Dal riutilizzo delle foglie le lampade della designer altoatesina Castamagnaro
Camminare d’autunno nei boschi significa affondare i piedi in un soffice e scricchiolante tappeto di foglie secche, un preavviso più colorato, più leggero e certamente meno freddo di quello che sarà la distesa di neve che – si spera – coprirà quegli stessi boschi dopo alcuni mesi. E quelle foglie non ricoprono solo il terreno dei boschi, non solo i nostri giardini, ma anche i marciapiedi delle nostre città, dove i viali alberati contribuiscono a colorare d’autunno le peraltro grigie strade urbane. Portate qui e lì dal vento, quelle foglie si sparpagliano e s’ammucchiano, fino a quando solerti netturbini non provvedono ad eliminare per sempre il fogliame. E se invece si potesse fare qualcosa di utile, e persino di bello, con quei sacchi di foglie secche? Al virtuoso riutilizzo delle foglie ci ha pensato una giovane designer di Bressanone, Jasmin Castamagnaro, laureata in Design presso la Libera Università di Bolzano. Le sue originali creazioni fatte attraverso il riutilizzo delle foglie sono delle spettacolari lampade ognuna diversa dall’altra, capaci di ricreare negli ambienti chiusi delle luci del tutto particolari.
Il progetto LAAB
Il progetto ideato da Jasmin per il riutilizzo delle foglie si chiama LAAB, parola che, in dialetto altoatesino, significa per l’appunto fogliame. Il suo non è però unicamente un progetto di design, incorporando infatti anche sostenibilità e artigianato. All’idea e allo stile si coniuga infatti la sostenibilità ambientale, in quanto, oltre al riutilizzo delle foglie – che di fatto sono viste come un peso, qualcosa da ripulire e buttare al più presto – va sottolineato l’ausilio di una resina biologica. Foglie e resina: sono solo questi gli elementi che formano le lampade LAAB, e null’altro. E Jasmin non è solo una designer, è anche un’artigiana, che compie da sé ogni piccola operazione necessaria per realizzare i suoi oggetti ecosostenibili. Prima raccoglie le foglie, poi le seleziona, quindi le divide a seconda della tipologia: le foglie di nocciolo permettono per esempio di realizzare delle lampade sulle tonalità del giallo, mentre quelle di castagno e di pioppo sono perfette per delle lampade marroni, e quelle dell’acero giapponese si prestano perfettamente per la realizzazione di stupende lampade rossastre. Dopo un’attenta selezione e suddivisione, Jasmin sminuzza le foglie a mano, e poi prepara il collante, a partire, come anticipato, da materie naturali e sostenibili. Il mix di foglie sminuzzate e di resina viene poi inserito in stampi di legno riutilizzabili, dai quali esce poi la lampada.
Non solo riutilizzo delle foglie, ma anche di aghi
È da sottolineare che alle lampade realizzate mediante il riutilizzo delle foglie il progetto LAAB affianca anche delle lampade realizzate con gli aghi di larice: il procedimento, ovviamente, è il medesimo, ma il risultato è se possibile ancora più originale, e anche qui, diverso di volta in volta, determinato dalla particolarità del disegno formato dai piccoli aghetti mescolati alla resina.
Un’alternativa ai prodotti di plastica convenzionali
Quello della designer altoatesina non è certo un lavoro veloce: ogni pezzo, come visto, è infatti realizzato a mano, e ogni stampo non può produrre più di una lampada al giorno. Per questo, qualche mese fa, Jasmin ha dato il via ad una campagna di crowdfunding sulla piattaforma Open Innovation – Crowdfunding Alto Adige, nata nel 2016 e patrocinata da Confartigianato Imprese. Partendo dai suoi 3 stampi iniziali per la creazione di lampade da soffitto mediante il riutilizzo di foglie, la designer altoatesina ha puntato a raccogliere 9mila euro, così da finanziare la creazione di tanti altri nuovi stampi, di forme diverse e ancora più originali, per permettere una più ampia e diversificata produzione di lampade. Come ha spiegato Jasmin Castamagnaro, «con i miei progetti voglio risvegliare emozioni. In una società contraddistinta dallo spreco, LAAB è un’alternativa ai prodotti di plastica convenzionali». Premiato da tantissimi investitori, il progetto LAAB ha già superato l’obiettivo, raccogliendo più di 10mila euro.
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