Scarpe vegane e di lusso: un primato tutto italiano
Hai mai sentito parlare di scarpe vegane? Da qualche anno, per i vegani più intransigenti, anche le scarpe di lusso si fanno cruelty free. L’idea è di Paola Caracciolo, fondatrice di Opificio V, il primo marchio di scarpe vegane di lusso esistente in Italia.
Cosa sono le scarpe vegane?
Il concetto di scarpe vegane nasce in Gran Bretagna, negli anni ’90. Si tratta di scarpe dalla cui composizione sono completamente estranee le componenti di origine animale, come ad esempio la pelle, il velluto o il camoscio.
Nel tempo, in particolare negli ultimi anni, le scarpe vegane si sono diffuse anche in Italia, tanto che la nostra nazione, soprattutto grazie al lavoro di Opificio V, è diventata un punto di riferimento nella produzione, anche se soprattutto rivolta ad un mercato straniero.
Come nasce Opificio V e l’interesse della sua fondatrice per le calzature vegane?
Il primo marchio di scarpe cruelity free di lusso in Italia, come abbiamo accennato, nasce grazie a Paola Caracciolo.
All’inizio del 2000, la giovane Paola, animalista convinta, si trova nella difficoltà di dover andare a lavoro, vestita in modo raffinato e professionale, e di non trovare le scarpe giuste, poiché in quel periodo non esisitevano in Italia produttori di scarpe vegan di lusso in Italia.
Siamo in periodo in cui l’interesse per il settore in Italia è particolarmente basso, motivo per cui la giovane Paola fa fatica ad avviare la sua azienda. Ad ogni modo, tra mille difficoltà, getta le basi della sua azienda, Opificio V, brand dove la V sta proprio per mondo Vegan.
Nemanti, l’evoluzione di Opificio V
Oggi, in un periodo in cui la consapevolezza verso queste tematiche è decisamente aumentata, Opificio V si rilancia. E lo fa cambiando nome. In occasione della Fashion Week 2017, dal 20 al 26 settembre, è stato lanciato un nuovo brand, Nemati, Italian Luxury Vegan Shoes, all’insegna dell’internazionalità.
Con il nuovo brand, resta l’attenzione all’eleganza e alla cura dell’estetica tipiche del Made in Italy e della vision di Opificio V, ma sono introdotti nuovi materiali, sempre nel segno del rispetto degli animali e dell’ambiente, ma soprattutto con un’apertura molto maggiore verso il mercato estero. Gli standard di qualità delle scarpe vegane di lusso prodotte sono assicurati dalle certificazioni della Vegan Society Uk, della LAV e della PETA, riguardo l’aspetto del cruelty free. Il rispetto dell’ambiente è invece garantito dall’utilizzo di materiali a basso impatto ambientale, spesso frutto di riciclo e riuso. Nell’azienda c’è poi un grande rispetto del lavoro locale, poiché nessuna fase di lavorazione è demandata all’esterno dei due distretti artigianali originari, nelle Marche e a Parabiago.
Le prime collezioni di Nemanti, autunno – inverno 2018, sono state presentate appunto a Milano, per l’esattezza in un temporary store a Brera durante la settimana della Moda, ma hanno attirato l’attenzione non solo degli animalisti, ma anche di clienti non particolarmente sensibili alle tematiche vegane.
Come mai queste scarpe piacciono tanto ma soprattutto, come sono fatte le scarpe vegane?
Come sono fatte le scarpe vegane
Come abbiamo visto, dalle scarpe vegane è bandito ogni tipo di pellame o di prodotto di origine animale. E allora, quali sono i materiali utilizzati per le scarpe vegane e, in particolare, per le scarpe vegane di lusso?
Opificio V, ora Nemanti, sdogana l’utilizzo di materiali “diversi” nelle calzature vegane: non solo scarpe in ecopelle o in plastica, come si potrebbe banalmente pensare, ma molto di più.
I materiali delle scarpe vegane di lusso sono studiati per garantire il massimo dell’eleganza ma anche del confort. Spazio quindi a materiali tradizionali, come il lino, il cotone e il legno, ma anche a sperimentazioni tecnologiche, come l’Alcantara, un innovativo materiale da rivestimento prodotto completamente a emissioni zero e l’ecopelle, ottenuta dagli scarti di lavorazione dei cereali.
La collezione primavera – estate 2018 di Nemati vedrà poi l’introduzione di un ulteriore materiale nuovo: la pellemela, prodotta dagli scarti dei torsoli di mele delle industrie agroalimentari, unita a cellulosa pura al 100%. E le prospettive vegan dell’azienda non sii fermano qui. Nei prossimi anni è atteso lo sviluppo di una linea giovane, nonchè di una produzione di piccola pelletteria, ovviamente sempre cruelty-free.
Le prospettive di sviluppo delle scarpe vegane: il mercato sarà in crescita
Quali sono le prospettive per il futuro per il mercato vegan? Sicuramente le tendenze del mercato e il mondo che ci circonda lo dimostrano: l’attenzione al vegan è in aumento almeno in Paesi come Italia, la Gran Bretagna, l’Australia, il Giappone. Negli ultimi anni, in ogni caso, tutto il mondo occidentale si sta evolvendo in questa direzione, aprendo sbocchi anche nuovi mercati, come in Francia, in Brasile e in Spagna.
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