Solar Decathlon 2017: vince NeighborHub, una casa-laboratorio a servizio del quartiere
Parlare di sostenibilità applicata all’architettura non può voler dire semplicemente puntare su sistemi ad alta efficienza e su dispositivi che consentano una riduzione dei consumi. Quello della sostenibilità è un concetto ampio, che racchiude al suo interno tanti aspetti che dovrebbero viaggiare nella stessa direzione. E’ proprio questo approccio integrato e connesso all’idea di un cambiamento, che dovrebbe essere globale e collettivo, che alla base del progetto NeighborHub, vincitore della competizione internazionale Solar Decathlon 2017, che premia edifici a basso consumo energetico realizzati dalle Università di tutto il mondo.
Solar Decathlon 2017, vince la Svizzera
Realizzato del team svizzero Swiss Living Challenge, composto da una cinquantina di studenti del Politecnico federale di Losanna (EPFL), della Haute École d’ingénierie et d’architecture di Friburgo (HEIA), della Haute École d’arts et de design di Ginevra (HEAD) e dell’Università di Friburgo, NeighborHub, lo si capisce già dal nome, è una casa-laboratorio a servizio del quartiere. Uno spazio multifunzionale all’interno del quale vengono testate le soluzioni più innovative sul fronte della sostenibilità ambientale, condividendole con la comunità.
Non c’è cambiamento se non è condiviso
L’intuizione degli studenti svizzeri è stata proprio quella di partire dall’idea che non possa esserci un reale cambiamento se non a partire da una consapevolezza e un coinvolgimento di tutti. Ecco che il loro prototipo diventa un luogo aperto, pensato per accogliere gli abitanti del quartiere e incentivarli a mettere in atto buone pratiche di gestione delle risorse. Pratiche che non riguardano soltanto gli aspetti strettamente legati al costruito, e qui l’altro merito del team vincitore, ma che abbracciano ogni ambito connesso all’impatto ambientale.
NeighborHub: non una semplice casa ma un concetto di futuro sostenibile
La sensazione è che dietro il prototipo ci sia una visione a 360° della strada da percorrere per un futuro migliore. E non stupisce che questo messaggio arrivi proprio dalla Svizzera che ha recentemente varato una Strategia Energetica molto ambiziosa che prevede l’abbandono del nucleare al 2050 e una serie di misure per promuovere le fonti rinnovabili e una maggiore efficienza energetica. E’ come se gli studenti avessero individuato le strade da percorrere per contribuire a questo cambiamento.
Facciata fotovoltaica integrata
Il primo spunto a questa evoluzione green arriva dall’integrazione di tecnologie fotovoltaiche, perché non dimentichiamo che Solar Decathlon 2017 rimane un contest che premia abitazioni prototipali, alimentate esclusivamente a energia solare. NeighborHub ha scelto la strada del solare integrato, con una facciata fotovoltaica che riveste l’intero edificio. Per massimizzare la resa delle celle sono stati installati in ciascun modulo degli ottimizzatori di potenza, che consentono anche di monitorarne il funzionamento e le prestazioni. Oltre alla facciata è stato installato anche un impianto solare termico per soddisfare i bisogni di acqua calda sanitaria. Il risultato è che il prototipo è in grado di produrre più energia pulita di quanta ne consumi.
Orto domestico e serre verticali
Se il fotovoltaico va in facciata, il tetto può essere sfruttato per altri scopi. E il team ha scelto di utilizzarlo sia come orto domestico sia per ospitare un sistema di raccolta dell’acqua piovana che viene poi riutilizzata per irrigare le piante e per alimentare la lavatrice. La coltivazione non è soltanto in copertura ma sono previste anche delle piccole serre verticali nello spazio esterno all’abitazione, una delle quali dotata di un sistema acquaponico per l’allevamento di pesci.
Riciclare tutto
Per ridurre ogni spreco è stato scelto di installare un wc a secco (compost toilet), un sistema che non utilizza acqua di scarico ma tratta i rifiuti organici attraverso processi di compostaggio e disidratazione e riutilizzandoli come concime per l’orto. All’esterno della casa si trovano poi dei contenitori destinati alla raccolta differenziata, molto più ampia di quella che siamo abituati a fare. Nei vari contenitori finiscono infatti anche tutti quegli oggetti o materiali che solitamente finiscono nel secchio dell’indifferenziato e che invece possono essere riutilizzati in mille modi. Come? Gli studenti hanno immaginato che in NeighborHub si potranno organizzare dei workshop dedicati al riciclo creativo.
Legno, legno e ancora legno
Da un punto di vista architettonico, il prototipo vincitore di Solar Decathlon 2017 è stato realizzato sfruttando alcuni principi di progettazione passiva che consentono di ottimizzare l’illuminazione e la ventilazione naturale. Per garantire la salubrità degli ambienti interni è stato scelto una materiale naturale come il legno, con cui è stata realizzata la struttura edilizia ma anche l’arredo interno.
Stazione si ricarica per auto elettriche
Per finire non poteva mancare un contributo alla mobilità sostenibile, altro aspetto cardine per un futuro a basso impatto ambientale. NeighborHub mette a disposizione una stazione di ricarica per veicoli elettrici e un’officina dove si possono riparare le biciclette.
Su Solar Decathlon
Ma cos’è Solar Decathlon? E’ una competizione biennale nata nel 2002 su iniziativa del Dipartimento dell’energia statunitense (DOE), aperta a team di studenti universitari di tutto il mondo. Gli studenti vengono chiamati a sfidarsi nell’ideazione di abitazioni prototipali alimentate esclusivamente a energia solare e che raggiungano una serie di obiettivi. I criteri con cui i progetti vengono valutati sono 10 e comprendono non soltanto aspetti legati all’efficienza energetica ma anche, ad esempio, un certo grado di innovazione, un uso ottimale delle risorse e un potenziale di mercato. L’edizione Solar Decathlon 2017 si è tenuta a Denver, in Colorado, dal 5 al 15 ottobre scorsi, e ha premiato anche il team dell’Università di Maryland, che con il progetto reACT si è guadagnato il secondo posto, e quello californiano (Università della California, Berkley e Università di Denver) in terza posizione con il prototipo RISE.
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