Risorsa acqua: rischio esaurimento a causa dei cambiamenti climatici
La risorsa acqua è al centro del fenomeno dei cambiamenti climatici. La costante crescita della popolazione mondiale e delle attività ad essa legata comporterà un aumento dei consumi idrici, che saranno difficili da soddisfare se non si agisce in fretta sia sul fronte dei sistemi di gestione e distribuzione, in molti casi carenti, sia su quello del clima e dell’inquinamento. Accanto alla tematica dell’acqua come risorsa che rischia di esaurirsi c’è anche quella dei fenomeni estremi, che soprattutto negli ultimi anni si sono manifestati soprattutto sotto forma di inondazioni. Insomma, l’acqua scarseggia e quando arriva distrugge.
A Roma il Summit Internazionale su Acqua e Clima
Eppure in tutti questi anni della risorsa acqua si è parlato ben poco, soprattutto ai tavoli istituzionali. Vuole colmare questo gap il Summit Internazionale “Acqua e Clima. I grandi Fiumi del mondo a confronto”, che si svolgerà fino al 25 ottobre nella Sala della Protomoteca a Roma e riunirà 47 delegazioni di corsi d’acqua e grandi laghi rappresentativi di tutti i continenti del mondo.
Promuovere conoscenza e progetti per una migliore gestione della risorsa acqua
L’obiettivo dell’evento, organizzato dal nostro Ministero dell’Ambiente in collaborazione con l’UNECE (Commissione Economica per l’Europa delle Nazioni Unite), il RIOB/IMBO (Rete Internazionale degli Organismi di Bacino) e la GAWaC (Alleanza Mondiale per l’Acqua e il Clima,) che riunisce l’Alleanza delle Imprese, l’Alleanza delle Grandi città e l’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura), è quello di promuovere un dialogo sulle varie tematiche legate alla risorsa acqua. L’incontro servirà per favorire lo scambio di dati, informazioni, esperienze e competenze su misure sostenibili per la gestione idrica e soprattutto per promuovere l’avvio e il finanziamento di progetti, anche internazionali, che possano andare in un’ottica preventiva.
2030: -40% di disponibilità idrica
Probabilmente si partirà da alcuni dati, che sono allarmanti. Come quelli diffusi dallo GIEC (Gruppo Intergovernativo degli Esperti sul Cambiamento Climatico) secondo cui i cambiamenti climatici stanno influendo enormemente sulla disponibilità della risorsa acqua. All’aumento di un grado della temperatura terrestre corrisponde, secondo gli scienziati, una riduzione, per il 7% della popolazione, del 20% della disponibilità delle risorse idriche. Questo significa che, se non si metteranno in atto misure decise e risolutive, il rischio è che al 2030 la disponibilità di acqua potrebbe ridursi del 40% rispetto ad oggi.
Anche l’OMS è allarmista
Questo scenario catastrofico sembra purtroppo condiviso anche dall‘OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) secondo cui il 90% dei disastri naturali è legato all’acqua ed entro il 2030 il numero delle persone colpite dalle inondazioni potrebbe triplicare rispetto a quello attuale.
Prima della COP 21 di acqua e cambiamenti climatici si è parlato troppo poco
Appare quindi più che urgente recuperare il tempo perso e attuare una governance più efficace sulla gestione delle risorse idriche. A pesare è sicuramente il ritardo con cui la tematica della risorsa acqua è stata presa in considerazione nei dibattiti sul clima. Si può dire che prima del 2015, quando la COP 21 di Parigi ha riconosciuto la risorsa acqua come uno dei temi prioritari nella lotta contro i cambiamenti climatici, era stato fatto poco e nulla. Un ritardo che il Summit internazionale, con gli oltre 100 interventi che vedranno alternarsi rappresentanti del mondo governativo e istituzionale a quelli di imprese, enti di ricerca e associazioni, vuole recuperare.
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