Alla scoperta dei bio distretti agricoli in Italia
Il futuro dell’agricoltura locale, ma anche il futuro dell’ecoturismo e della sostenibilità locale passa per un concetto affascinante e interessante che cercheremo di raccontare di seguito. Stiamo parlando dei bio distretti agricoli.
Bio distretti agricoli, dentro una nuova realtà
I bio distretti agricoli nascono da intese sottoscritte dal “basso” tra diversi soggetti: o produttori biologici, le istituzioni locali, i gruppi organizzati di consumatori, operatori turistici, scuole, centri di ricerca, che identificano nei principi, nei metodi e nelle tecniche del biologico e dell’agro ecologia un approccio innovativo per costruire strategie e sinergie di sviluppo della comunità locale che siano concretamente sostenibili.
C’è un’innovazione sociale dentro i bio distretti agricoli
Questi processi di partecipazione attiva e diretta dei cittadini all’autodeterminazione della strategia di sviluppo territoriale rappresentano un’innovazione sociale di rilievo, che finalmente riconnette istituzioni, politica e popolazione. Un “patto” tra il pubblico, il privato, il sociale ed i cittadini (che sono a loro volta anche consumatori) singoli e associati, per definire una prospettiva condivisa: un’attività che coinvolga operativamente imprese, amministrazioni, gruppi di cittadini. Tutti tenuti insieme, spesso in condizioni avverse, da valori, tradizioni, sensibilità sociale e ambientale, tutti consapevoli di costruire concretamente un presente e un futuro migliori.
Modelli virtuosi di sviluppo
L’orientamento generale è che i bio distretti agricoli siano ormai maturi per proporsi come efficaci modelli virtuosi per lo sviluppo delle aree rurali e del rapporto di queste con le aree urbane. In particolare, il bio-distretto è in grado di dare risposte nuove al bisogno urgente di ridefinire le relazioni dell’agricoltura e dell’agroalimentare con l’ambiente, la società e gli altri settori economico-produttivi dei territori. La promozione delle nuove modalità di produzione e consumo sostenibile, patrimonio degli operatori biologici e biodinamici, rappresenta un’opportunità di sviluppo e un volano di crescita socio-economico locale, contribuendo alla salvaguardia ambientale, alla conservazione della biodiversità, alla tutela delle produzioni biologiche e alla preservazione dell’agricoltura e di quanto essa rappresenta. In particolare viene valorizzato il suo ruolo multifunzionale, potenziandone l’integrazione con gli altri settori propri dell’economia locale.
Luogo di confronto e valorizzazione
Con i bio distretti agricoli si crea un “luogo” di confronto in cui possono essere valorizzate le peculiarità locali ed in cui la produzione di beni e servizi agricoli e la promozione della cultura, della tradizione, delle risorse naturali e paesaggistiche, diventano i fattori di uno sviluppo concertato e sostenibile. Da un punto di vista politico, l’interesse per il distretto biologico deriva dalla necessità di individuare strumenti innovativi di governance che possano aprire nuovi spazi di autonomia e di protagonismo per le comunità locali nella progettazione di azioni più coerenti con le peculiarità del territorio e su scala territorialmente più circoscritta. Le dinamiche bio-distrettuali appaiono ancora più interessanti nell’ottica della nuova politica regionale europea 2014-2020, anche per quella di sviluppo rurale, che promuove l’approccio territorializzato, coerente con gli orientamenti dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. L’utilizzo coordinato dei Fondi Strutturali, previsto nel nuovo periodo di programmazione, rende concreta la possibilità̀ di attuare strategie territoriali di sviluppo locale integrato, multisettoriale e multifondo, basate su un partenariato ampio ed articolato, pubblico, privato e privato sociale, di governance multilivello. Queste strategie rappresentano opportunità̀ molto interessanti per le realtà̀ distrettuali, che funzionano come strutture flessibili, ma anche stabili, di governo del territorio e di organizzazione dell’economia locale. Nel corso dell’incontro è stato anche presentato il primo numero della rivista bimestrale “Bio-distretti”, che si propone come strumento di informazione, approfondimento e dialogo sui temi fondanti dei biodistretti.
Dove sono i bio distretti agricoli in Italia? (fonte biodistretto.net)
Cilento (Campania)
Grecanico (Calabria)
Baticòs (Calabria)
Via Amerina e Forre (Lazio)
Chianti (Toscana)
San Gimignano (Toscana)
Montalbano (Toscana)
Casentino (Toscana)
Valdichiana Aretina (Toscana)
Val di Vara (Liguria)
Valli Valdesi (Piemonte)
Filo di luce in Canavese (Piemonte)
Val di Gresta (Trentino Alto Adige)
Valle dei Laghi (Trentino Alto Adige)
Il Piceno (Marche)
Valle Camonica (Lombardia)
Eolie (Sicilia)
Valle del Simeto (Sicilia)
Terre degli Elimi (Sicilia)
Borghi Sicani (Sicilia)
Bergamo (Lombardia)
Bio Venezia (Veneto)
Colli Euganei (Veneto)
Gramogliano (FVG)
Anche il Molise verso i bio distretti agricoli
Anche il Molise ora si apre ai bio-distretti con una proposta di legge che oltre a regolamentarne la costituzione, sostiene anche le attività. Il consigliere Filippo Monaco, primo firmatario del ddl che è già all’esame della seconda commissione consiliare e che verrà discussa già la prossima settimana, spiega così la ratio del provvedimento: «Ho ritenuto doveroso dare la possibilità ai nostri agricoltori di mettere in comune, in forma organizzata, quel valore aggiunto costituito dalle colture biologiche, l’attenzione all’ambiente ed il rispetto dei beni disponibili (terra, acqua ed energia). Sono molte le esperienze biologiche e di qualità presenti nella nostra regione, ma è evidente che gli operatori non devono essere lasciati da soli anche perché le loro scelte vanno a vantaggio di tutto il territorio e dell’economia molisana».
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