Telepass e Urbi alla conquista della mobilità urbana
Questa estate, a ridosso di Ferragosto, si è consumata una piccola ma significativa rivoluzione all’interno del mondo del trasporto italiano. È successo infatti che Telepass (o per meglio dire Atlantia, il gruppo che lo controlla) ha acquistato il 70% di Urbi, l’app che ha ridisegnato (almeno in Italia) il concetto di mobilità urbana sostenibile. Ma andiamo con ordine…
Dalle autostrade alla mobilità urbana…
Di solito è un suono breve e stridulo. Un BIP lo definirebbe un esperto di semitica dei fumetti specializzato in onomatopee. È il rumore che fa il telepass ogni volta che si imbocca la corsia gialla riservata e si transita davanti alla sbarra. Un BIP in ingresso, uno in uscita ed ecco che andare in macchina da un punto all’altro d’Italia non è mai stato così veloce (e senza file al casello). Il telepass, da qualche tempo a questa parte ha iniziato a diventare parte integrante anche delle nostre vite cittadine. Si pensi ai parcheggi delle stazioni (Termini o Santa Maria Novella, per dirne soltanto due…) o degli aeroporti (Fiumicino e Firenze) che funzionano anche con il suo utilizzo. Una comodità da non sottovalutare, che anche in questo caso offre un accesso preferenziale e che non obbliga a file per il pagamento.
Un passo in più
Il Telepass compie ora un ulteriore piccolo passo in avanti. Verso dove? Verso una mobilità urbana sicuramente sostenibile e integrata. Atlantia, la società che controlla l’azienda di pagamenti autostradali digitali, ha infatti acquistato il 70% di Urbi, l’app che aiuta gli utenti a trovare mezzi di trasporto condivisi al miglior rapporto prezzo/vicinanza.
Come funziona urbi?
Quando diciamo che questa app ha rivoluzionato la mobilità urbana non pensiamo di spararla grossa… anzi!
Urbi non è altro che un aggregatore di tutta la urban mobility che permette agli utenti di trovare e prenotare la miglior soluzione per raggiungere la propria destinazione confrontando le diverse opzioni: car, scooter e bike sharing, taxi e ride sharing e trasporto pubblico. Lo fa indicando su una mappa la prossimità del mezzo, le specifiche di esso e il costo. L’utente a quel punto non deve fare altro che scegliere la tariffa e il servizio a lui più comodo (servizio a cui deve essere già abbonato o a cui deve abbonarsi al momento) e procedere. Veloce, comodo, economico e rivoluzionario della mobilità urbana.
Cosa succederà adesso?
Potenzialmente può succedere di tutto! Abbiamo usato la parola rivoluzione, ma per ora è probabile che servirà molta abilità da parte di Telepass per far comprendere ai suoi utenti, non sempre e non necessariamente virati al 2.0 e a un approccio smart e tecnologico della vita, le nuove potenzialità. Al tempo stesso Urbi si ritroverà a gestire un bacino di utenti potenzialmente molto più ampio. Cosa può migliorare? Oltre alla situazione nelle tasche delle due società la speranza è che migliori la qualità della vita degli utenti o almeno di quelli che da sempre sono attenti e sensibili alla questione della mobilità urbana.
In linea con la strategia Telepass
“Siamo orgogliosi di annunciare l’operazione che ci permette di diventare i principali investitori della piattaforma Urbi” ha commentato Gabriele Benedetto, amministratore delegato di Telepass, che ha proseguito: “E’ un importante passo avanti, in linea con la strategia di Telepass, per operare come sistema di pagamento aperto a tutti i servizi di mobilita’, sia quelli collegati ai veicoli privati che a quelli condivisi, cosi come al trasporto pubblico locale. Insieme alla recente nascita di Telepass Pay, l’acquisizione di Urbi conferma la volontà di creare un ecosistema di servizi in grado di semplificare gli spostamenti quotidiani grazie a soluzioni veloci e innovative”.
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