di diversi sali tra cui spicca il cloruro di sodio.
Il problema non scaturisce solo dal sale anti ghiaccio ma deriva anche dalla semplice attività umana nei pressi dei laghi.
Hilary Dugan dell’università del Wisconsin-Madison si è concentrata infatti su 371 laghi americani pubblicando i risultati del suo studio “Salting our fresh water lakes”. I risultati sono chiari: l’urbanizzazione nei pressi degli specchi lacustri comporta un elevato rischio di salinizzazione delle acque dolci.
“I risultati hanno mostrato che le strade, i parcheggi e altre superfici impermeabili situate entro un perimetro di 500 metri dalle rive di un lago sono un forte indicatore di elevati concentrazioni di cloruro». Hilary Dugan
L’Italia e lo sfruttamento delle risorse idriche
E in Italia? Il problema, come nelle altre zone mediterranee, è rappresentato dallo sfruttamento incontrollato dell’acqua per l’agricoltura e l’industria.
Secondo l’Enea la salinizzazione delle acque dolci avviene soprattutto vicino alla costa dove predomina il fenomeno dell’intrusione marina.
L’Ente ha lanciato il progetto nazionale RIADE, ricerca Integrata per l’Applicazione di tecnologie e processi innovativi per la lotta alla desertificazione, che monitora proprio i rischi di desertificazione dei terreni e il processo di salinizzazione.
Un fenomeno ancora reversibile
Fino a quando la salinizzazione delle acque dolci non giunge ai livelli estremi di sterilità il fenomeno è reversibile. Il processo può essere mitigato adottando pratiche di gestione territoriale più lungimiranti e una più efficiente gestione delle acque.
Nel caso dei laghi, contaminati dall’urbanizzazione, gli studiosi propongono regole che impediscano la realizzazione di opere edilizie e infrastrutturali fino a 300 metri dalle sponde. Questa soluzione è davvero molto difficile considerando che i terreni a ridosso dei laghi, soprattutto in zone calde o temperate, sono molto ambiti dal punto di vita turistico e immobiliare.
Per contrastare le lastre di ghiaccio sulle strade, infine, ci sono alternative al classico sale. Gli esperti consigliano una soluzione più eco-friendly, l’acetato di potassio allo stato liquido. Questa sostanza agisce in modo efficiente senza rappresentare un rischio per l’ambiente.
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