Il Costa Rica e la sfida della plastica usa e getta
Per capire quanto un argomento sia nel trend di una discussione o quanto sia attivo all’interno dell’agenda di un paese o di un’associazione non serve poi molto. Basta ad esempio digitare la keyword “Plastica” nel motore di ricerca di green.it per scoprire quanto questo tema sia fondamentale e all’ordine del giorno.
Affrontare il discorso della plastica significa implicitamente accettare molte cose. Significa pensare all’ambiente, all’impronta ecologica, significa capire come funzionano determinati processi chimici che aiutano il petrolio a diventare plastica e come un semplice tappo di una bottiglia da mezzo litro, abbandonato anche senza colpe da un ignaro consumatore, possa iniziare un viaggio nel mare lungo secoli e diventare il peggior nemico della flora e della fauna marina. Temibile come uno squalo, impercettibilmente gigante come una balena, pungente come un pesce spada. E invece si tratta di una sezione di cilindro di plastica con un diametro variabile e che mediamente può aggirarsi intorno al centimetro.
Perché è pericolosa la plastica? Perché è indistruttibile… e un semplice tappo, nel tempo necessario alla sua totale scomparsa dalla faccia terrestre può potenzialmente uccidere centinaia di animali marini. È per questo che da qualche tempo a questa parte si è iniziato a parlare di bandire la plastica usa e getta. Se non si può diminuire la produzione che allora si punti al riutilizzo ragionato. E ragionevole. L’esempio di cui vi stiamo per raccontare nasce in Costa Rica.
Plastica usa e getta messa al bando dal Costa Rica
Il Costa Rica sta intraprendendo azioni incredibilmente forti e drammatiche contro i rifiuti di plastica e ha messo in campo un piano d’azione che arriverà a vietare l’utilizzo di ogni forma di plastiche monouso entro l’anno 2021. Cosa si intende per plastiche monouso? Tutta la plastica usa e getta, dalle cannucce alle bottiglie, passando per le posate, le tazze e le borse della spesa.
No alla plastica usa e getta. I sostegni dalle istituzioni
Il governo Costaricense sta offrendo incentivi alle imprese, oltre a investire nella ricerca di alternative alla plastica usa e getta per raggiungere il suo obiettivo. Si calcola che ogni minuto un camion pieno di spazzatura finisca negli oceani causando dei danni inestimabili alla fauna selvatica marina. E andando oltre, secondo una stima, si prevede che entro il 2050 il 99% degli uccelli marini, (praticamente tutti ndr) avrà ingerito o ingerirà abitualmente plastica, con le prevedibili conseguenze che tutti possiamo immaginare.
Rapporti da paura…
Secondo un rapporto della Fondazione Ellen MacArthur in collaborazione con il World Economic Forum entro il 2050 la plastica nell’oceano potrebbe arrivare a pesare più del pesce che esso contiene. Si calcola che la plastica usa e getta venga utilizzata al massimo per un paio di minuti, a volte secondi, ma che impieghi decenni se non secoli a sparire dalla faccia della terra. Un rapporto decisamente sproporzionato…
L’obiettivo del Costa Rica
Essere la prima nazione a bandire la plastica usa e getta è un sogno o una possibilità? Il 2021 è lontano, ma neanche troppo e le credenziali del Paese sono buone. Dobbiamo riconoscere al Paese l’abilità di alimentarsi totalmente per otto mese l’anno con dell’energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili. E non solo: allo stato dell’America Centrale va riconosciuto anche il primato mondiale nella protezione della fauna selvatica e l’obiettivo di divenire carbon neutral entro l’anno 2021.
Insomma se c’è una rivoluzione ambientale a livello nazionale in atto. Il caso da studiare non può che essere quello del Costa Rica. Una nazione che fino ad oggi non ha mancato nessun obiettivo e che ha imparato a ragionare non solo per il proprio bene ma anche per quello collettivo. Ed eliminare entro i prossimo quattro anni ogni traccia di plastica usa e getta dalla sua superficie sarà l’ennesimo obiettivo raggiunto da questa nazione che si scrive Costa Rica, ma si legge: esempio da seguire.
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