Emissioni dai carburanti fossili: nel 2017 il mondo ha riniziato a inquinare
Sono passati due anni dallo storico Accordo di Parigi con cui gran parte dei paesi del mondo si sono impegnati per contenere il riscaldamento globale entri i 2°C rispetto ai livelli pre-industriali. E ora arriva il primo duro colpo che rischia di vanificare gli obiettivi posti: le emissioni dai carburanti fossili stanno aumentando. A rivelarlo sono i dati del “Global Carbon Budget 2017”, il Rapporto annuale redatto da 76 scienziati di 57 istituti di ricerca di 15 Paesi, coordinati dal Global Carbon Project, un’organizzazione internazionale che ha l’obiettivo di monitorare i dati sulle emissioni di gas ad effetto serra.
Si torna a inquinare dopo tre anni di stop
I dati, presentati in occasione della COP23, la Conferenza Onu sul Clima che si è svolta a Bonn, in Germania, lo scorso 6-17 novembre, parlano di un incremento delle emissioni di CO2 del 2% nel 2017. E il dettaglio più sconfortante è che questo aumento previsto arriva dopo tre anni (2014-2016) di stop, durante i quali, nonostante la crescita economica, le emissioni da carburanti fossili avevano registrato una diminuzione importante. Gli studiosi stimano che il livello di concentrazione dei gas in atmosfera che nel 2016 è stato pari a 403 ppm possa aumentare a fine 2017 di ulteriori 2,5 ppm.
Emissioni dai carburanti fossili: un trend negativo che contagerà anche il 2018
Il rapporto è stato pubblicato integralmente sulla rivista “Earth System Science Data Discussions” e una sintesi dei risultati è riportata anche in un paper pubblicato sulle pagine di “Environmental Research Letters”, a prima firma di Robert Jackson della Stanford University, uno degli autori dello studio.
Jackson parla di risultati sicuramente scoraggianti:
“Molti indicatori fanno pensare che l’incremento delle emissioni continuerà nel 2018, e questo è motivo di grande preoccupazione: l’economia globale crescerà, anche se lentamente: quando aumenta il prodotto interno lordo aumentano anche le emissioni.”
Cina, il principale imputato
Il principale responsabile di questo trend negativo è la Cina che, nonostante i grandi investimenti in energia rinnovabile degli ultimi anni, continua a consumare carbone, petrolio e gas naturale ed è responsabile del 28% delle emissioni dai carburanti fossili a livello mondiale. E dopo tre anni di forte diminuzione, le emissioni dovrebbero tornare a crescere del 3,5% nel 2017.
L’india migliora, ma per quanto?
Anche l’India continuerà ad inquinare ma a un tasso probabilmente nettamente ridotto rispetto all’ultimo decennio: 2% rispetto al 6% della media degli ultimi anni. Ma anche in questo caso lo scenario è precario e, come sottolinea Jackson, le emissioni di Co2 “potrebbero facilmente rimbalzare rapidamente se l’economia del Paese recupererà da una recente flessione.”
Europa e Usa virtuosi ma meno del solito
I più virtuosi saranno Europa e Stati Uniti, ma da un lato i loro progressi nel contenimento delle emissioni dai carburanti fossili non saranno sufficiente a compensare l’incremento generale e dall’altro non è possibile non notare che il calo registrato nel 2017 è molto più lieve rispetto a quello degli ultimi anni. Parliamo di un -0,4% per gli Usa, contro il – 2,2 % degli ultimi anni e uno -0,2% del Vecchio Continente rispetto a una media finora del -2,2%.
Aumentato il consumo di carbone
Ma da cosa dipendono questi dati così scoraggianti? Lo studio conferma un incremento nell’uso di energia da fonti rinnovabili, pari a un 14% in media negli ultimi anni, con un record di potenza installata nel 2016 di 161 gigawatt. Ma il problema è che nel 2017 è aumentato anche il consumo di carbone.
Non bisogna ad ogni modo perdere la speranza e la fiducia nell’energia alternativa.
“L’ulteriore crescita delle energie rinnovabili e il miglioramento dell’efficienza energetica- ha dichiarato Jackson- danno ancora motivi per essere ottimisti. Nel 2016 i Paesi hanno installato una quantità record di capacità di produzione di rinnovabili e il 2017 dovrebbe vedere altri dati record. I prezzi di eolico ed energia solare stanno diminuendo e le batterie e lo stoccaggio aiutano a bilanciare l’offerta e la domanda di energia elettrica. Il futuro dell’energia mondiale sta cambiando sotto i nostri occhi.”
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