4 App per non sprecare il nostro cibo
CONTRO LO SPRECO ALIMENTARE. Nel mondo viene sprecato più del 25% del cibo prodotto; in Italia, secondo i dati del Rapporto 2014 Waste Watcher, ogni famiglia butta nel cassonetto 630 grammi di cibo alla settimana. Traducendo lo spreco alimentare in soldoni, in Italia si buttano 8 miliardi di euro in cibo ogni anno, circa 6,5 euro alla settimana per nucleo familiare. Diminuire l’incessante spreco di cibo è uno dei traguardi che la nostra società si sta ponendo in questi anni: l’Expo 2015 sarà per esempio incentrato sulla corretta gestione delle risorse alimentari. Ma per cambiare rotta non bastano campagne di sensibilizzazione o nuove politiche alimentari: il primo passo da fare è cambiare il modo di gestire il cibo nelle nostre case. A soccorrerci in questa ardua impresa ci sono alcune nuove tecnologie, delle App per dispositivi mobili che potrebbero rivelarsi molto utili nella nostra lotta contro lo spreco alimentare.
FOOD WASTE DIARY. Traducibile in ‘il diario del cibo sprecato’. Una App che si ci farà sentire in colpa per ogni alimento buttato nel cassonetto: Food waste diary ci invita infatti a tenere traccia dei cibi che abbiamo cestinato, esponendoci il loro costo e i motivi del nostro spreco.
RICETTE AL CONTRARIO. Una App tutta italiana che ci suggerisce nuove ricette in base a quello che abbiamo in dispensa. In questo modo, con un po’ di fortuna, riusciremo a cucinare qualcosa senza correre a fare la spesa ogni giorno, e senza mai sprecare gli ingredienti lasciati sul fondo del frigorifero.
BRING THE FOOD. Altra App votata a svuotare i nostri frigoriferi: creando una sorta di community virtuale, mette in contatto chi offre del cibo in eccesso e chi invece ne ha bisogno. Uno strumento dedicato ai ristoranti o ad altre attività che ogni giorno cestinano notevoli quantità di cibo, ma anche ai singoli cittadini.
BREADING. A differenza delle altre qui presentate, questa app è dedicata interamente al mondo del pane. Il funzionamento è semplice e immediato: attraverso Breading i forni, i supermercati e i negozi che a fine giornata avanzano del pane possono segnalare la propria eccedenza agli enti caritatevoli locali. Semplice e geniale.
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