reversibilità dei cambiamenti climatici
Agricoltura

Reversibilità dei cambiamenti climatici e bio agricoltura. Più di una possibilità

E se esistesse una reversibilità dei cambiamenti climatici? Se fosse possibile cambiare determinate condizioni (grazie all’aiuto dell’agricoltura rigenerativa) e invertire la deriva ambientale verso cui ci stiamo pericolosamente dirigendo? Si tratta di un tema molto complesso ed è facile fare  confusione. Se ne è parlato molto anche recentemente e qui cerchiamo di mettere un po’ di ordine.

La reversibilità dei cambiamenti climatici

Scienziati e leader mondiali nel campo dell’agraria si sono recentemente incontrati per discutere come invertire il cambiamento climatico. Di cosa si tratta? La teoria sulla carta è apparentemente molto semplice e consiste nel trasportare l’anidride carbonica in eccesso presente nell’atmosfera fin sotto al suolo, dove il carbonio può svolgere una delle sue funzioni naturali e aiutare il terreno a diventare più fertile e a migliorare quindi la produzione alimentare. In maniera indiretta tutto ciò potrebbe anche aiutare la reversibilità dei cambiamenti climatici.

reversibilità dei cambiamenti climatici

Cosa si otterrebbe in questo modo?

La domanda è legittima. La risposta è: minor inquinamento atmosferico e maggiore produzione agricola. Si tratterebbe quindi di una di quelle classiche situazioni in cui entrambi i soggetti in causa ottengono dei vantaggi e che in economia viene definita come la legge del win win, ovvero del momento in cui tutti ottengono ciò che desiderano.

Un Pianeta grasso, con qualche speranza

Tom Newmark, co-fondatore, The Carbon Underground, ha recentemente tenuto uno speech molto significativo. Nella sua presentazione ha infatti immaginato la Terra come un paziente obeso che si decide finalmente ad andare da un medico. Questo paziente pesa quasi duecento chili, ogni giorno soffre terribilmente e teme per il suo futuro. Qualsiasi medico a questo punto farebbe la più ovvia delle diagnosi: sei sovrappeso, direbbe. Metti a dieta! Ed ecco che il medico si adopera per pianificare al paziente una dieta non farà perdere chili al paziente ma lo aiuterà a rimanere stabile e a non ingrassare. In una frase chiave: contenere i danni.

reversibilità dei cambiamenti climatici

Fuor di metafora

Sta qui secondo Tom Newmark il nocciolo della discussione sul cambiamenti climatico. A rigor di metafora, la terra è il paziente obeso e i duecento chili rappresentano l’eccesso di CO2. A questo punto tutti gli scienziati si gettano alla ricerca di diete disperate per cercare di non far ingrassare ulteriormente il paziente e nessuno si adopera per farlo dimagrire, per riportare cioè il pianeta a uno stato di salute reale. Oggigiorno, continuiamo a dipendere dai combustibili industriali come petrolio, carbone e gas a un ritmo che non è più sostenibile. Il settore agro alimentare è sempre più industrializzato, e questa impostazione dell’economia agricola contribuisce direttamente al 30% delle emissioni di gas a effetto serra. Un’influenza molto più alta rispetto ad altri settori, per esempio quello dei trasporti.

Reversibilità dei cambiamenti climatici, qualche (preoccupante) dato

Secondo alcuni studi, il livello massimo accettabile di CO2 nell’atmosfera  è 350 PPM o Parti Per Milione. Siamo attualmente a 400PPM e la cifra continua ad aumentare. Questo significa che dobbiamo non solo ridurre le nostre emissioni attuali, ma contemporaneamente ridurre o eliminare ciò che è nell’atmosfera. Ci vorrebbero centinaia o migliaia o anni per tornare alla normalità, anche se tutte le emissioni di combustibili fossili magicamente si fermassero. Ed è qui che entra in gioco il binomio agricoltura + reversibilità dei cambiamenti climatici.

reversibilità dei cambiamenti climatici

Il ruolo dell’agricoltura per ridurre la CO2 nell’aria

Quindi la questione è: come viene sottratta la CO2 dall’aria? Come può intervenire in nostro aiuto l’agricoltura rigenerativa?
Un suolo sano comprende livelli elevati o sostanze organiche ricche di carbonio. Il suolo sano, infatti, si basa sul carbonio per consentire una crescita sana della pianta. Durante la fotosintesi, le piante attingono il carbonio dall’atmosfera – in forma di CO2 – da utilizzare nella creazione di zuccheri e amidi. Questo fa parte del sistema naturale, dove nulla è sprecato e tutto viene riutilizzato nel ciclo della vita.
Andre Leu, Presidente della  International Federation of Organic Agriculture Movements afferma che:

Non stiamo parlando di inventare una nuova tecnologia non sperimentata-“cattura di carbonio” che richieda miliardi di dollari di investimenti e anni di test. Stiamo parlando di mettere a regime buone pratiche già esistenti utilizzate dagli agricoltori biologici. Questa è la soluzione più economica. Tutto ciò che serve è la formazione e una buona assistenza tecnica agli agricoltori. Con una frazione di miliardi di dollari destinati all’attuale serie di tecnologie in sperimentazione, potremmo facilmente aiutare tutti gli agricoltori a passare a metodi organici in pochi anni e procedere verso una reversibilità dei cambiamenti climatici.

Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che un terreno derivante dall’agricoltura industriale è malsano e rilascia effettivamente la CO2, contribuendo alla destabilizzazione dei sistemi naturali, clima compreso. Oggi, la fonte più grande di tutte le emissioni di CO2 deriva dalle tecniche agricole innaturali, più che dalla produzione di energia per il trasporto. Se rispettiamo le regole della natura e rispettiamo i suoi principi, possiamo restituire il nostro terreno ad un sano sistema vitale, che  inizierà a sequestrare il carbonio con una velocità tale che la reversibilità dei cambiamenti climatici non sarà più un miraggio.