Green economy

Second Life, l’economia circolare approda tra i mobili Ikea

Si chiama Second Life ed è il nuovo esperimento del colosso immobiliare svedese. Da gennaio 2018 Ikea riacquisterà il proprio usato: un’iniziativa particolare e, sotto alcuni aspetti di vista, innovativa.

Il test sarà attivato per ora solo nella cittadina svizzera di Spreitenbach. Qui, qualche mese fa, Ikea ha avviato un’intervista ai cittadini. Da questa indagine è emerso che le cantine e i garage di molte famiglie traboccano di vecchi mobili rimossi dal mobilio di casa…E molti di questi portano proprio la firma di Ikea.
Quando l’azienda ha chiesto se gli intervistati fossero contenti di disfarsene, non solo gratuitamente, ma anche guadagnandoci, la risposta è stata ovviamente entusiasta.

Proprio in questo modo è nato l’esperimento degli amministratori Ikea: ricomprare i mobili usati dagli ex proprietari per poterli rivendere ad un prezzo minore ai meno abbienti.

L’iniziativa Second Life

Da gennaio 2018 i cittadini svizzeri che posseggono mobili Ikea inutilizzati o stanno pensando di rinnovare il mobilio di casa potranno quindi segnalarlo al negozio di Spreitenbach che provvederà ad inviare a domicilio un team per valutare lo stato dei prodotti da riacquistare. Ovviamente ci sono delle regole ben precise: per essere riacquistati gli arredamenti dovranno essere “completamente assemblati, sicuri per l’uso e in buone condizioni” ha spiegato Rotzinger, portavoce del progetto Second Life in Svizzera.
Dipende tutto da come il mobile è stato trattato nel corso degli anni: se ritenuto idoneo, Ikea lo ritirerà gratuitamente a casa.

Non è tutto: dopo le dovute valutazioni il proprietario potrà ricevere indietro fino al 60% del costo speso per l’acquisto iniziale del mobile. Non denaro però, il valore sarà restituito al consumatore sotto forma di buoni da spendere proprio all’interno dei negozi Ikea.
I mobili ricomprati saranno venduti a prezzi più bassi per venire incontro a coloro che non possono permetterseli nuovi di fabbrica.

Il progetto pilota avviato in Svizzera durerà fino a marzo. Se il bilancio di questi tre mesi di Second Life dovesse essere positivo il ritiro dei mobili usati potrebbe estendersi anche agli altri stati.
Sarà per questo motivo che il nuovo claim 2018 recita “Siamo fatti per cambiare”?

L’impegno per la sostenibilità ambientale e sociale

Nonostante l’iniziativa Second Life abbia raccolto ampi consensi un po’ ovunque, qualcuno ha storto il naso davanti alla possibilità di innescare un sistema che possa aumentare il consumismo.
Conoscendo però lo spirito parsimonioso del fondatore di Ikea, il sig. Ingvar Kamprad, questa teoria vacilla.
Ingvar Kamprad, 91 anni e “vincitore” del 4° posto tra gli uomini più ricchi del mondo nel 2007, ha ammesso con orgoglio “Io mi vesto solo comprando usato, se possibile al mercato delle pulci”.

Egli ha infatti fondato il suo colosso su solidi e condivisi principi sociali e di rispetto ambientale aderendo ad una strategia di sostenibilità denominata People and Planet positive. L’impegno è evidente: oltre il 50% del legname proviene da foreste FSC mirando al raggiungimento del 100% entro il 2020; il cotone dei tessuti è eco-sostenibile per tutelare sia l’ambiente, con la riduzione dei pesticidi, sia i diritti dei lavoratori più poveri.
Già due anni fa Ikea ha raggiunto per i suoi stabilimenti e per i suoi negozi la completa autonomia energetica grazie all’utilizzo di energie rinnovabili.

Anche Second Life nel People and planet positive

Non solo ambiente ma anche società, IngvarKamprad ha spinto i suoi collaboratori perché instaurassero una serie di rapporti “sociali” tra i punti vendita ed il territorio su cui operano; in Italia, ad esempio, Ikea collabora con associazioni umanitarie che aiutano minori e mamme in difficoltà, ma anche con il Banco Alimentare battendosi contro il vergognoso spreco di cibo.

Tutti gli obiettivi raggiunti nel corso degli anni d’attività sono raccolti in un bilancio, chiamato Rapporto di sostenibilità, liberamente consultabile nell’area del sito dedicata.

“Il nostro modello di business ci richiede di assumerci la totale responsabilità rispetto all’impatto delle nostre attività lungo l’intera value chain” Belén Frau, amministratore delegato di Ikea Italia.

 

Ikea e l’impegno per la circolarità

Il riutilizzo dei mobili usati non è una novità per Ikea che nel tempo ha già sperimentato il ritiro dell’usato per donarlo poi in beneficenza dopo le dovute riparazioni. Il progetto di riuso Second Life questa volta però prevede il coinvolgimento dei singoli cittadini e si colloca nell’ottica dell’economia circolare, settore che il colosso ha dichiarato di voler attivamente diffondere ed implementare.

In questo modo anche i film in plastica che avvolgono mobili e suppellettili vengono riciclati per creare nuovi oggetti di design rimettendo quindi il materiale nel circuito produttivo senza creare rifiuti e senza sfruttare nuova materia prima.

L’obiettivo non è semplice: Ikea vuole “massimizzare il suo impatto positivo e ridurre, sino ad eliminare, quello negativo”. Non ridurre al minimo gli effetti negativi sull’ambiente quindi, ma apportare benefici del tutto positivi in un’ottica di cambiamento e che si basa principalmente sul presente.

“Essere sostenibili significa generare un impatto positivo e duraturo, grazie a scelte aziendali che creano anche valore economico”. Belen Frau amministratore delegato di Ikea Italia

Ikea per la sostenibilità