Temperatura degli oceani… il nuovo mondo in una mappa
Se c’è una tematica green che davvero detta l’agenda di Paesi e istituzioni… questa è rappresentata dal fenomeno del riscaldamento globale e dalla temperatura degli oceani. C’è una specie di voyeurismo verde, di eccitazione da “curiosi in autostrada che rallentano” che ci colpisce a affascina tutti. E accade quando osserviamo un grafico delle coste tra N anni per scoprire che fine faremo, se la nostra città sarà ancora al di sopra dei mari o se la nostra casa, tra un centinaio di anni, sarà una nuova Atlantide. Una città sommersa dove ci sarà anche la nostra villetta schiera con un giardino fatto di alghe e i nostri oggetti che diventeranno piccoli e insignificanti tesori sommersi in attesa che qualche esploratore del futuro li trovi, li capisca e li cataloghi in qualche modo e chissà se mai qualcuno penserà di collegare quel ritrovamento all’aumento della temperatura degli oceani avvenuta decadi prima.
Temperatura degli oceani, un Risiko sott’acqua.
La Micronesia è affondata sotto le onde. Il Pakistan e l’India del Sud sono stati evacuati e l’Europa si sta lentamente trasformando in un deserto. Questa l’immagine del globo terracqueo che avremmo davanti se ci fosse un cambiamento (in eccesso) di 4 gradi centigradi nel mondo. Un immagine da film catastrofico e post apocalittico? Decisamente sì… ma ci sarebbe anche qualche notizia (si fa per dire) confortante.
Un esempio di buona notizia?
L’innalzamento della temperatura degli oceani ha reso l’Antartide abitabile, le smart city hanno avuto la loro riscossa e il Canada settentrionale, la Scandinavia e la Siberia sono diventati delle regioni fertili in grado di produrre la maggiore quantità di raccolti per alimentare le centinaia di milioni di rifugiati climatici che ora chiamano queste: casa.
Come cambia il mondo con il cambiamento della temperatura degli oceani… un gioco, ma non troppo
Si può chiamare gioco, esperimento, ragionamento stocastico o what if, cosa succederebbe se…? Insomma possiamo chiamarlo come vogliamo, ma quella che vedete di seguito è una mappa del globo che mostra alcuni degli effetti possibili dovuti a un aumento di 4 gradi nella temperatura media.
Si tratta di un lavoro pubblicato per la prima volta dal New Scientist circa otto anni fa e e recentemente ripubblicata in occasione dell’uscita del libro Connectography di Parag Khanna.
Connectography, ovvero come si governa il mondo?
Dalla sua città di residenza, Singapore, il famoso stratega geopolitico indiano Parag Khanna si è spostato verso le mete più disparate, dall’Ucraina all’Iran, dalle miniere della Mongolia a Nairobi, dalle coste atlantiche al circolo polare artico. Grazie ai suoi viaggi ha avuto modo di osservare i mutamenti epocali che stanno investendo il mondo. Migrazioni, megalopoli, Zone Economiche Speciali, comunicazioni e cambiamenti climatici stanno ridisegnando la geografia planetaria: gli Stati non sono più definiti dai loro confini, bensì dai flussi di persone e di legami finanziari, commerciali ed energetici che quotidianamente li attraversano.
La temperatura degli oceani, il verde Antartide…
Siamo abituati a vedere l’Antartide bianca, con neve e ghiaccio, ma quella che vi abbiamo proposto oggi è una versione alternativa del continente che appare… verde. Fertile e prolifico…
Quello che offre questa mappa è molta miseria e disastro, è vero. Si comprende subito. Ma anche molta speranza e tante soluzioni. Non soluzioni per impedire il problema ma soluzioni che al momento del bisogno, quando il mondo sarà cambiato, sappiamo che funzioneranno.
Una mappa da leggere
Il marrone indica “Inabitabile per inondazioni, siccità o clima estremo ad esempio il Messico e l’ America Centrale e parte dell’America del Sud. In Africa il Mozambico e il Madagascar sono persi mentre l’Asia perde gran parte del subcontinente indiano, incluso tutto il Pakistan; l’Indocina risulterà abbandonata, così come la maggior parte dell’Indonesia. Come già detto gli ultimi abitanti degli Stati Uniti sud-occidentali saranno costretti a migrare verso nord. Abbattendo le barriere e i confini con il Canada, ad esempio. Non è forse, nell’era Trump, un’ipotesi davvero curiosa?
La parte in arancio non è molto meglio e sta a indicare il deserto inabitabile, rappresentato dalla maggior parte degli Stati Uniti e del resto del Sud America, da quasi tutta l’Africa e dalle metropoli meridionali dell’Europa e dell’Asia.
In rosso ci sono infine le così dette Terre Perdute ovvero quelle terre che a causa dell’aumento delle temperature degli oceani sono andate perdute o per meglio dire sommerse.
Verde speranza
Il verde chiaro sta per zone di coltivazione e si nota che la Nuova Zelanda, scarsamente popolata oggi, potrebbe diventare un centro di popolazione ad alta densità. Ci sarà più spazio per l’emisfero settentrionale: la Siberia e il Canada, ad esempio, dove precipitazioni affidabili e temperature più calde offriranno condizioni di crescita ideali per la maggior parte delle colture. Si tratta di un mondo ipotetico che in ogni caso noi non vedremo. Forse i nostri figli… Un mondo che volendo e potendo saprà correre ai ripari e nella drammaticità di questo gioco/esperimento è cosa buona e giusta sapere che ci potrà essere un futuro.
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