Il trasporto pubblico sostenibile e gratuito in Europa: da Tallin in poi
Quello del trasporto pubblico sostenibile e gratuito è un refrain che si ripete da anni: in Italia se ne era dibattuto abbastanza diffusamente l’anno scorso, quando a proporlo fu la candidata sindaco a Milano ed ex assessore al Bilancio del Comune dell’amministrazione Pisapia Francesca Balzani. La proposta era quella di azzerare il costo dei biglietti di tutti i mezzi di superficie, quindi autobus, filobus e tram, lasciando a pagamento solamente la metropolitana. L’obiettivo, in questo caso come in tanti altri, era ovviamente quello di ridurre il traffico veicolare e quindi lo smog del capoluogo lombardo. L’ipotesi del trasporto pubblico sostenibile e gratuito della Balzani naufragò al momento delle votazioni, vendendo superata dall’attuale sindaco di Milano Giuseppe Sala. In altre città del mondo, però, questa formula è già una realtà consolidata.
L’esempio di Tallinn
La prima grande città a proporre il trasporto pubblico sostenibile e gratuito fu Tallinn: la capitale estone ha offerto ai propri cittadini residenti questo servizio fino ad allora quasi inaudito a partire dal gennaio del 2013. Parliamo, a scanso di equivoci, di una città che conta 70 linee di autobus, 4 tram e 5 filobus, insomma, un robusto e ramificato sistema di trasporto pubblico urbano. Annunciando questa misura, l’amministrazione comunale di Tallinn aveva previsto un aumento degli utenti del trasporto pubblico pari al 20%, con una conseguente riduzione delle emissioni di anidride carbonica e dei significativi benefici per la qualità di vita dei cittadini, soprattutto di quelli con un reddito più basso.
Una risposta inferiore alle attese
Va sottolineato, però, che nonostante il plauso della maggior parte dei 440 mila abitanti di Tallinn, le abitudini di spostamento all’interno della capitale estone non sembrano cambiate moltissimo. L’amministrazione comunale, ad un anno dall’avvio dell’instaurazione del trasporto pubblico sostenibile e gratuito, parlava di una diminuzione del traffico agli incroci principali pari al 14%, un dato positivo che però non sembrava avere riscontro nell’utilizzo dei mezzi pubblici. Quest’ultimo, stando ad una ricerca parallela del Royal Institute of Technology svedese, sarebbe aumentato solo del 3%, e solo in piccola parte questa fetta di utenti in più sarebbe da ricondurre alla gratuità del biglietto: nello stesso periodo, infatti, sarebbero state introdotte delle nuove corsie preferenziali per rendere più veloce lo scorrimento dei bus. Nonostante questa premessa, lo studio svedese sottolinea comunque l’esistenza di chiari benefici sociali provenienti dall’iniziativa di Tallinn: l’utilizzo del trasporto pubblico sostenibile e gratuito sarebbe infatti aumentato soprattutto nel quartiere di Lasnamäe, un’area ad alta intensità abitativa nella quale risiedono molti disoccupati. In questo quartiere l’utenza dei mezzi pubblici è infatti aumentata, già nel primo anno, del 10%.
Le peculiarità del caso estone
Due cose, in ogni caso, vanno evidenziate per quanto riguarda il sistema di trasporto pubblico sostenibile e gratuito di Tallinn: per prima cosa, è stato concesso ai soli residenti, per fare sì che gli oltre 40mila abitanti che nel 2012 abitavano nella capitale senza spostare la propria residenza prendessero provvedimenti a riguardo; per seconda cosa, i trasporti pubblici di Tallinn, già prima della svolta, erano sussidiati per il 70%, una cifra molto alta rispetto agli standard internazionali.
Non solo Tallinn: il trasporto pubblico sostenibile e gratuito nelle piccole città europee
L’esempio di Tallinn è stato replicato in altre città europee, ma in nessun caso ha coinvolto dei grandi centri urbani. In alcuni casi – come nella cittadina tedesca di Templin o ad Aubagne e Châteauroux, in Francia – il trasporto pubblico sostenibile e gratuito era una realtà già negli anni Novanta, mentre in altri casi – come a Kiruna, in Svezia, o Lubben, in Germania – il servizio è stato avviato e poi eliminato. Non mancano però i tentativi di integrare un servizio gratuito a quello a pagamento: è il caso nel nuovo servizio di trasporto pubblico sostenibile e gratuito lanciato a Bruxelles all’inizio di settembre, che da alcune settimane trasporta i cittadini lungo un circuito di 6 chilometri e 7 fermate. Attivo solamente il venerdì e il sabato, nonché la prima domenica del mese, il servizio prevede il passaggio di un bus ogni 15 minuti. Pensati sia per i residenti che per i turisti – i quali possono godere di un’ottima vista della capitale belga grazie a delle grandi vetrate – i bus a zero emissioni offrono ai passeggeri anche una connessione Wi-Fi.
Un’introduzione ridotta e temporanea per le grandi città: l’esempio di Singapore
Guardando all’esperienza di Tallinn e delle piccole altre città che hanno lanciato dei servizi di trasporto pubblico gratuito, il National Center for Transportation Research ha effettuato degli studi dai quali si desume che l’azzeramento del costo dei biglietti «potrebbe essere consigliabile per piccoli sistemi di trasporto in comunità sostanzialmente omogenee, mentre è probabile che rendere gratuito il trasporto pubblico non sarebbe appropriato per sistemi più grandi». Il nuovo esempio di Bruxelles, dunque, potrebbe costituire la via giusta da intraprendere nel caso delle grandi città, introducendo (almeno in un primo tempo) il trasporto pubblico gratuito e sostenibile con delle misure ridotte o temporanee. A partire dal 2013, per esempio, a Singapore sono state rese pubbliche alcune delle tratte più popolate della metropolitana, a patto che vengano effettuate prima delle 7.45: in questo modo la Città-Stato è riuscita a decongestionare la metropolitana nell’ora di punta mattutina.
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