Smaltimento dei pesticidi: una startup americana riesce ad eliminarli direttamente sul campo
Agricoltura

Smaltimento dei pesticidi: una startup americana riesce ad eliminarli direttamente sul campo

Utilizzati ancora in quantità abbondanti, i pesticidi chimici contribuiscono a far crescere le piante liberandole da insetti e malattie. Per quanto i pesticidi biologici stiano cominciando a circolare con maggiore frequenza, le sostanze chimiche vengono usate ancora in modo massiccio, anche per via del costo contenuto. Per risolvere il problema dello smaltimento dei pesticidi, una startup di nome AgroSpheres, composta da studenti dell’Università della Virginia, ha ideato un enzima capace di degradarli direttamente sul campo in sole 3 ore.

Le conseguenze per l’ambiente derivanti dall’uso dei pesticidi

Sono due le principali criticità legate all’uso dei pesticidi. Per prima cosa, accade spesso che gran parte del raccolto venga buttato via a causa delle tracce di pesticidi rimanenti. Si tratta di uno spreco enorme, che corrisponde ad una cifra enorme: parliamo di circa 1.4 miliardi di dollari. La seconda questione è legata ai rischi che i pesticidi producono per l’ambiente e per l’uomo. Gli agricoltori, ad esempio, esposti a tali sostante quotidianamente, possono riscontrare conseguenze preoccupanti per la salute. Inoltre, i pesticidi spruzzati nelle piantagioni possono accidentalmente finire in acqua e risultare lo stesso dannosi per l’uomo. La soluzione proposta da AgroSpheres consiste quindi nell’operare lo smaltimento dei pesticidi prima che possano rappresentare un pericolo, preservando il suolo, le acque e la salute delle persone.

Come nasce lo smaltimento dei pesticidi realizzato da AgroSpheres

La giovane startup americana ha progettato un sistema che consente di spargere un particolare enzima sul raccolto. Si tratta di una sostanza che riesce in circa 3 ore ad operare lo smaltimento dei pesticidi, grazie alla propria particolare composizione molecolare. Tale sostanza ideata dagli studenti di AgroSpheres non nasce per l’uso esclusivo in agricoltura. Lavorando in laboratorio, infatti, sono state prodotte delle bioparticelle utilizzabili per gli impieghi più variegati. Ma con l’aggiunta del particolare enzima, tali particelle diventano capaci di degradare i pesticidi chimici.

Dal laboratorio ai vigneti: la prova sul campo

La sfida più difficile per AgroSpheres è stata fare il salto dal laboratorio alle piantagioni. Ottenere risultati incoraggianti in un ambiente ideale e con strumenti tecnologicamente avanzati non corrisponde per forza ad un riscontro positivo sul campo. Le variabili sono tante e spesso fuori controllo in un ambiente esterno. Ma dopo vari test eseguiti nei vigneti della Virginia, la capacità del prodotto di degradare i pesticidi è stata confermata empiricamente. Partendo dall’uva, le potenzialità di tale innovazione possono ricadere su qualsiasi tipo di pianta e, proprio per questo, i test si stanno concentrando su altre colture specialistiche.

Preservare la qualità dei prodotti grazie ad un rapido smaltimento dei pesticidi

Il normale iter di smaltimento dei pesticidi prevede che dal momento in cui le piante sono mature alla loro raccolta debba passare un periodo prestabilito durante il quale le sostanze nocive possano disperdersi spontaneamente nell’ambiente. In questo lasso di tempo, però, le piante possono subire un’eccessiva maturazione e la loro qualità può venire compromessa. Grazie al lavoro di AgroSpheres e alla rapidità con cui l’enzima produce lo smaltimento dei pesticidi, non è solo l’ambiente a trarre beneficio ma anche la qualità dei prodotti agricoli.

TFF Challenge e il successo di AgroSpheres

TFF (Thought for Food) è un’organizzazione internazionale, nata con l’obiettivo di risolvere le principali problematiche globali legate all’alimentazione. AgroSpheres ha preso parte al programma di TFF dedicato alle giovani startup composte da studenti e alle loro innovazioni legate in special modo all’agricoltura. Arrivati fra i 10 finalisti del TFF Challenge 2017, il lavoro dei ragazzi di AgroSpheres ha ottenuto così una potente cassa di risonanza a livello mondiale. TFF offre, inoltre, ai partecipanti una serie di strumenti utili a comunicare al meglio la propria idea. Agisce, in sostanza, come un vero e proprio incubatore di innovazioni sostenibili, spingendo questi ragazzi a confrontarsi con gli altri e dare il meglio di sé. Oltre al TFF Challenge che ha fruttato loro 12.500 dollari, AgroSpheres ha partecipato dal 2014 in poi a numerosi concorsi, aggiudicandosi premi e donazioni per un totale di 174.000 dollari.

Sviluppi futuri del progetto AgroSpheres

Grazie ai molti premi vinti e agli incoraggianti consensi a livello internazionale, i ragazzi di AgroSpheres stanno pensando in grande, immaginando nuovi sviluppi per la propria innovazione. Si tratta, infatti, di una tecnologia unica e modulare, che può trovare altre applicazioni oltre allo smaltimento dei pesticidi. Il lavoro della startup della Virginia di sta rivolgendo, in questo momento, a cercare soluzioni per impedire le gelate nei campi, preservando il raccolto. I prodotti di AgroSpheres, che secondo i giovani studenti avranno prezzi molto contenuti, non sono ancora in vendita poiché devono ricevere la necessaria approvazione normativa. Nel frattempo, però, molte aziende vinicole della Virginia stanno già richiedendo con insistenza queste sostanze, considerandole efficaci e innovative.