Macellazione su richiesta: una via per ridurre l’impatto ambientale degli allevamenti
Abbiamo spesso parlato di quanto sia inquinante per il pianeta il ciclo industriale della carne. Parliamo delle scorie prodotte dagli animali ma anche del consumo enorme di acqua che richiede un allevamento. Inoltre, il bisogno di spazi per la crescita del bestiame, costringe l’uomo a trasformare boschi in pascoli, aumentando ancora di più l’impatto ambientale. Di certo mangiare meno carne può essere una soluzione. Ma anche impegnarsi con passione nel riciclare gli scarti alimentari, cosa che accomuna 2 importanti chef a livello internazionale come Dan Barber e Massimo Bottura. Ulteriore alternativa arriva dalla ricerca scientifica, con la produzione di proteine sostenibili che possano sostituire la carne. Ma se proprio non vogliamo rinunciare ad una bella bistecca, è necessario modificarne il ciclo produttivo. È proprio da qui che arriva l’intuizione di 2 startup tedesche che fanno della macellazione su richiesta il cuore del loro business.
Macellazione su richiesta: ecco come funziona
Il concetto è semplice: una vacca o un maiale vengono macellati solo una volta che tutta la carne viene venduta. In realtà, non si tratta di una nuova idea. Lo facevano già i contadini prima dell’avvento dell’era industriale, acquistando un intero animale in gruppi familiari diversi. Questo consentiva di risparmiare sul costo dividendosi le spese e non sprecare neanche un grammo di carne. Si muovono proprio da qui le 2 startup KaufneKuh e Geteiltes Fleisch, aggiungendo però all’idea originaria i benefici prodotti dalla tecnologia. Infatti, non sarà più necessario essere conoscenti per acquistare e condividere un capo di bestiame, basterà un click.
Non avere fretta è la via per un allevamento sostenibile
Entrambe le aziende tedesche propongono vari pacchetti suddivisi in base al peso e contenenti parti dell’animale che il cliente può scegliere comodamente da casa, navigando sui rispettivi siti. Con la macellazione su richiesta nulla è sprecato perché l’animale rimane in vita finché tutta la sua carne non è stata venduta. In questo modo gli sprechi si riducono di molto, così come l’inquinamento ambientale. Avere pazienza è l’unica controindicazione in un sistema del genere. Dovendo, infatti, vendere tutte le parti dell’animale prima di ucciderlo, potrebbe trascorrere anche un mese dall’ordine alla consegna del pacco. In media, il numero dei clienti necessari per far partire una spedizione varia fra 35 e 70.
Conoscere la carne acquistata è una garanzia per il consumatore
Il segreto per un’alimentazione sana è conoscere bene i prodotti che compriamo. I clienti delle 2 startup possono sapere in anticipo da quale allevamento arriva il proprio animale e di cosa si nutre. Altre informazioni a disposizione sono l’età, il sesso e la razza. Inoltre, questi capi di allevamento crescono in ambienti spaziosi, muovendosi liberamente e nutrendosi in modo sano, senza venire bombardati di antibiotici ma curati solo quando necessario.
Mangiare meno ma mangiare meglio
Secondo i dati dell’INRAN (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione), la quantità di carne settimanale consigliata per persona non supera i 500 grammi. Parliamo, per fare un esempio, di un paio di hamburger o una bella porzione di arrosto. È evidente che mangiare meno carne ma di qualità superiore sia la strada giusta da percorrere. In tal senso, la macellazione su richiesta può anche sollecitare la sensibilità dei consumatori, informandoli sull’intero processo produttivo della carne che porta all’uccisione dell’animale. Optare, quindi, per un prodotto che arriva da allevamenti non intensivi, in cui il bestiame è libero e non viene maltrattato, diventa anche una scelta di coscienza, oltre che un percorso salutare per l’uomo e per il Pianeta.
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