Alla scoperta dei green bond
E se nell’anno in cui dovranno sfondare (o crollare) i bitcoin cioè le così dette criptovalute fossero i green bond gli strumenti finanziari decisivi per giocare una parte da volano e a far decollare i mercati finanziari? Qualche informazione più per gli investitori (o i risparmiatori) che si affacciano con curiosità al 2018 è doverosa e proviamo a darvela con questo articolo.
Di cosa parliamo… quando parliamo di green bond?
I green Bond, detti anche “obbligazioni verdi” sono (in quanto bond) degli strumenti finanziari che potremmo definire abbastanza recenti, ma che nonostante questa relativa “giovinezza” hanno fatto registrare, nell’ultima decade, un incredibile tasso di crescita, spingendo anche il più ritroso squalo di wall street a pensare lateranense… o semplicemente a pensare in verde!
Delle obbligazioni al 100%
I green bond sono delle obbligazioni in tutto e per tutto e la loro emissione è subordinata a dei progetti destinati ad avere un impatto positivo per l’ambiente. Si pensi ai progetti che riguardano la crescita degli impianti energetici o la produzione di energia “pulita” e via dicendo. Secondo il Sole 24 ore si tratta di obbligazioni i cui proventi devono essere destinati in via esclusiva a finanziare o rifinanziare (in parte o per intero) nuovi o già esistenti progetti a tutela dell’ambiente. Si stima in mille miliardi di dollari le emissioni di green bond per il 2020.
Da chi (e come) vengono emessi i green bond?
Inizialmente i green bond arrivavano da istituzioni come la Banca Nazionale la Banca Europea e poi – soltanto in un secondo momento – anche singole aziende o istituzioni hanno iniziato ad emetterli. E come funzionano? Secondo borsa italiana la crescita del mercato dei Green Bond, e la sua relativa sostenibilità, è dovuta principalmente a due fattori: da una parte l’ingresso nel mercato delle obbligazioni green da parte delle grandi imprese dei paesi emergenti (in particolare Cina ed India), dall’altra la crescente attenzione delle istituzioni sovranazionali al tema della sostenibilità ambientale. Per quanto riguarda il primo punto, possiamo citare un dato: nel 2016, circa 30 miliardi di dollari USA sono stati emessi da istituzioni finanziarie, enti locali e grandi imprese cinesi. Quanto al secondo fattore è significativa l’attenzione delle organizzazioni internazionali al tema della sostenibilità ambientale: tutte le principali Banche di Sviluppo (Banca Mondiale, International Finance Corporation, European Bank for Reconstruction and Development, European Investment Bank, Asian Development Bank, African Development Bank) ogni anno rinnovano il loro impegno nella sostenibilità avviando nuovi piani di emissione di Green Bond. Da parte degli investitori, entrambi i trend portano ad una maggiore attenzione a tematiche connesse al cambiamento climatico e all’inclusione finanziaria, due temi centrali nell’agenda mondiale che trovano un forte riscontro nelle linee guida definite all’interno dei Sustainable Development Goals promossi dalle Nazioni Unite.
Se la mela va in verde…
Lo scorso giugno anche la Apple ha raccolto un miliardo di dollari grazie all’emissione di un “green bond”. Il ricavato – ha fatto sapere la società – sarà usato per iniziative a sfondo ambientalistico. Come si legge nella documentazione presentata alle autorità di regolamentazione americane, i fondi saranno usati “per tre progetti prioritari che secondo Apple potranno avere un impatto positivo sull’ambiente”.
Dando qualche numero… vince la Cina!
Lo avreste mai detto? Tra i paesi in cui vengono emesse più obbligazioni verdi è la Cina e primeggiare con 16, 6 miliardi di dollari. Seguono la francia (15 miliardi), gli tati Uniti (14 miliardi) e poi Germania, Massico e Olanda con rispettivamente 7, 4,9 e 4, 4 miliardi di dollari. Invece tra le banche più virtuose, che cioè si impegnano più delle altre nella transizione energetica troviamo sul podio: BNP Parisbas, UBS e HSBC. E voi sareste disposti a recarvi in banca per ascoltare qualche suggerimento sui vostri investimenti verdi?
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