Container in architettura: sostenibilità e riciclo senza fronzoli
I container hanno cambiato radicalmente il mondo dei trasporti, di contro, i container in architettura cercano ancora di cambiare il mondo ma non è detto che ci riescano. Connubio perfetto tra sostenibilità e riciclo i container hanno aperto la strada ad un concetto nuovo di progettazione basato sulla reversibilità di un oggetto, spesso dimenticato nei porti di tutto il mondo. I container in architettura sono l’esempio concreto di come sia possibile pensare all’edilizia in modo sostenibile riutilizzando elementi esistenti. Le stime parlano di un numero variabile tra 5 e 150 milioni di container al mondo, molti dei quali ogni giorno si spostano in diverse parti del mondo e molti di loro sono spesso “parcheggiati” nei terminal delle aree portuali in attesa di essere caricati con altre merci e ripartire per un nuovo viaggio. Questi container a volte restano fermi per così tanto tempo che gli agenti atmosferici a cui sono esposti o gli urti accidentali nei depositi li rendono inutilizzabili. I container abbandonati, venduti a cifre che variano dai 600 ai 2000 euro a seconda del modello e dello stato di conservazione, sono diventati negli anni un “cult” dell’architettura sostenibile che ne ha declinato l’uso in decine e decine di esempi. Singole case, alberghi, attività di co-working, i container in architettura possono assumere forme molto diverse tra loro ma sono tutte accumunate da un unico fattore: la sostenibilità.
Container in architettura: vantaggi e svantaggi
Abbiamo già scritto che uno dei vantaggi principali dell’utilizzo dei container in architettura è il relativo basso costo d’acquisto ma non è l’unica nota positiva. Un altro vantaggio è dato sicuramente dal risparmio di materie prime, attraverso il riciclo e il riuso, si riesce a donare una seconda vita ai container, altrimenti destinati alla dismissione. Inoltre poiché le loro dimensioni sono standard in tutto il mondo permettono una perfetta modularità, sono facili da trasportare e possono essere utilizzati per ampliare costruzioni già esistenti. In ultimo l’utilizzo dei container in architettura permette di abbattere notevolmente i tempi di realizzazione di un’abitazione e di conseguenza, i costi.
Ma non è tutto oro quello che luccica perché i container presentano anche degli svantaggi: occorre sempre coibentarne l’interno poiché essendo di metallo sono degli ottimi conduttori termici; è necessario progettare un sistema di ricircolo dell’aria visto che in caso di freddo all’esterno, le pareti interne tendono a condensarsi facilmente creando umidità. Inoltre prima di renderlo disponibile per abitarci bisogna pulire accuratamente le pareti, scrostare la vernice interna e disinfettare muri e pavimento per cancellare ogni traccia residua di merci trasportate in precedenza. Anche la modularità può rappresentare un limite visto che l’altezza dei container spesso non rispetta i requisiti di abitabilità imposti e occorre mettere in conto che vanno comunque realizzate aperture per finestre, impianti idrici, elettrici e fognatura.
Una vagonata di container abitabili nel mondo
Nonostante tutte le difficoltà non mancano esempi di edilizia sostenibile basata sull’utilizzo dei container. Esistono case nel deserto che hanno la forma di una stella, alberghi realizzati con decine e decine di container, un grattacielo di 32 piani a Mumbai ha persino vinto un concorso di architettura sostenibile perché è stato realizzato con i container. La lista continua ancora con un asilo antisismico in Giappone, il centro di cardiochirurgia di Emergency in Sudan e c’è chi ha pensato ad un muro fatto di soli container per dividere il Messico dagli Stati Uniti definendolo eco friendly ed ecosostenibile. Persino il colosso dell’e-commerce Amazon ha pensato di vendere una piccola casa realizzata con un container. E voi? Sareste pronti a vivere in una casa ecosostenibile fatta però di lamiere?
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