Investimenti dopo il Dieselgate: come useranno gli Usa i risarcimenti Volkswagen?
Negli Stati Uniti è arrivato il momento degli investimenti dopo il Dieselgate. Difficile che qualcuno si sia dimenticato questa vicenda: nel settembre del 2015 la United States Environmental Protection Agency comunicò ufficialmente che la casa automobilistica tedesca Volkswagen aveva installato sulle proprie vetture dei software illegali per aggirare criminosamente le normative ambientali circa l’inquinamento da gasolio e le emissioni di Nox. Seguirono perdite in borsa, arresti, denunce per truffa, condanne, multe, blocchi delle omologazioni dei modelli incriminati, class action e il ritiro di moltissime vetture incriminate. Negli Stati Uniti, inoltre, la Corte Federale ha obbligato il marchio tedesco a risarcire gli Stati ‘beffati’ con 2,8 miliardi di dollari. Ebbene, è a questi soldi che facciamo riferimento quando parliamo di investimenti dopo il Dieselgate.
Gli investimenti dopo il Dieselgate
I soldi arriveranno in giugno, ed è quindi normale che i vari Stati stiano decidendo come spendere la propria parte di investimenti dopo il Dieselgate. Questi fondi, in un certo senso, non potevano arrivare in un frangente migliore: proprio ora, infatti, i vari Stati si stanno muovendo per rispettare i nuovi limiti relativi all’inquinamento causato dal mondo dei trasporti. Gli investimenti dopo il Dieselgate che arriveranno dritti dritti dalla Volkswagen, dunque, potranno essere usati come trampolino di lancio per preparare la nuova mobilità a basse emissioni (o, ancora meglio, a emissioni zero). Alcuni Stati riceveranno 8 milioni di dollari, altri – nei quali erano state acquistate più automobili truccate – arriveranno a cifre ben più alte, con la punta massima di 423 milioni di dollari.
Come sarà gestita la faccenda
Così come disposto dalla EPA, gli Stati potranno decidere di utilizzare i fondi Volkswagen sia nel settore pubblico che in quello privato. Ogni Stato ha dunque nominato un’agenzia che si occuperà della gestione degli investimenti dopo il Dieselgate: alcune sono agenzie per il trasporto, altre sono enti ambientali, altri enti energetici. In alcuni casi – 11 per l’esattezza, ovvero Arkansas, Connecticut, Colorado, Delaware, Maine, Nevada, Oregon, Pennsylvania, Virginia, Vermont e Washington – delle bozze degli investimenti dopo il Dieselgate sono state già rilasciate. Il Colorado, per esempio, pensa di utilizzare parte dei fondi per elettrificare il sistema di trasporto pubblico di Denver, mentre Washington vuole fare la stessa cosa con i traghetti dello Stretto di Puget. La Corte Federale ha altresì chiarito che gli stati potranno spendere il 15% dei fondi per la costruzione di stazioni di ricarica pubbliche per le automobili elettriche.
Bus scolastici a zero emissioni
In molti casi i soldi di risarcimento della Volkswagen saranno probabilmente destinati all’acquisto di bus a zero emissioni, soprattutto quelli adibiti al trasporto quotidiano dei bambini e dei ragazzi in età scolare. Ai genitori statunitensi, infatti, l’idea di liberare in parte le fermate dei bus dall’inquinamento sembra piacere parecchio. Lo conferma Will Toor, direttore della associazione no profit Southwest Energy Efficiency Project, il quale ha spiegato che sì, «c’è un enorme interesse intorno alla questione dei bus scolastici». Nel New Mexico in novembre c’è stata perfino una manifestazione per fare in modo che i 18 milioni di dollari destinati agli investimenti dopo il Dieselgate andassero proprio all’acquisto di bus a zero emissioni per proteggere – soprattutto – i bambini con l’asma. Parallelo il discorso del Sud Carolina, dove il Dipartimento per l’Educazione sta facendo pressing affinché i 5.600 bus a diesel vengano rimpiazzati grazie ai 34 milioni di dollari destinati allo Stato. Anche in California, dove sono attivi molteplici progetti per la riduzione dell’inquinamento e per il miglioramento dell’aria, parte dei fondi – 423 milioni di dollari in questo caso – andranno per il rinnovo del parco dei bus, all’interno di piani già esistenti.
Su quali veicoli puntare?
La Corte federale ha deciso che i fondi provenienti dalla Volkswagen dovranno essere indirizzati per abbattere le emissioni provenienti dal mondo dei trasporti, ma non ha specificato quanto e in che modo. Restano dunque aperte molte possibilità, e anche alcuni dubbi. In taluni casi, infatti, ci si sta tutt’ora domandando se sia il caso di investire in vetture a zero emissioni, e quindi elettriche, o in veicoli a emissioni ridotte. In quest’ultima ipotesi, insomma, potrebbero entrare in gioco le nuove vetture della Volkswagen, la quale, proprio per riabilitarsi dopo il caso Dieselgate, ha immesso sul mercato delle automobili diesel ‘pulite’ e meno inquinanti. Ovviamente non esiste paragone con le automobili elettriche a zero emissioni, ma i nuovi veicoli a diesel, da parte loro, costano meno, e non abbisognano di stazioni di ricarica elettriche. In Connecticut, per esempio, i 56 milioni di dollari verranno utilizzati per rimpiazzare i vecchi motori diesel con quelli nuovi. Al contrario, in Colorado i fondi potranno essere utilizzati solo per rimpiazzare i motori a gasolio con motori elettrici o alimentati con carburanti alternativi. Il concetto, per altro, non poi così difficile da comprendere: gli Stati che decideranno di usare gli investimenti dopo il Dieselgate per acquistare le nuove automobili diesel, di fatto, si ritroveranno al punto di partenza tra 4, 5, o 6 anni, quando anche quei motori ‘diventeranno’ troppo inquinanti.
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